Gentiloni Premier nel 2020
E adesso che succede? E’ la domanda che si fanno un po’
tutti, dai commentatori alla classe media, dai giornalisti al mondo della
politica. Il Governo andrà avanti? Salvini vorrà forzare la mano ed andare alle
elezioni? Ci saranno cambiamenti all’interno dei 5stelle? Cosa farà Mattarella?
Senza alcuna pretesa di avere la verità assoluta, e
consapevole del fatto che le variabili in campo sono enormi (ricordo che sta
cambiando anche il quadro di riferimento del Parlamento Europeo), provo, così
per gioco, ad ipotizzare quanto succederà nei prossimi mesi. Spoiler, si vota a
Marzo 2020 e vincerà il Centrosinistra a guida Gentiloni. Ma andiamo con
ordine.
E’ mia opinione che né Di Maio né Salvini abbiano alcuna
intenzione di far cadere, almeno in tempi brevi, il Governo gialloverde. Giggino
sa bene che in caso di elezioni in tempi brevi il Movimento resterebbe sotto il
20%, comunque a meno di miracoli non riuscirebbe a conservare la maggioranza
nella coalizione. Aggiungiamo che Di Maio, Toninelli, la Castelli e così via,
caduto il Governo, dovrebbero cercarsi un lavoro e non è che abbiano dimostrato
chissà quali competenze. Eh, ma c’è la fronda di Fico e Di Battista. Mah, permettetemi
di dubitare del “coraggio” del Presidente della Camera, che alle sue belle parole
raramente fa seguire atti politici. Il Dibba poi è troppo impegnato nei suoi
reportage e non può perdere tempo col partito, anche perché sa bene di essere
capace ad aizzare le folle ma incapace a confrontarsi con la concretezza della
azione di Governo.
Salvini non ha alcuna voglia di andare alle elezioni. No dico,
ma quando gli ricapita di governare con alleati così docili e malleabili, che
si allineano ad ogni sua decisione, che fanno passare l’idea che le cose ben
fatte sono a marca leghista e quelle fatte male sono produzione pentastellata?
Ma chi glielo fa fare a Salvini di mettere su una maggioranza con la Meloni,
certamente più abile di Giggino, e soprattutto con Berlusconi, che comunque la
si pensi ha dimostrato negli anni una intelligenza politica superiore alla
media?
Nel breve il Governo tiene. Male, ma tiene. Il problema sarà in
autunno, quando bisognerà mettere insieme la manovra finanziaria con le “indicazioni”
di Bruxelles e le fantasie elettorali (Flat Tax) dell’uomo forte del Governo.
Ecco, secondo me, in qualche modo si approva la finanziaria ma nel frattempo le
enormi tensioni spingeranno il Premier Conte a rassegnare le dimissioni. In
sostanza il governo dimissionario voterà la finanziaria ma inizierà già la
campagna elettorale per le elezioni della Primavera del 2020. Di fatto i partiti di Governo voteranno la manovra ma.... cercando di smarcarsi dai provvedimenti lacrime e sangue che ne scaturiranno. Di fatto, col Premier dimissionario ed i partiti "smarcati", a scrivere la manovra sarà...il Colle, che per fortuna vigila sui nostri risparmi. Nel frattempo, la congiuntura economica sarà negativa e lo Spread tendente al rialzo, molti elettori leghisti si mostreranno delusi, si capirà che la politica dei selfie alla lunga non paga.
Ci sono 2 incognite. Forza Italia ed Il Partito Democratico.
Iniziamo dal secondo. Zingaretti recupererà consensi a sinistra, stringerà
alleanze coi verdi e con +Europa, ma a sparigliare le carte ci penserà, come
solo lui sa fare, Matteo Renzi.
L’ex Premier, immagino, fonderà insieme a Calenda un suo partito
di area lib/dem, distinto ma alleato col Partito Democratico. Il polo
renziano/centrista ingloberà l’area liberale di Forza Italia, quella per
capirci ben rappresentata da Mara Carfagna, leader sempre più autorevole ed
espressione di una destra moderna e non retrograda. Toti e qualche altro colonnello si accaseranno da Salvini ma la maggioranza seguirà la Carfagna.
Certo, direte voi, mica facile tenere insieme in una
coalizione la Bonino e la Carfagna, Calenda e Smeriglio, Casini e Fratoianni.
Impresa ardua, ma non per Paolo Gentiloni.
Questo il risultato delle elezioni: Centrosinistra 45% (Pd 22,
Renzi 18, +Europa e Verdi 5), Lega+Fratelli d’Italia 34 (28 Lega + 6 Fdi), M5S
16%, Gentiloni Premier.
Mario Scelzo
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