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Visualizzazione dei post con l'etichetta #buonenotizie

Pranzo Siriano a Frosinone

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Come promesso ai nuovi lettori di Palla Break , su questo blog ci sarà sempre uno spazio dedicato alle Buone Notizie, quella che mi accingo a raccontarvi è di fatto la prima Good News del mio nuovo Blog. Per usare un motto, meno FAKE NEWS, più Buone Notizie. Sabato scorso sono stato a Frosinone ed ho gustato un tipico pranzo siriano. Direte voi, ha aperto un ristorante etnico nel cuore della Ciociaria? No, anzi senza nulla togliere alla cucina siriana, la zona del frusinate è piena di ristoranti accoglienti dove poter gustare le prelibatezze ciociare, eppure il mio è stato un pranzo non solo buono, ma anche piacevole, sereno, vissuto in un clima familiare, arricchito dal profumo della solidarietà ed insaporito dal calore della accoglienza. Andiamo con ordine. Sul Sole24Ore dello scorso 27 Marzo leggiamo: “ Sono arrivati questa mattina da Beirut all’aeroporto di Fiumicino 43 profughi siriani grazie ai corridoi umanitari promossi da Comunità di Sant’Egidio, Federazione de

No alle promesse elettorali, Sì alle Buone Notizie

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Le cronache dei telegiornali sono in questi giorni occupate dalle mille mirabolanti promesse elettorali. Dal 5 Marzo non pagheremo più alcuna tassa, non esisteranno criminalità e disoccupazione, vivremo tutti fino a 120 anni con un reddito minimo garantito di 5.000 euro al mese. Come capite bene, sto usando l’arma della ironia per sottolineare come questa sia una campagna elettorale ripetitiva, noiosa e scadente, che allo stesso tempo monopolizza lo spazio mediatico. Eppure, nascoste negli angoli, relegate in qualche trafiletto, si incontrano delle Buone Notizie, fari di luce nella nebbia che ci aiutano ad avere speranza nel futuro. Ne ho scelte tre, che propongo ai miei lettori, le considero come una “oasi detox” dalle tossine della campagna elettorale. La prima notizia ci arriva da un post di Facebook, poi rilanciato da molte testate nazionali. Leggiamo quanto scrive Elisa Coltro parlando di sua nonna: Questa è la mia nonna Irma ❤ ️, una giovanotta di 93 anni, che stanott

In memoria di Massimo Amicosante.

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Vi avviso subito, questa storia non ha il lieto fine. Mi scuso inoltre in anticipo per le inesattezze nel campo medico/scientifico dovute alla mia direi nulla competenza in materia. Purtroppo, la persona di cui vi parlerò è recentemente venuta a mancare in seguito ad un tragico e banale incidente casalingo, e vorrei dire quasi mi scuso di parlare di Massimo Amicosante all’interno di un Blog che si occupa di Buone Notizie. Eppure, non riesco a ricordare Massimo senza averne il ricordo di una persona serena, competente, impegnata col proprio lavoro a contribuire ai progressi della ricerca scientifica. Son certo che i frutti del suo lavoro ne porteranno tante di Buone Notizie, saranno questi frutti l’eredità che egli lascia alla collettività. Ho conosciuto il Dottor Massimo Amicosante nel corso del mio ultimo viaggio in Mozambico, avvenuto lo scorso mese di Agosto. Sono da anni un volontario della Comunità di Sant’Egidio e quando ne ho l’opportunità mi reco in Malawi o in Mozam

Tornano le Buone Notizie!

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I venti di guerra dalla Corea del Nord, gli ultimi violenti casi di cronaca (già di per sé gravi, ma quotidianamente amplificati dal sensazionalismo e dalla ricerca dei dettagli pruriginosi che tanto di moda vanno nei media italiani), la “solita” conflittualità politica. Eppure, le buone notizie ci sono, esistono, ci donano speranza ed altro non aspettano che di essere portate alle luci della ribalta. Mi fa innanzitutto piacere che il “Corriere della Sera”, probabilmente il più prestigioso quotidiano italiano (anche se personalmente ho fortissime perplessità sulle scelte editoriali adottate dal neo proprietario Urbano Cairo) mi abbia “rubato” l’idea ed iniziato a pubblicare, ogni martedì, un inserto dedicato alle Buone Notizie. In bocca al lupo al quotidiano di Via Solferino. Tre sono a mio parere le Buone Notizie dell’ultima settimana che meritano un approfondimento: Il Pil Europeo che cresce grazie a donne e migranti, i progressi per la stabilizzazione politica del Centrafrica

Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare

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“A casa” e “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare” (Matteo 25) sono i due titoli scelti da Gianfranco Filacchione per la sua tavola dedicata al “centro polifunzionale della solidarietà” di Via Anicia – Roma. Vorrei accompagnare i miei lettori alla scoperta di questa preziosa opera, dono dell’autore al Centro di Via Anicia. Devo necessariamente compiere due premesse, in parte collegate. Per quanto io possa provare a dare un tono “giornalistico e neutrale” a queste righe, sono emotivamente coinvolto e, per citare l’autore della tavola, abitante della casa bella ed accogliente di Via Anicia. Seconda premessa, Filacchione è un artista a tutto tondo, musicista, pittore, nonché architetto presso la Sovrintendenza Capitolina, ma per me resta prevalentemente un "compagno di merende" del Sabato (coppia fissa, io al cancello, lui alle firme), nonchè un caro amico. Con queste premesse, proverò ad illustrare ai miei lettori la tavola e con essa, le opere misericordiose c

Domenica tutti a pranzo da "Mammina".

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“Domenica a pranzo vado da Mammina”, è una frase che ho spesso sentito dire da Giuseppe, Idris e da tanti dei miei amici senza fissa dimora. I lettori abituali di questo blog già sapranno che sono da anni un volontario della Comunità di Sant’Egidio, ed in particolare mi occupo di assistenza a quelli che in gergo vengono chiamati “barboni”, ma che sarebbe più corretto definire persone senza fissa dimora. Pur avendo sempre sentito parlar bene di “mammina” (e, badate bene, i poveri non mentono mai, se parlano bene di una realtà potete metterci la mano sul fuoco), non avevo chiaro di cosa si trattasse, ed il mio incontro con questa splendida realtà è stato inizialmente del tutto casuale. Un mesetto fa ho partecipato, presso l’Istituto delle Suore Oblate della Sacra Famiglia, alla presentazione del libro "Scuola a Rotelle"  scritto dal giornalista, scrittore, speaker radiofonico e, permettetemi, amico, Paolo Marcacci. Paolo, sapendo dell’esistenza del mio blog e della

Scuola a Rotelle, la disabilità spiegata ai ragazzi

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Metti una di quelle splendide mattinate primaverili che ti fanno amare Roma nonostante il traffico, i rifiuti, le buche etc... Metti un gruppo di studenti delle scuole medie, attenti ed educati, contenti di partecipare ad un evento fuori dalla routine. Mettici degli insegnanti che svolgono la loro professione con passione e competenza. Metti la brillantezza, la vitalità e lo charme della Onorevole Ileana Argentin, capace di tenere viva l’attenzione dei ragazzi per oltre un’ora, mettici come location l’Istituto delle Suore Oblate della Sacra Famiglia (una bella realtà scolastica ma anche di volontariato “concreto” ed operoso, ma di questo ve ne parlerò in una successiva occasione), mischia il tutto ed ottieni l’appassionante presentazione del libro “Scuola a Rotelle”, scritto da Ileana Argentin insieme al giornalista e scrittore, nonché brillante speaker dell’etere romano, Paolo Marcacci. Andiamo con ordine. Lo scorso Venerdì 7 Aprile, su invito dell'amico Paolo Marcacc

Badheea, dalla Siria in Italia con il Corridoio Umanitario

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Migranti, richiedenti asilo, persone che scappano dalla guerra, profughi… quante volte abbiamo sentito usare questi termini, magari anche in maniera appropriata. Il libro di cui vi parlerò oggi, Badheea, ha un enorme merito, quello di dare al “migrante anonimo” un nome, un volto, una storia , aiutandoci a capire cosa spinge non “il profugo” ma Ahmed, Florian, Sergej, a scappare dalla guerra per cercare la fortuna in un nuovo mondo. Inoltre, mi sento di poter dire che le pagine di questo libro danno voce e sostanza all’Italia migliore, quella del volontariato (in collaborazione con la buona politica, che, sì, nascosta ma esiste), ovvero una realtà che non urla e non resta indifferente al dolore altrui ma al contrario, ogni giorno mette anima, cuore e cervello al servizio della collettività e del bene comune. Andiamo con ordine. Ho il piacere di recensire per i miei lettori il libro “Badheea, dalla Siria in Italia con il Corridoio Umanitario”, scritto da Mattia Civico per la C

I CORRIDOI UMANITARI: NON UN SOGNO MA UNA SOLIDA REALTA'

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“Non vendo sogni, ma solide realtà”, recita lo slogan pubblicitario di un noto marchio immobiliare italiano. Prendendo in prestito queste parole, potremmo dire che l’esperienza dei Corridoi Umanitari, nata come un sogno, è divenuta ormai una più che solida realtà , radicata sia nel tempo (il progetto ha brillantemente superato il primo anno di vita) che nello spazio (la Francia ed altri paesi europei hanno mostrato interesse concreto al progetto). Andiamo con ordine. I Corridoi Umanitari, come forse i miei lettori già sapranno, prevedono la possibilità di far entrare in maniera legale persone che si trovano in una situazione di vulnerabilità e che sono potenziali richiedenti asilo nei paesi di transito limitrofi a paesi di guerra. Il visto è destinato innanzitutto alle donne sole con bambini, alle vittime del traffico di essere umani, agli anziani, alle persone con disabilità o con patologie. Si prevede poi un dislocamento dei profughi in varie parrocchie o associazioni s