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Braccialetti Rossi, quando la Tv trasmette valori positivi.

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In questi giorni Rai Uno sta trasmettendo le repliche di una delle Fiction di maggior successo della stagione televisiva, parlo di “Braccialetti Rossi”, le storie di sei piccoli malati che hanno conquistato l’affetto di tanti telespettatori. A mio parere la serie di “Braccialetti Rossi ha un enorme merito”, parlare di malattia ed ospedali con dolcezza e tenerezza, senza però speculare sul dolore. Mi spiego, esiste un enorme filone di quella che viene chiamata “Tv del Dolore” che per me è quanto di peggio possa essere veicolato dal mezzo televisivo; Mi riferisco alla attenzione morbosa ed ossessiva riservata dai media ad alcuni casi di cronaca (penso al piccolo Loris, a Yara solo per fare degli esempi), ad intere trasmissioni dedicate a sviscerare il dolore in tutte le sue forme, con dettagli morbosi ed intimi della vita familiare degli indagati. Penso al plastico di Cogne di Bruno Vespa, ad ore ed ore di dibattito sugli slip di Yara, a programmi come quelli di Barbara D’