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Visualizzazione dei post con l'etichetta Sant'Egidio

2015 Germogli di Pace

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Gli attentati di Parigi, il dramma dei Migranti racchiuso nella morte del Piccolo Aylan, la Guerra in Siria che continua, la crisi economica nel nostro paese. Sembra difficile trovare posto per le buone notizie nel corso dell’anno che sta per finire. Eppure, senza voler minimizzare alcune realtà complesse e spesso drammatiche, è possibile scorgere alcuni Germogli di Pace seminati nel 2015 che speriamo possano effettivamente sbocciare nel 2016. Andiamo con ordine, partendo dagli scenari di guerra e del terrorismo, strettamente legati ai fenomeni migratori. E’ di pochi giorni fa la notizia della formazione di un Governo di Unità Nazionale in Libia : se ovviamente è prematuro sbilanciarsi e prevedere una pace stabile, va sottolineato che dopo anni di caos totale per la prima volta esiste una strada, abbastanza concreta, per portare Pace e Stabilità nella sponda Sud del Mediterraneo. Il Nuovo Governo Libico ha tra i principali obiettivi a medio termine il controllo del terri

Uno sgombero senza senso

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Mi scuseranno i miei lettori se utilizzo le pagine di questo blog, dedicato alla diffusione di Buone Notizie, per dare conto di alcuni avvenimenti per niente positivi accaduti nell'ultimo mese nel Comune di Roma.   Come forse saprete, circa 15 gg. fa, l'amministrazione Marino ha avuto la brillante idea di sgomberare il cosiddetto Borghetto della Pace, un insediamento in discrete condizioni dove vivevano 300/400 tra rifugiati e persone con varie problematiche abitative. Uno sgombero senza preavviso realizzato oltretutto con ferocia e cattiveria gratuita, con utilizzo di ruspe per radere al suolo tanti modesti alloggi che comunque garantivano un tetto a tante persone. La notizia la trovate su molti giornali, ne abbiamo anche parlato su questo blog elogiando la solidarietà in rete , cioè il sostegno concreto ed efficace di un gruppo di volontari che, a partire dal tam tam della rete hanno portato aiuti concreti agli oltre 300 sfollati.   Voi direte, il Comune ha smantel

La Grande Bellezza (della solidarietà)

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La Grande Bellezza è il titolo del film di Paolo Sorrentino vincitore del Premio Oscar 2014 come miglior film straniero. Film osannato dalla critica, amato specialmente all’estero, film che ha riportato l’Oscar in Italia dopo 15 anni dalla vittoria (quella sì strameritata) di Benigni con La Vita è Bella . Per fortuna di Sorrentino non sono uno stimato critico cinematografico perché personalmente ho trovato La Grande Bellezza un film brutto, noioso, banale, senza trama, scontato. Una carrellata di luoghi comuni su Roma ed i suoi abitanti, neanche particolarmente riuscita. Una serie di belle inquadrature (a Sorrentino riconosco abilità nelle sceneggiature) fine a se stessi. Uno dei messaggi del film dovrebbe essere in sintesi questo: Roma vive nella gloria della sua Grande Bellezza, ma la Roma di oggi è una città triste e squallida popolata da cafoni arricchiti. E’ una lettura che condivido solo in minima parte, perché se è indubbio che esiste una Roma Marcia (basti pensare

Dream, Il Miracolo della Resurrezione.

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Quello che leggerere è il racconto romanzato, con nomi e luoghi di fantasia, di quanto quotidianamente accade nel Programma Dream , che da anni cura con successi sorprendenti i malati di Aids in Africa. Rebecca non ha neppure 8 mesi quando, accompagnata dalla madre poco più che ragazzina arriva in pessime condizioni al Centro Dream di Inhassoro, nel Nord del Mazambico. In teoria per accedere al Centro bisogna fare una fila e prendere la prenotazione, ma vista la gravità della situazione Melanie, la Coordinatrice del Centro, porta subito Rebecca dal dottore. La bimba è sottopeso e appare notevolmente disidratata, ed ha lo sguardo assente. Il Dottor Giacomo, un Medico italiano che ogni anno passa il suo mese di ferie curando in maniera volontaria i pazienti del Centro, subito le prescrive alcune analisi e tramite delle flebo inizia a dare idratazione a Rebecca. Passa un mese, e con i test effettuati presso il Centro si ha la conferma che sia Rebecca che la Madre sono affet

Via Modesta Valenti, Memoria e Solidarietà.

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Via Modesta Valenti Via Veneto, Via del Babbuino, Via dei Fori Imperiali, Via Condotti, sono solo alcune delle strade che fanno di Roma una città unica al mondo; Oggi vorrei però parlarvi di una via meno conosciuta ma probabilmente più importanti, una via che è per tante persone un approdo sicuro, una casa, un luogo di protezione. Parliamo di Via Modesta Valenti, una strada “virtuale”, creata nel 2002 dal Comune di Roma su iniziativa della Comunità di Sant’Egidio, per dare un indirizzo a chi è senza dimora. Vorrei prima parlarvi del valore simbolico e pratico di un indirizzo virtuale, in seguito vorrei condividere con voi la storia di Modesta, e il grande lavoro di solidarietà ed umanizzazione della città che prende spunto da tale memoria. Cosa se ne fa un barbone della residenza se in fondo il suo reale domicilio resta la strada? Vi invito a ragionare con me. Avere una residenza aiuta ad avere una identità ed una collocazione. Di fatto senza la residenza non è possibile a

Un Calcio Alle Sbarre

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo una bella storia proveniente dal Carcere di Avezzano. Un Sabato di Sport ed Amicizia tra reclusi e volontari, idealmente un calcio alle sbarre che separano il recluso dalla società. Prima di lasciare spazio alle parole di Fabio Gui, volontario di Sant’Egidio, due brevissime riflessioni: 1.     Dal racconto di Fabio emerge la forza di un lavoro comune, una rete tra varie associazioni, una realtà dove ognuno mette un tassello di bene in un Mosaico. 2.     Ricordiamo l’articolo 27 della Costituzione Italiana che recita “ Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato ”. Ben conosciamo il quadro drammatico di suicidi, spazi carcerari al limite della vivibilità, di tensioni estreme che si vive nelle Carceri Italiane, tanto più giornate di amicizia hanno un valore enorme di pacificazione e rieducazione. Da qui in poi, il racconto di Fabio Gui: “Mettete

Le Docce del Papa ed il Centro di Via Anicia

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«Qui a Roma nessuno muore di fame, un panino si rimedia ogni giorno. Ma non ci sono posti dove andare in bagno e dove lavarsi», racconta Franco, un senza fissa dimora, al Vescovo Konrad Krajewski, elemosiniere del Papa, di fatto il suo braccio destro per le opere caritatevoli. Pochi giorni fa Vatican Insider  ha riportato la notizia che, su volontà personale di Papa Francesco, inizieranno dei lavori nei Bagni di Piazza San Pietro per costruire tre docce per i Senza Tetto. Vi consiglio di leggere il racconto di Don Corrado (così viene affettuosamente chiamato Krajewski) che bene spiega la realtà dei senza fissa dimora a Roma e la rete di accoglienza ad oggi esistente. Va aggiunto che Don Corrado è in qualche modo la prosecuzione fisica di Papa Francesco. Sappiamo che Bergoglio quando era Vescovo a Buenos Aires si recava con regolarità nelle periferie e nei quartieri disagiati, sono personalmente convinto sarebbe sua intenzione farlo anche a Roma ma il protocollo e   le esigenze

Tra Cielo e Terra. Storie dal Carcere.

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L’articolo 27 della Costituzione Italiana recita testuale: “La responsabilità penale è personale. L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato Non è ammessa la pena di morte.” In questi giorni si è, giustamente, molto parlato del caso Cucchi e della assoluzione di chi quasi certamente ha provocato la sua morte. La vicenda Cucchi ha mostrato per l’ennesima volta la drammaticità e le problematiche del sistema penitenziario, una realtà dura, con poche risorse, pochissime idee e rarissimi spazi di umanità e possibilità di riscatto sociale. Se la vicenda Cucchi è la punta di un iceberg, la realtà quotidiana del sistema penitenziario è fatta di suicidi per disperazione, di carceri sovraffollate, di un sistema punitivo e non rieducativo che toglie la speranza ai carcerati. Proprio per questo, storie come quelle che ci ha invia