2015 Germogli di Pace

Gli attentati di Parigi, il dramma dei Migranti racchiuso nella morte del Piccolo Aylan, la Guerra in Siria che continua, la crisi economica nel nostro paese. Sembra difficile trovare posto per le buone notizie nel corso dell’anno che sta per finire. Eppure, senza voler minimizzare alcune realtà complesse e spesso drammatiche, è possibile scorgere alcuni Germogli di Pace seminati nel 2015 che speriamo possano effettivamente sbocciare nel 2016.



Andiamo con ordine, partendo dagli scenari di guerra e del terrorismo, strettamente legati ai fenomeni migratori. E’ di pochi giorni fa la notizia della formazione di un Governo di Unità Nazionale in Libia: se ovviamente è prematuro sbilanciarsi e prevedere una pace stabile, va sottolineato che dopo anni di caos totale per la prima volta esiste una strada, abbastanza concreta, per portare Pace e Stabilità nella sponda Sud del Mediterraneo.

Il Nuovo Governo Libico ha tra i principali obiettivi a medio termine il controllo del territorio, come sappiamo l’Isis ha approfittato del caos libico per insediarsi nel territorio di Sirte. Sintetizzando all’estremo, un governo stabile in Libia sarebbe anche una forza di contrasto al terrorismo internazionale, sempre più vicino alle coste europee. La Libia è anche uno dei paesi da cui partono le navi cariche di migranti, ed anche qui, sintetizzando, una Libia stabile vorrebbe dire meno viaggi della speranza su navi inadatte ad affrontare i mari in tempesta.



Dalla Libia passiamo alla Siria. Forse è stato per questo paese l’anno peggiore, il culmine dello scontro tra i ribelli ed il regime di Assad, con milioni di siriani che hanno lasciato il paese o quello che ancora ne resta in piedi. Eppure, anche nel caos siriano si inizia ad intravedere una via d’uscita. Pochi giorni fa il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimità una Road Map per dei Colloqui di Pace a partire da Gennaio 2016. Difficile fare previsioni, la situazione è davvero complessa e permangono ad esempio divergenze tra le idee di Obama e quelle di Putin, anche se tutti i principali leader mondiali concordano sulla necessità di una soluzione negoziale per il dramma siriano. Nel frattempo, tra mille contraddizioni ed alleanze variabili, le potenze mondiali hanno iniziato a contrastare militarmente l’Isis, che infatti nell’ultimo mese ha perso terreno ed alcune città strategiche come l’iraqena Ramadi.

Parliamo dei migranti. Premesso che la stabilizzazione della Libia e la fine del conflitto siriano potrebbero portare ad una diminuzione dei flussi migratori, concentriamoci su quanto accaduto quest’anno. Proprio ieri l’Unchr ha diffuso il dato di un milione di migranti arrivati in Europa nel corso del 2015. I numeri sono drammatici, imponenti, ed oltretutto molti sono quelli che non ce l’hanno fatta, pensiamo al piccolo Aylan. C’è però un elemento che vorrei sottolineare, ed è il cambiamento culturale avvenuto in Europa. Se è vero che esiste una Europa della Chiusura (le idee di Salvini e Le Pen per capirci), ha preso sempre più forza e peso politico l’Europa della Solidarietà. Singoli cittadini, istituzioni, ma anche leader politici come la Merkel, hanno creato un clima di solidarietà ed accoglienza, che ci fa ben sperare per il futuro. Basti la frase RefugeesWelcome per sintetizzare le numerosissime iniziative con cui tanti hanno voluto mostrare sostegno e vicinanza al dramma di chi scappa dalle guerre.




Cito ad esempio la firma di un Protocollo di Intesa tra le Chiese Valdesi, la Comunità di Sant’Egidio, la Comunità Giovanni XXIII ed il Governo Italiano per l’apertura dei Corridoi Umanitari, in sintesi estrema la possibilità di accogliere profughi evitando loro viaggi drammatici e spesso letali. E’ solo un esempio di come la Società Civile Europea si sia mobilitata, economicamente ed intellettualmente, a sostegno della causa dei Migranti.

Infine, uno sguardo a casa nostra. Dopo anni di recessione molti dati economici nel corso del 2015 hanno invertito la tendenza. Il Pil torna al segno più dopo 3 anni, la disoccupazione seppur lentamente ha iniziato a scendere, i consumi sono in ripresa, è aumentato il turismo interno. Non voglio con queste mie parole fare uno Spot al Governo, la strada da fare è ancora molta, per ripartire davvero avremmo bisogno di uno scatto (non solo economico ma anche morale), ma sottolineo con piacere una inversione di rotta, sperando che nel 2016 il nostro paese possa davvero consolidare la Ripresa Economica che iniziamo a vedere.


Mario Scelzo.

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