Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta rifugiati

Due Anni di Buone Notizie

Immagine
Buone Notizie compie i primi 2 anni di vita. Se fino a questa età si gattona e poi si cammina ma con passo ancora incerto, vorremmo da qui in poi iniziare a camminare a passi svelti verso il futuro. Vorrei in qualche modo celebrare questo anniversario attraverso due linee guida: 1) ripercorrere alcune delle iniziative che abbiamo “adottato” come Blog (penso per fare un esempio ai Corridoi Umanitari ) . 2) Riflettere sulla necessità e sul valore giornalistico di diffondere le Buone Notizie in tempi che a molti appaiono tristi e senza speranza. Prima di proseguire, vorrei ringraziare i sempre più numerosi lettori di questo Blog, gli amici, i sostenitori, le persone che hanno scritto su queste pagine, quelle che hanno proposto storie, le persone che sono “protagoniste nel bene” di molte delle storie raccontate. Se dopo due anni siamo qui a scrivere ed a pensare al futuro è grazie ad ognuno di voi. Vorrei partire dal secondo punto: che senso ha oggi parlare di Buone Noti

Uno sgombero senza senso

Immagine
Mi scuseranno i miei lettori se utilizzo le pagine di questo blog, dedicato alla diffusione di Buone Notizie, per dare conto di alcuni avvenimenti per niente positivi accaduti nell'ultimo mese nel Comune di Roma.   Come forse saprete, circa 15 gg. fa, l'amministrazione Marino ha avuto la brillante idea di sgomberare il cosiddetto Borghetto della Pace, un insediamento in discrete condizioni dove vivevano 300/400 tra rifugiati e persone con varie problematiche abitative. Uno sgombero senza preavviso realizzato oltretutto con ferocia e cattiveria gratuita, con utilizzo di ruspe per radere al suolo tanti modesti alloggi che comunque garantivano un tetto a tante persone. La notizia la trovate su molti giornali, ne abbiamo anche parlato su questo blog elogiando la solidarietà in rete , cioè il sostegno concreto ed efficace di un gruppo di volontari che, a partire dal tam tam della rete hanno portato aiuti concreti agli oltre 300 sfollati.   Voi direte, il Comune ha smantel

Refugee ScART, L'ARTE DEI RIFUGIATI

Immagine
Un’esplosione di colori che si genera dall’immondizia, così si potrebbe sintetizzare il lavoro dei rifugiati artigiani del laboratorio di RefugeeScart. Bracciali, segnalibri, bicchieri, piatti, sottopiatti, cinture, borse e tanto altro i pezzi unici della collezione realizzata dai rifugiati del laboratorio situato alla Montagnola, tutto rigorosamente fatto a partire da materiale di scarto.   ““il mio intento insieme a quelli degl’altri volontari, che seguono e sostengono i ragazzi rifugiati, è di dare un lavoro, un’indipendenza,.a persone, gl’ospiti dei centri d’accoglienza che troppo spesso vengono tenute ai margini della società” ci spiega Marichia Simcik Arese, fondatrice del progetto. “Vista la difficoltà della crisi, abbiamo deciso che bisognava inventarselo il lavoro”. I ragazzi rifugiati, che attualmente lavorano, al laboratorio sono circa una decina, quasi tutti provenienti dall’Africa subsahariana. Ogni giorno, prima di andare a lavorare, fanno il giro dei superme