I CORRIDOI UMANITARI: NON UN SOGNO MA UNA SOLIDA REALTA'
“Non vendo sogni, ma solide realtà”,
recita lo slogan pubblicitario di un noto marchio immobiliare italiano.
Prendendo in prestito queste parole, potremmo dire che l’esperienza dei
Corridoi Umanitari, nata come un sogno, è divenuta ormai una più che solida
realtà, radicata sia nel tempo (il progetto ha brillantemente superato il primo
anno di vita) che nello spazio (la Francia ed altri paesi europei hanno
mostrato interesse concreto al progetto). Andiamo con ordine.
I Corridoi Umanitari, come forse i
miei lettori già sapranno, prevedono la possibilità di far entrare in maniera
legale persone che si trovano in una situazione di vulnerabilità e che sono
potenziali richiedenti asilo nei paesi di transito limitrofi a paesi di guerra.
Il visto è destinato innanzitutto alle donne sole con bambini, alle vittime del
traffico di essere umani, agli anziani, alle persone con disabilità o con
patologie. Si prevede poi un dislocamento dei profughi in varie parrocchie o
associazioni sparse per l’Italia, le quali concretamente si occupano della “accoglienza
diretta sul territorio”.
Il progetto dei Corridoi Umanitari è
nato poco più di un anno fa grazie alla firma di un protocollo d'intesa tra il
Ministero degli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, il Ministero
dell'Interno, la Comunità di Sant'Egidio, la Federazione delle Chiese
Evangeliche in Italia e la Tavola Valdese, ed i paesi coinvolti nel progetto
iniziale sono stato il Libano per i profughi siriani e il Marocco sia per
profughi siriani ma anche per i paesi dell'Africa sub-sahariana. L'obiettivo
principale di questo progetto è di evitare il traffico di esseri umani, di
evitare le morti in mare, e far vedere che è possibile utilizzare altri canali
di ingresso che non siano le vie dei barconi della morte.
Il 29 Febbraio 2016 può essere
considerata la “data di nascita” dei Corridoi Umanitari, quel giorni infatti
atterrarono a Roma Fiumicino 93 persone (di cui 41 bambini) provenienti dalla
Siria. A distanza di poco più di un anno, sono arrivate in Italia quasi 700
persone, dislocate in 68 comuni e 17 regioni italiane. Da Bari a Brescello,
dalla Maddalena a Gioiosa Ionica, da Trento a Salerno il progetto ha visto un
coinvolgimento attivo di Comuni, Parrocchie ed Associazioni, vi invito a
leggere qualcuna delle storie che trovate ai link corrispondenti.
Questi numeri di per sé sono già un
successo, nel corso dell’anno si raggiungerà la quota di 1.000 prevista dal
protocollo iniziale, eppure siamo solo all’inizio, molto probabilmente i primi
arrivati (che poi hanno un nome ed una storia, sono persone e non “profughi”)
altro non sono che l’avanguardia di una “rivoluzione culturale”, ovvero di un
nuovo modello per ripensare la questione migratoria.
Durante il 2016, sia lo Stato di San
Marino, sia di fatto la Città del Vaticano attraverso il viaggio di 12 siriani
nell’aereo di ritorno del viaggio di Papa Francesco da Lesbo, hanno aderito
ufficialmente ai Corridoi Umanitari. Nel mese di Gennaio 2017 si è avuta la
firma di un importante Protocollo d’Intesa tra la Conferenza Episcopale
italiana, Sant’Egidio ed il Governo per l’arrivo di 500 profughi provenienti
dal Corno d’Africa. Questo è un fatto molto importante, in sostanza l’esperienza
dei Corridoi Umanitari, ideata dalle Associazioni, diviene un “patrimonio
comune” di tutta la Chiesa Italiana.
Un progetto così valido ha attirato l’attenzione
di molti paesi europei e delle Istituzioni di Bruxelles. Dalla Polonia alla
Spagna sono arrivati segnali concreti di interesse, come anche da alcuni membri
della Commissione Europea, ma ne daremo conto se e quando ci saranno atti
concreti ed ufficiali.
La grande novità del 2017 è la firma,
avvenuta lo scorso 14 Marzo a Parigi, di un Protocollo d’Intesa tra il Governo
Francese e 5 enti promotori (Comunità di Sant'Egidio, Federazione protestante
di Francia, Conferenza episcopale francese, Entraide Protestante e Secours
Catholique) per l’arrivo di 500 profughi siriani provenienti dal Libano.
“Ho voluto che la firma di questo
progetto di accoglienza solidale di rifugiati avvenisse all’Eliseo perché è
un’iniziativa in sintonia con i valori della Francia”, ha affermato il presidente
francese François Hollande. “La Costituzione Francese – ha aggiunto il
Presidente - riconosce il diritto di asilo e impegna lo Stato e i cittadini: un
impegno giuridico, ma anche un obbligo morale, nazionale e internazionale”. “Occorre
lottare contro l’indifferenza, ma anche contro l’intolleranza”, ha concluso
Hollande, che ha messo in guardia da “chi soffia sulle paure della gente per
mettere in contrapposizione i francesi e i nuovi francesi”.
Il Presidente Hollande afferma di
aver ben compreso il senso dei Corridoi Umanitari, affermando che “occorrono
soluzioni nuove, sia da parte delle istituzioni, sia da parte della società
civile, per fronteggiare un’ondata migratoria senza precedenti, dal Medio
Oriente e dall’Africa, a causa di conflitti, miseria e cambiamenti climatici”
Italia, San Marino, Città del
Vaticano, ora anche la Francia, e tanti paesi pronti a seguirne i passi. I
Corridoi Umanitari ormai non sono un sogno, ma una splendida e solida realtà.
Mario Scelzo
Ps. Nei prossimi giorni, su queste
pagine, potrete leggere la recensione del libro “Badheea – Dalla Siria in
Italia con il Corridoio Umanitario”, di Mattia Civico, che appunto racconta la
storia di una delle prime donne arrivate in Italia con i Corridoi Umanitari.
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