Cronache dalla Villetta della Misericordia: Il Compleanno di Rosa
Non so quale regalo abbia ricevuto Rosa per il suo
compleanno, sicuramente ha avuto il dono di una famiglia grande, allargata,
fatta di giovani ed anziani che le vogliono bene, come possiamo intuire da
questa splendida foto. In tanti si sono stretti attorno a lei considerandola parte
della propria famiglia, ed a giudicare dai volti sereni, Rosa ha ricevuto
amicizia ma è stata anche in grado di donarne a piene mani.
Ho conosciuto la signora Rosa – nome di fantasia - la sera
prima del suo 85° compleanno mentre ero in turno alla Villetta della Misericordia, la struttura di accoglienza aperta recentemente grazie alla collaborazione tra
il Policlinico Gemelli e la Comunità di Sant’Egidio.
Non ci eravamo mai visti prima, eppure poco dopo Rosa, avendo
sentito dire da altri che sono un giornalista (per la cronaca, non voglio
appropriarmi di titoli che non ho, non posseggo il tesserino dell’Ordine), ha
iniziato a raccontarmi alcuni passaggi della sua vita avventurosa,
dall’incontro con Mandela alla amicizia con Tiziano Terzani – che non
sopportava quella, come si chiama l’Oriana, stavano sempre a battibeccare - passando dalla conoscenza con la principessa Soraya – “le facevo i massaggi
quando era a Roma, aveva una bella casa in Via Veneto” – ai racconti degli anni
passati nel Continente Nero.
Poco dopo Rosa (donna di grande cultura, tuttora instancabile
lettrice, sul comodino c’era Il Diario della Motocicletta di Che Guevara) ha
voluto chiamarmi nella sua stanza per mostrarmi l’abito che avrebbe indossato
l’indomani durante il festeggiamento dei suoi 85 anni. Mi hanno raccontato che
ha passato molto tempo prima a scegliere l’abito migliore, poi a rammendarlo
con ago e filo.
Facciamo un passo indietro. Rosa ha avuto una vita
avventurosa ma non facile, specialmente negli ultimi anni, ed a seguito di
alcune vicende che omettiamo in rispetto della sua privacy, negli ultimi anni
di fatto ha vissuto tra il Pronto Soccorso e l’atrio del Policlinico Gemelli di
Roma. La sua “casa” diviene la sua carrozzella, che non abbandona mai, neppure
la notte, un po’ per necessità ma soprattutto per abitudine e mancanza di
alternative.
Le difficoltà della vita l’avevano resa diffidente, quindi
non sono stati semplici gli approcci tra lei ed i volontari della Comunità di
Sant’Egidio che periodicamente le portavano un panino, una bibita ma
soprattutto una ventata di amicizia nell’atrio anonimo del Pronto Soccorso.
Pian piano però si crea un legame e Rosa inizia a mostrare il lato migliore del
suo carattere, mostrandosi bendisposta verso i suoi nuovi amici.
Nel corso dell’estate, in prossimità della apertura della
Villetta della Misericordia, Rosa riceve dai suoi amici volontari l’invito a
diventarne una ospite, passando dalle notti umide al Pronto Soccorso ad avere
un letto ed una stanza tutta per lei, eppure Rosa rifiuta questa generosa
proposta. Ma, gli amici di Sant’Egidio sono tenaci, e lavorano di fantasia.
-Io non ci vengo a dormire lì dentro, sto tanto bene sulla
mia carrozzella.
-magari passa cinque minuti a prendere un thè
-è troppo lontano
-ti accompagniamo noi
-in fondo è carina questa casetta…ma…non ci voglio venire
-magari vieni e ti fai una doccia
-ma che dite….posso restare qualche ora? Poi però torno al
Pronto Soccorso, anche se….qui è più caldo. Magari resto in stanza, ma senza
usare il letto.
-allora, vuoi restare anche domani?
-certo la stanza è bella, ma il letto è troppo morbido. Se
magari ci mettete sotto una asse di
legno….
Giorno dopo giorno, Rosa si abbandona all’amicizia del
volontari, ed oggi la Villetta è casa sua. Ha una bella stanza, un letto
comodo, ma soprattutto ha tanti amici che le riempiono le giornate e la vita.
Sta per arrivare la stagione fredda, Rosa dormirà tra quattro solide mura
riscaldate dal calore dell’amicizia.
Mario Scelzo
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