Braccialetti Rossi, quando la Tv trasmette valori positivi.
In questi giorni Rai Uno sta trasmettendo le repliche di una
delle Fiction di maggior successo della stagione televisiva, parlo di “Braccialetti
Rossi”, le storie di sei piccoli malati che hanno conquistato l’affetto di
tanti telespettatori.
A mio parere la serie di “Braccialetti Rossi ha un enorme
merito”, parlare di malattia ed ospedali con dolcezza e tenerezza, senza però
speculare sul dolore. Mi spiego, esiste un enorme filone di quella che viene chiamata
“Tv del Dolore” che per me è quanto di peggio possa essere veicolato dal mezzo
televisivo; Mi riferisco alla attenzione morbosa ed ossessiva riservata dai
media ad alcuni casi di cronaca (penso al piccolo Loris, a Yara solo per fare
degli esempi), ad intere trasmissioni dedicate a sviscerare il dolore in tutte
le sue forme, con dettagli morbosi ed intimi della vita familiare degli
indagati.
Penso al plastico di Cogne di Bruno Vespa, ad ore ed ore di
dibattito sugli slip di Yara, a programmi come quelli di Barbara D’Urso che
intervistano la nonna del vicino del cugino della vittima per farsi dire che
era tanto una brava persona.
A mio parere spesso in Italia si scade da una doverosa
cronaca informativa ad una ossessione morbosa per i delitti più efferati, per i
pianti in diretta e per la tv delle lacrime.
Al contrario, Braccialetti Rossi ha la capacità ed il dono di
raccontare vicende complesse (come la vita di sei piccoli pazienti gravemente
ammalati) con tenerezza, ironia e leggerezza.
Seguendo le vicende di Leo, Vale, Cris e del resto della
Banda, lo spettatore è attratto dalla loro carica vitale, dalla forza di
volontà di ragazzi ammalati nel corpo ma forti nello spirito. La fiction
trasmette un messaggio di speranza e di umanità che è una benedizione in questi
tempi troppo spesso grigi e tristi.
Va sottolineato un altro aspetto; Vero che si tratta di una
fiction, ma i piccoli ammalati si vengono a trovare in un Ospedale che funziona
ed entrano in contatto con Medici ed Infermieri sia capaci ma soprattutto umani
e comprensivi. Le storie di ognuno dei ragazzi ci mostrano come quanto un sorriso,
una parola dolce, un gesto di incoraggiamento siano spesso più efficaci di una
terapia accurata.
Chi frequenta gli Ospedali sa che purtroppo spesso la routine
del lavoro e le difficoltà legate ai tagli alla spesa pubblica portano tali
luoghi ad essere freddi ed in accoglienti, e spesso anche il personale medico o
paramedico lavora senza un minimo di umanità e compassione.
Ben venga quindi una Fiction capace di trasmettere valori
positivi e necessari come la tenerezza (di cui ha recentemente parlato Papa
Francesco, dal Natale deriva la tenerezza verso i più piccoli), la solidarietà,
la compassione.
Mi permetto di concludere con una notazione da addetto ai
lavori. Si dice nell’ambiente tv che il buonismo non paga dal punto di vista
degli ascolti, e spesso alcune idee brillanti vengono poi bocciate dagli autori
con l’idea che “non farebbe audience”, mentre al contrario si dice che “tirano ascolti”
programmi idioti come L’Isola dei Famosi, il Grande Fratello, oppure la
cosiddetta Tv del Dolore.
Bene, Braccialetti Rossi ha avuto nelle 6 puntate uno Share
medio del 22.5%, media tra un inizio al 20% ed un finale in crescendo col 25.5
e sette milioni di spettatori. Numeri importanti e sopra la media del Canale,
che testimoniano la bontà di un prodotto di successo.
Braccialetti Rossi (ma penso anche ai Dieci Comandamenti di
Benigni) ci mostra come sia possibile coniugare buoni ascolti, qualità alta e
trasmissione di contenuti positivi. E’ una Buona Notizia, anche per questo
aspettiamo fiduciosi la seconda serie.
Watanka!
Mario Scelzo
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