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Donne e Olimpiadi

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Alcune rapide considerazioni sui Giochi Olimpici. Fa piacere, ad un blog che si occupa di Buone Notizie, notare che in questi giorni siamo tutti presi dalle vittorie o sconfitte dei nostri atleti, mentre ci rapisce la bellezza dello scenario di Rio de Janeiro con le sue spiagge e colline. Le nazioni si combattono, ma sui campi di gioco e non tramite le armi.   Questo non vuol dire che lo scenario internazionale si sia improvvisamente pacificato, è sempre vivissimo il dramma siriano in particolare nella città di Aleppo, ma il terrorismo che nel mese di Luglio aveva dispiegato tutta la sua forza del male nelle città europee   sembra per fortuna “distratto” dai giochi olimpici. I valori dello sport (sacrificio, sudore, tenacia, lotta, resistenza) stanno avendo la meglio sugli pseudovalori propagandati dal terrorismo. Sembrerebbe quasi sia stata ripresa l’antichissima tradizione greca della Tregua Olimpica, quando le città elleniche sospendevano ogni attività bellica per conse

#NotInMyName

Sta diventando virale l’iniziativa lanciata solo pochi giorni fa dall’associazione britannica Active Change Foundation. #NotInMyName, non nel mio nome. L’iniziativa parte dal un gruppo di musulmani inglesi e sta facendo il giro del mondo è quella di dice che “l’Isis non rappresenta l’Islam e non deve essere identificato con i musulmani.” E già centinaia di persone si postando la propria fotografia con un cartello con la scritta #NotInMyName per condannare lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante È un modo concreto, mentre i giornali raccontano di tanti europei che partono per prendere parte a questa guerra accanto al Califfato nero, che ci sono molti musulmani che non si riconoscono nell’assurda violenza dell’Isis.   Su youtube si può vedere il video che spiega l’iniziativa .

Islam e Isis non sono la stessa cosa

Il mondo intero inorridisce di fronte alle terribili immagini provenienti dall’Iraq, dove il sanguinoso regime dell’Isis (il cosiddetto Califfato Islamico) ha per la terza volta sgozzato un Occidentale. Ieri, purtroppo, la violenza feroce dell’Isis ha ucciso David Haines, un cooperante scozzese rapito durante una missione umanitaria in Siria, ed il coinvolgimento di un cittadino britannico è un ulteriore segnale di un potenziale allargamento del conflitto tra l’Isis e l’Occidente. La situazione è complessa e non voglio su queste pagine negare il pericolo di un regime sanguinoso come l’Isis. Vorrei però fare una importante e necessaria distinzione: L’Islam è una cosa e l’Isis un’altra. Può sembrarvi una banalità ma non è affatto così, ed è fondamentale distinguere visto che una certa stampa (con una enfasi sensazionalista che non piace affatto agli autori di questo blog) di fatto identifica l’Isis con l’Islam. “La Minaccia dei Barbari”, “Invasione Islamica”, “L’esercito dei Tagl

La pace è il futuro

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La pace è il futuro? Il mondo è in guerra. Una “Terza guerra mondiale, solo che si combatte a pezzetti, a capitoli” come ha ricordato Papa Francesco tornando dal suo viaggio in Corea del Sud a metà agosto. Le orribili decapitazioni dell’Isis in medio oriente, la preoccupante crisi ucraina al centro dell’Europa sono solo due dei tanti esempi che si potrebbero fare. Ma la pace e il dialogo sono il futuro? In questi giorni ad Anversa, in Belgio, si riuniscono 350 leader religiosi di tutto il mondo, convocati dalla Comunità di Sant’Egidio nell’annuale meeting “Uomini e Religioni” che la Comunità ha promosso all’indomani dello storico incontro voluto da papa Giovanni Paolo II ad Assisi nell’86. In questi anni la Comunità di Sant’Egidio, come in un lungo pellegrinaggio, ha toccato tante città e paesi, incontrando e facendo incontrare leader religiosi e uomini di governo, dove il dialogo e l’incontro con l’altro non è mai stato un momento ne scontato ne banale.     Ad Anversa, ri