Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare
“A
casa” e “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare” (Matteo 25) sono i due
titoli scelti da Gianfranco Filacchione per la sua tavola dedicata al “centro
polifunzionale della solidarietà” di Via Anicia – Roma. Vorrei accompagnare i miei
lettori alla scoperta di questa preziosa opera, dono dell’autore al Centro di
Via Anicia.
Devo
necessariamente compiere due premesse, in parte collegate. Per quanto io possa
provare a dare un tono “giornalistico e neutrale” a queste righe, sono emotivamente
coinvolto e, per citare l’autore della tavola, abitante della casa
bella ed accogliente di Via Anicia. Seconda premessa, Filacchione è un artista
a tutto tondo, musicista, pittore, nonché architetto presso la Sovrintendenza
Capitolina, ma per me resta prevalentemente un "compagno di merende" del Sabato (coppia fissa, io al cancello, lui alle firme), nonchè un caro amico. Con queste premesse, proverò
ad illustrare ai miei lettori la tavola e con essa, le opere misericordiose che
si compiono quotidianamente nel Centro di Via Anicia.
Prima
di tutto una spiegazione tecnica. La tavola, di dimensione 80x160 cm, è
composta da 8 tavolette in legno multistrato e realizzata con tecnica a tempera
all’uovo con inserti a rilievo di creta sintetica, per finire con decorazioni
di foglie di oro ed argento con acrilici argentati.
In
sintesi estrema, presso il Centro di Via Anicia le persone senza fissa dimora
possono farsi una doccia, ricevere un cambio di vestiario, mettere i panni in
lavatrice, ma per capire meglio il tutto vi chiedo di seguirmi nella spiegazione della tavola.
A
sorreggere la tavola, ed in qualche modo a proteggere il Centro di Via Anicia,
troviamo degli angeli. L’autore vuole indicare che per quanto possa essere
prezioso il lavoro dei singoli volontari, c’è una presenza “superiore” a proteggere il
sereno svolgimento delle attività. Potremmo anche dire che i volontari sono
degli angeli mandati in soccorso di chi soffre.
Appena
sotto, un volontario (citazione autobiografica, normalmente il sabato sono io
quello al cancello) apre la porta e fa entrare il “povero”, inizialmente anonimo e sconosciuto, che poi col tempo
diviene un amico. Per me ad esempio è riconoscibilissima la sagoma della persona che
entra, non la cito per motivi di privacy ma è un simpatico e fedelissimo
frequentatore del nostro centro; insieme a lui entra però un fiume d’acqua,
segno di purificazione. A destra, possiamo vedere le persone serenamente sedute
sulle comode panche, a sinistra, l’autore ci porta al piano di sopra di Via
Anicia, dove ha sede una residenza per malati terminali, sempre gestita dalla
Comunità di Sant’Egidio.
Iniziamo
ad addentrarci nelle attività del Centro. A sinistra del fiume, un angelo
distribuisce delle buste, si tratta dell’aiuto alimentare garantito in diversi
giorni della settimana a persone in difficoltà, oltre 700 pacchi alimentari
distribuiti settimanalmente a pensionati che non arrivano a fine mese, immigrati,
famiglie rom, e così via. Appena sotto, riconosciamo le docce, per dare qualche
numero ogni sabato vengono a Via Anicia tra le 30 e le 40 persone, ognuno
riceve biancheria pulita ed ha la possibilità di farsi una doccia rinfrescante
d’estate e tonficante d’inverno. Una chicca, seduto al tavolino a raccogliere
le firme delle persone che entrano, riconosciamo Gianfranco, l’autore di questa
splendida tavola.
Seguiamo
il fiume e continuiamo con la spiegazione. A destra del fiume, ad altezza
centrale, troviamo sia le lavatrici, sia il magazzino di vestiario, dove Ketty
e la sua band compiono dei veri e propri miracoli: è facile vedere una persona
entrare con le scarpe rotte ed i vestiti consumati ed uscire pochi minuti dopo
benvestita e con capi di abbigliamento alla moda.
C'è una nota di fondo che accompagna tutti i sabati pomeriggio che passo a Via Anicia, che in qualche modo si intravede anche nella tavola. Di solito chi bussa alla nostra porta è triste, stanco e sconsolato dalle mille difficoltà della vita di strada, quasi sempre le persone escono rinfrancate e col sorriso sulle labbra, al termine di un pomeriggio piacevole in un contesto accogliente.
C'è una nota di fondo che accompagna tutti i sabati pomeriggio che passo a Via Anicia, che in qualche modo si intravede anche nella tavola. Di solito chi bussa alla nostra porta è triste, stanco e sconsolato dalle mille difficoltà della vita di strada, quasi sempre le persone escono rinfrancate e col sorriso sulle labbra, al termine di un pomeriggio piacevole in un contesto accogliente.
A
sinistra possiamo vedere un tavolo d’ufficio. Il Centro mette a disposizione
delle persone bisognose una sorta di centro di ascolto/spazio di consulenza, in
pratica un momento di serenità durante il quale ogni persona può sia raccontare
la propria storia, sia essere aiutata nelle mille incombenze burocratiche o
nella ricerca del lavoro. Vi posso garantire che per gente messa ai margini
dalla società è davvero una preziosa opportunità quella di avere un referente,
un amico, col quale confidarsi e col quale provare a progettare un futuro
migliore, anzi prossimamente vorrei raccontare ai miei lettori una delle tante storie di persone "rinate" grazie al lavoro di Via Anicia.
Appena
sopra le lavatrici, vediamo dei volti raffiguranti le diverse razze umane. Il
Centro è aperto a tutti, bianchi, neri, cinesi, giovani, anziani, l’autore con
quelle facce differenti vuole in qualche modo raffigurare l’umanità intera.
Il
fiume scendendo si allarga sempre di più, potremmo dire cresce l’amicizia e la
familiarità coi nostri amici senza fissa dimora, la forza travolgente
dell’acqua purifica dai peccati e dalle difficoltà della vita e fa rinascere ad
una vita nuova, rasserenata dall’amicizia. Alla destra del fiume, uno dei
momenti più belli e commoventi del Centro: il festeggiamento dei compleanni.
Quello
che era il “povero anonimo”, è ormai diventato Alberto, Rosario, Claudio,
Loredana, un amico col quale condividere affanni, preoccupazioni, ma anche un
momento di festa come quello del compleanno. Ovviamente, il compleanno (sia dei
frequentatori del centro, sia dei volontari) va festeggiato con una torta ed un regalo, e vi
posso garantire che le torte di Ivana sono davvero squisite ed hanno un vero
potere terapeutico!
(Altra
chicca, Ivana la riconoscete, insieme a Roberta la moglie di Gianfranco, in
basso a destra mentre distribuisce la merenda).
In
basso a sinistra, Gianfranco ha voluto inserire Gesù che in Paradiso accoglie e
abbraccia gli amici che negli anni hanno raggiunto la Casa del Padre. Maurizio,
Thomas e con lui tanti altre altre storie sempre vive nei nostri cuori, persone
che comunque hanno finito i loro anni circondati dall’affetto di una grande
famiglia.
La
tavola inizia con degli angeli e termina con il popolo riunito in preghiera. Da
un paio d’anni, una volta al mese, abbiamo preso l’abitudine di pregare coi
nostri amici senza fissa dimora, una preghiera bella e liberante, un momento
toccante di fraternità e riconciliazione.
“Togliti
i sandali, perché il luogo dove stai è terra santa”, disse Dio a Mosè di fronte
al roveto ardente. Il Centro di Via Anicia è davvero un luogo santo, benedetto
dall’amore del Padre Misericordioso. Da oggi grazie a Gianfranco abbiamo un
segno concreto e visivo della bellezza e della santità di Via Anicia.
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