Il pranzo di Natale con i poveri

Il Natale sembra sempre un momento particolare. Ma spesso ci si dimentica di chi il Natale lo vive da solo perché senza famiglia o senza casa.

Da anni passo, come volontario, il Natale con i poveri e ve lo vorrei raccontare.

Quest’anno ho passato il Natale al Centro di Formazione Professionale di Roma "Simonetta Tosi" a Testaccio. La scuola è stata aperta per accogliere alcuni poveri del quartiere ed anziani di un’RSA. Era uno dei tanti pranzi di Natale che la Comunità di Sant’Egidio ha fatto a Roma ed in tante città d’Europa e del mondo.

La cosa che mi colpisce ogni anno non è solo vedere i volontari della Comunità di Sant’Egidio, come me, che passano un giorno di festa con i più poveri, persone che per altro sono seguite nella quotidianità tanto da diventare parte della famiglia di ognuno, ma incontrare sempre più gente che decide di passare questo giorno non con la famiglia (o portare l’intera famiglia) ma di mettersi al servizio dei più bisognosi.

Il pranzo a Testaccio è stato preparato, per esempio, da alcuni studenti della scuola (tra i diversi corsi professionali attivi alla Simonetta Tosi anche uno di cucina) coordinati dai loro maestri (gli chef Severino Gaiezza, Angelo Marra e Renzo Montanari), ed è stato servito da alcuni insegnanti della scuola. Alcuni studenti si erano preoccupati di allestire la sala e creare le decorazioni mentre Babbo Natale è stato interpretato dal direttore della scuola stessa.

Altra cosa che colpisce ogni anno è il clima che si crea, chi serve e chi è servito sembra legato da un profondo affetto.

Il pranzo è curato in ogni minimo dettaglio, dal menù (pasta al forno, arrosto con tortino di patate, dolci natalizi) all’allestimento. Tavolate preparate ognuno con un posto assegnato e prima di andare via ad ogni ospite un regalo personalizzato.

I pranzi di Natale con i poveri della Comunità di Sant’Egidio nascono nel 1982 quando un piccolo gruppo di persone (giovani, anziani soli, persone senza dimora) si riuniscono intorno ad una tavola imbandita dentro Santa Maria in Trastevere. Una tradizione più che trentennale che oggi vede, solo a Roma 108 pranzi con oltre 15.000 ospiti in molti quartieri della città (da Centocelle all’Esquilino, e poi Garbatella, Laurentino, Nomentana, Ostia, Prima Porta, Primavalle, Serpentara, Monteverde, Testaccio, Tiburtino, Tor Bella Monaca, Tor de Cenci, Tor Marancia, Tor Pignattara, Torrenova, Torrino, Trullo, Tufello, Torre Angela, Alessandrino, Colli Aniene) ed in oltre 20 istituti per anziani.

Ma non solo Roma, 220 pranzi in più di 60 città italiane, da Genova, a Messina, da Milano a Firenze, Torino, Novara, Napoli, Catania, Palermo; ed in oltre 600 città del mondo In Europa (Spagna, Germania, Russia, Austria, Ungheria, Romania, Francia, Portogallo, Ucraina, Belgio) nelle Americhe (Salvador, Messico, Argentina, Guatemala, Cuba, USA, Canada) In Africa (Mozambico, Guinea Conakry, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Camerun, Madagascar, Tanzania, Uganda, Congo, Malawi, Nigeria) e in Asia (Indonesia, Filippine, Cambogia, Pakistan).

Questo è stato in mio Natale. Chi avesse voglia di raccontare un Natale particolare ci può scrivere a mario.scelzo@gmail.com

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