Tracce di Santità. Tina Anselmi ed i Volontari del Terremoto.
La terra continua a
tremare nel Centro Italia, dopo Amatrice è stata la volta di Norcia, Camerino
ed altri borghi, in uno sciame sismico che sembra non voler lasciare tregua
alle popolazioni spesso stremate.
Ovviamente ci auguriamo la fine delle scosse e l’inizio della ricostruzione, ma tra tanto dolore ci colpisce la tempestività e l’efficienza della macchina dei soccorsi. Le mura dei palazzi e delle Chiese sono in parte crollate e ci vorrà tempo per ripararle, il coraggio, l’empatia, la solidarietà dei soccorritori aiutano già in queste prime ore a ricostruire un tessuto umano e sociale dalle scosse lacerato.
Ovviamente ci auguriamo la fine delle scosse e l’inizio della ricostruzione, ma tra tanto dolore ci colpisce la tempestività e l’efficienza della macchina dei soccorsi. Le mura dei palazzi e delle Chiese sono in parte crollate e ci vorrà tempo per ripararle, il coraggio, l’empatia, la solidarietà dei soccorritori aiutano già in queste prime ore a ricostruire un tessuto umano e sociale dalle scosse lacerato.
“…beati coloro che
proteggono e curano la casa comune; beati coloro che rinunciano al proprio
benessere per il bene degli altri; beati coloro che pregano e lavorano per la
piena comunione dei cristiani…», sono alcune delle parole pronunciate da Papa
Francesco nello stadio di Malmo questa mattina nel corso della sua omelia per
la Festa di Tutti i Santi (che cade durante la sua visita ecumenica in Svezia
per ricordare i 500 anni dalla Riforma di Martin Lutero, ma di questo viaggio
ne parleremo in maniera approfondita prossimamente).
Ascoltando queste parole
mi sono appunto venuti in mente i tanti soccorritori, siano essi volontari o
“stipendiati”, cuochi, forze dell’ordine, vigili del fuoco, medici, che in
questi ultimi due mesi hanno fatto il loro lavoro, e certamente anche qualcosa
di più, per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto. “Beati coloro che
rinunciano al loro benessere per il bene degli altri”, e che con la loro
presenza portano sollievo e santità nei luoghi di dolore. “Beati coloro che
proteggono e curano la casa comune”, e
nulla più di un terremoto ci ricorda quanto sia doveroso e santo preoccuparsi
ogni giorno di quella che è la nostra casa comune.
Abbiamo visto nei telegiornali, e continueremo a vedere, i clown che portano allegria nelle tendopoli, le persone che si affollano per donare il sangue, ci siamo commossi osservando piccoli ma concreti segni di rinascita, come può essere il ritorno in campo dell’Amatrice Calcio o come il battesimo della piccola Alessia. Tante storie di Santità Quotidiana.
Abbiamo visto nei telegiornali, e continueremo a vedere, i clown che portano allegria nelle tendopoli, le persone che si affollano per donare il sangue, ci siamo commossi osservando piccoli ma concreti segni di rinascita, come può essere il ritorno in campo dell’Amatrice Calcio o come il battesimo della piccola Alessia. Tante storie di Santità Quotidiana.
Quello dei Santi “Moderni” è un tema molto caro a Papa
Fancesco, lo scorso anno per l’Angelus del 1° Novembre queste furono le sue
parole (che noterete, sono state da me
scelte come coperina del Blog): Facciamo attenzione: non soltanto quelli
canonizzati, ma i santi, per così dire, “della porta accanto”, che, con la
grazia di Dio, si sono sforzati di praticare il Vangelo nell’ordinarietà della
loro vita…. Dobbiamo essere loro grati, e soprattutto dobbiamo essere grati a
Dio che ce li ha donati, che ce li ha messi vicino, come esempi vivi e
contagiosi del modo di vivere e di morire nella fedeltà al Signore Gesù e al
suo Vangelo. Quanta gente buona abbiamo conosciuto e conosciamo, e noi diciamo:
“Ma questa persona è un santo!”, lo diciamo, ci viene spontaneo. Questi sono i
santi della porta accanto, quelli non canonizzati ma che vivono con noi.”
Vorrei collegare queste parole anche alla odierna scomparsa
di Tina Anselmi, primo ministro donna in Italia, per affermare che si può
vivere la santità anche svolgendo al meglio il proprio lavoro, specialmente se
nell'interesse della collettività.
Da anni in Italia c’è una corrente di pensiero, nella quale personalmente non mi riconosco, che identifica TUTTA la politica col marcio, coi
furti e le ruberie, con la corruzione. Purtroppo, non mancano gli esempi,
trasversali a tutte le forze politiche, capaci di dare ragione alle tesi
“disfattiste”. Ma, mi permetto di osservare, generalizzare non serve a nulla,
sparare nel mucchio su una intera categoria rischia di nascondere anche il
lavoro positivo di tante persone perbene che attraverso la politica cercano di
rendere migliore la società in cui vivono. Mi spiego meglio, va condannato il
politico ladro, non va condannata la politica, anzi un serio impegno politico è
capace di portare benefici alla società, oserei dire che possono esserci tracce
di santità anche nella vita politica. Su queste pagine abbiamo raccontato la
vicenda di Angelo Vassallo, Il Sindaco Pescatore, oggi vogliamo appunto
ricordare l’esempio di Tina Anselmi, partigiana, parlamentare, ministro, figura
esemplare della nostra storia repubblicana.
Sarebbe riduttivo volere ripercorrere in poche righe la sua
attività politica, ci limitiamo a ricordare che al suo lavoro si devono le
prime leggi sulle pari opportunità e sulla introduzione del servizio sanitario
nazionale. Non si ricordano scandali legati al suo nome, non amava la ribalta
televisiva, colpisce l’apprezzamento e la stima che avevano di lei gli
avversari politici, si è fatto spesso il suo nome per la Presidenza della
Repubblica. Trovo opportune le parole di
Romano Prodi, il quale si dice «profondamente addolorato per la scomparsa di Tina Anselmi,
alla quale ero legato da grande stima e sincero affetto. Il nostro Paese deve
molto al suo impegno politico e civile. La sua costante attenzione e la sua
determinazione per l’affermazione dei diritti ha saputo tradursi, nel corso
della sua vita pubblica, in iniziative fondamentali a cominciare dalla radicale
riforma del Servizio sanitario nazionale».
Grazie a Tina Anselmi oggi l’Italia ha più
diritti di ieri, ma soprattutto il suo esempio ci mostra come sia possibile
vivere la “santità quotidiana”, ed allo stesso tempo restituisce dignità e
valore all’impegno politico per cambiare la società. Grazie ai tanti volontari che compiono la prima ricostruzione, quella umana, nelle zone terremotate.
Mario Scelzo
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