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L'analisi del voto, dal Terzo Polo al Centrodestra

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Segue dall'articolo precedente Terzo Polo. Prima di tutto, dovremmo chiamarlo quarto, in quanto numeri alla mano arriva dopo il Centrodestra, il Centrosinistra, il Movimento 5 Stelle. Provo ad essere "neutrale" nel giudizio, pur non avendo una particolare simpatia verso i due leader in questione. Detto ciò, il 7,7% non può essere considerato un fallimento, non è un brutto risultato, ma non è neanche la doppia cifra agognata da Renzi e Calenda, e soprattutto, lo ha detto lo stesso leader di Azione, è fallito il tentativo di fermare l'avanzata della destra. I flussi elettorali ce lo diranno meglio, ma probabilmente il Terzo Polo i voti li ha risucchiati a sinistra e non a destra. Da forza di opposizione, reggerà la strana alleanza? C'è una considerazione che va fatta, e che in parte riprendo dall'amico Gavino Pala, attento analista politico. Ci è stato raccontato per mesi che Draghi avesse una enorme popolarità, che il cittadino medio era entusiasta della esperi

Decreti Sicurezza, le ultime novità. (Benvenuto Joe Bevi)

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  Il Consiglio dei ministri dello scorso 5 ottobre ha dato il via libera al decreto su sicurezza e immigrazione che riscrive i decreti Salvini . Nel corso dell’articolo vedremo i dettagli delle modifiche apportate dal “Conte bis” al decreto voluto dal primo governo Conte, ma a volte le immagini hanno il potere di essere più eloquenti delle parole, e per questo, con immenso piacere, presentiamo su queste pagine una vignetta con protagonista Joe Bevi, “avatar” del fumettista romano Giorgio Bevilacqua. (Ps. L’augurio è che sia la prima vignetta di una lunga serie…).   Nella vignetta in questione vediamo, nel mezzo, il Premier Conte rivolgersi con fare soddisfatto all’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini, ideatore dei decreti sicurezza; ad assistere alla scena il nostro Joe Bevi, che ricorda a “Giuseppi” la necessità di togliere le multe alle ONG. Mi permetto di interpretare il pensiero del vignettista, che se da un lato esprime compiacimento per l’abrogazione di norme incivili, a

Scenari post voto

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Scrivo queste righe venerdì 18 settembre alle ore 10.46, grossomodo fra tre giorni consoceremo i risultati delle elezioni regionali e del referendum sul taglio dei parlamentari. Vorrei provare, più per gioco che per altro, a prevedere quanto accadrà nelle prossime settimane, sia per quanto riguarda le sorti del Governo sia all’interno dei singoli partiti. Inizio dalle elezioni regionali. Vittoria plebiscitaria di Zaia in Veneto (ci tornerò dopo), vittoria agevole di Toti in Liguria, vittoria in scioltezza di De Luca in Campania. Nelle Marche vincerà il centrodestra, mentre per quello che riguarda Puglia e Toscana, prevedo vittorie sul filo di lana di Emiliano e Giani. Il referendum per il taglio dei parlamentari vedrà la vittoria del Sì per 57 a 43. In Veneto si gioca però una battaglia importante tutta interna alla Lega, si peseranno i voti della Lista Zaia e quelli della Lega “ufficiale”, ovvero quella di Salvini. Chi segue le vicende di quel partito sa bene che i due si sopporta

L'analisi del voto.

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Qui sotto, la mia analisi del voto. Per onestà intellettuale, chi scrive ha sempre avuto simpatia per il centrosinistra e non lo ha mai nascosto. - Sui 5stelle stenderei un velo pietoso. Il tripolarismo non esiste più, i pentastellati sono chiamati una volta per tutte a scegliere da che parte stare. Per quanto mi riguarda, io sarei felice se si operasse una scissione al loro interno. Conte, Fico, Morra, Patuanelli da una parte, il Dibba, Di Maio che chiama le ONG i Taxi del mare dall'altra. Con l'area Conte, ritengo il PD possa aprire una stagione di dialogo e di riforme. - Bonaccini ha vinto, il Pd è in forma? Ni. E' innegabile il dato numerico, il Pd è il primo partito sia in Emilia che in Calabria, ma, concentriamoci sull'Emilia, si era in presenza di un ottimo candidato in una regione tradizionalmente rossa. Il dato vero è che tanti che negli scorsi anni si erano astenuti, sono tornati a votare Pd, ed io ritengo lo abbiano fatto non per fedeltà al pa

Gentiloni Premier nel 2020

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E adesso che succede? E’ la domanda che si fanno un po’ tutti, dai commentatori alla classe media, dai giornalisti al mondo della politica. Il Governo andrà avanti? Salvini vorrà forzare la mano ed andare alle elezioni? Ci saranno cambiamenti all’interno dei 5stelle? Cosa farà Mattarella? Senza alcuna pretesa di avere la verità assoluta, e consapevole del fatto che le variabili in campo sono enormi (ricordo che sta cambiando anche il quadro di riferimento del Parlamento Europeo), provo, così per gioco, ad ipotizzare quanto succederà nei prossimi mesi. Spoiler, si vota a Marzo 2020 e vincerà il Centrosinistra a guida Gentiloni. Ma andiamo con ordine. E’ mia opinione che né Di Maio né Salvini abbiano alcuna intenzione di far cadere, almeno in tempi brevi, il Governo gialloverde . Giggino sa bene che in caso di elezioni in tempi brevi il Movimento resterebbe sotto il 20%, comunque a meno di miracoli non riuscirebbe a conservare la maggioranza nella coalizione. Aggiungiamo

Le pagelle della politica

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Qui di seguito, le mie personali pagelli ai protagonisti di questa fase politica. Specifico che non sono delle pagelle alla “persona”, ma ai comportamenti tenuti in questi 3 mesi di stallo istituzionale. Mattarella       9 Provate voi a passare 3 mesi dietro ai capricci di Di Maio, alle provocazioni di Salvini, ai tentennamenti del Pd, a resistere alle pressioni dei mercati e delle cancellerie internazionali. Alla fine della fiera, il Presidente voleva un Governo Politico e, faticosamente, è riuscito a formarlo. Senza la saggia guida presidenziale, veramente avremmo rischiato il baratro della instabilità. Sul caso Savona ritengo abbia fatto bene a dire di no, visto che nel contratto di Governo non si menzionava mai l’uscita dall’Euro. Salvini              7 Fino al 30 Maggio a Salvini davo 9. Ha assunto la guida del centrodestra, ha messo in piedi il governo gialloverde, ha tenuto un profilo da statista interessato a dare un governo al paese, insomma ha dato lui le

L'Italia del Baobab e l'Italia di Salvini.

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Lo scorso 6 Dicembre, causa problematiche connesse alla proprietà dei locali, ha chiuso i battenti il Centro Baobab di Roma, una struttura che negli ultimi sei mesi è stata un luogo di accoglienza, solidarietà, condivisione del bene. Nella tempesta di Mafia Capitale, amplificata dalle problematiche della emergenza migranti e dalla pessima gestione della Giunta Marino, il Centro Baobab ha rappresentato una Oasi di Civiltà ed ha aiutato Roma ad essere una Città Migliore. Ho scelto di annoverare l’esperienza del Centro Baobab nelle mie storie di Buone Notizie anche in assenza del “lieto fine”, causa chiusura della struttura, perché ritengo in ogni caso che questi 6 mesi di attività siano stati e resteranno per sempre un modello di accoglienza e spirito di iniziativa. Onestamente non conosco i dettagli di tutta la vicenda, non so dire cosa fosse il Centro Baobab fino allo scorso mese di Maggio. Ricordo però distintamente, sia perché ne ho scritto su queste pagine, sia per la

Ciao Valeria.

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Siamo tutti sconvolti dagli attentati avvenuti a Parigi la scorsa settimana. Prevalgono  nella collettività il sentimento della paura, della rabbia, dello sgomento; la sensazione di avere a che fare con un nemico invisibile ci rende tutti disorientati. Inutile ripercorrere gli eventi che tutti conosciamo, vorrei su queste pagine concentrarmi su alcune reazioni all’attentato provenienti dal nostro paese. Se alcuni nostri concittadini ci hanno reso orgogliosi di essere italiani, altri hanno dimostrato, con gesti e parole, atteggiamenti che definirei indecorosi, irrispettosi ed offensivi.  Come saprete, l’Italia ha pagato un triste tributo di sangue; nella sparatoria al Teatro Bataclan è morta la nostra connazionale Valeria Solesin, giovane ricercatrice presso la Sorbona di Parigi. Premetto che non mi azzarderei a parlare di lei senza avere una sorta di “consenso”, non intendo strumentalizzare per due visualizzazioni al blog  una tragedia del genere. Se ne parlo è perché la famigli

Lettera a Matteo Salvini

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Caro Matteo Salvini, volevo informarla che  Alan Mak ,  avvocato trentunenne della City di Londra, è il primo cinese eletto al parlamento di Londra nei suoi 800 anni di storia. Alan Mak è un membro del Partito Conservatore che ha trionfato alle recenti elezioni britanniche, ed ha vinto la competizione nel suo seggio di Havant nell’Hampshire. La famiglia di Mak ha origini Malesi, cresce ad Hong-Kong, Alan nasce a New York, studia a Cambridge e trova lavoro nella City. Parliamo insomma di un prodotto della globalizzazione, un ragazzo di casa nel mondo globalizzato. Quello che volevo sottolineare è che si possono creare mille barriere, steccati, muri, ma alla fine la vita reale li supera tutti. Poi, ad occhio, Alan Mak non sembra un sovversivo militante comunista, anzi il suo profilo assomiglia quello di un membro ideale della società moderna dei consumi, ma quello che vorrei sottolineare è che la sua vicenda mostra come sia impossibile frenare i processi migratori e di mes