Per fortuna in Italia ci sono gli immigrati
E’ di oggi l’Ultimo Rapporto del Censis che certifica un
costante calo della Natalità in Italia, dal 2008 si è passati da 577mila nuovi
nati ai 514mila del 2013. Al di là dei dati, è un elemento che tutti noi
abbiamo presente nella nostra vita quotidiana: si fanno meno figli, ci sono
sempre meno nuclei familiari, l’età media sta notevolmente aumentando. Se
andiamo in un qualsiasi parco pubblico più facilmente incontreremo persone
anziane che bambini, oppure potremmo imbatterci in un bambino circondato da 4
nonni. Insomma l’Italia sta invecchiando.
Qui i dati, la realtà dice che, senza
l’apporto degli immigrati, ormai il 7.4% della Popolazione, l’Italia vivrebbe
un calo demografico.
La mia tesi di fondo è che l’Italia ha bisogno di un costante,
e forse maggiore, afflusso di migranti, per non invecchiare anagraficamente e
culturalmente, ne abbiamo bisogno nelle terre incolte e nelle fabbriche, negli
ospedali e nello sport.
Potremmo dire che senza la presenza ed il costante afflusso
degli immigrati, il nostro sarebbe un paese sempre più vecchio, con pochissimi
giovani in grado di lavorare per garantire le pensioni dei più anziani. Se
aggiungiamo che, per fortuna, aumenta la speranza di vita, allo stesso tempo va
considerato che una popolazione anziana comporta un aumento delle spese
sanitarie medie.
Vi invito a leggere questi semplici dati del terzo Rapporto
Annuale del Governo Italiano sugli Immigrati ed il mercato del lavoro in
Italia.
Tabella 2.1.1 - Popolazione (15 anni e oltre) per
cittadinanza e condizione professionale (composizione percentuale e valori
assoluti).
Anno 2012
Cittadinanza
|
Occupati %
|
Persone in cerca %
|
Inattivi %
|
TOTALE %
|
Italiani
|
42,8
|
4,9
|
52,3
|
48.079.791
|
UE
|
64,3
|
9,9
|
25,9
|
1.196.670
|
Extra UE
|
57,6
|
9,7
|
32,7
|
32,7
|
Cosa ci dicono questi numeri? Che in Italia lavorano 4
cittadini italiani su 10, mentre tra gli immigrati lavorano 6 su 10. Insomma,
la grande balla degli immigrati che vengono qui e campano a spese nostre, viene
smentita dai fatti, visto che mediamente essi lavorano più di noi.
Sarà la spinta motivazionale, sarà forse la situazione di
precarietà che spinge ad accettare anche lavori più umili, sarà il frutto di
una necessità, fatto sta che i dati del Governo ci dicono che abbiamo bisogno
della forza lavoro dei migranti. D’altra parte per accorgersene senza
pregiudizi, basta fare un giro negli
ospedali, nei mercati, cercare una badante o una colf, e quasi certamente ci si
imbatte in un lavoratore immigrato. Pensate se domattina si astenessero dal
lavoro tutti insieme le badanti ucraine, i braccianti pakistani, gli operai
africani, i muratori rumeni o gli idraulici polacchi.
Ovviamente l’immigrazione ha bisogno di regole, è un processo
che andrebbe in qualche modo governato, vanno attuate politiche di
integrazione, non possiamo dire che è tutto rose e fiori. Allo stesso tempo
però è una balla colossale dare la colpa della crisi economica agli immigrati,
e personalmente penso che spesso si specula sulla paura del diverso a fini
elettorali, penso in particolare al vergognoso atteggiamento che ha la Lega
Nord verso chi ha la pelle di un altro colore.
Una parola sui media. Questo Blog nasce anche con la volontà
di marcare una distanza da una certa comunicazione della paura e del
pregiudizio: l’immigrato che lancia un sasso contro un autobus fa notizia, e
sui giornali e tv troviamo titoloni relativi all’invasione, alla paura, che
incitano alla rivolta. Esistono invece tanti immigrati che lavorano, producono,
fanno impresa, creano reti, sono integrati, e che arricchiscono la nostra società.
Gradirei che se ne parlasse, magari anche su giornali come Libero o la Padania,
sempre pronti a lanciare allarmi ed a creare un clima di tensione.
In conclusione, due parole da amante dello Sport. Guardiamo
gli ultimi Mondiali di Calcio. Li ha vinti la Germania, con in rosa (parlo dei
paesi di origine) il Turco Ozil, il Ghanese Boateng, il polacco Klose, e
certamente dimentico qualcuno. Ottima figura hanno fatto il Belgio e l’Olanda,
e un Lukaku o un Martis Indi non mi sembrano puri esempi di razza ariana. Insomma,
molte squadre sanno prendere il meglio di quanto offre il loro paese, ed anche
il Calcio può essere un veicolo di integrazione sociale, mi pare di ricordare
che i Francesi hanno festeggiato la Coppa del Mondo vinta grazie all’algerino
Zidane o ai Caraibici Thuram e Vieira. Noi in Italia ancora crediamo poco alla
componente “oriunda”, e per assurdo abbiamo naturalizzato giocatori mediocri
come Paletta e Thiago Motta, ed abbiamo affidato le nostre fortune a Mario
Balotelli che più passa il tempo più si capisce sia un giocatore discreto ma
nulla di più. Speriamo per l’Italia che spunti fuori, magari da una scuola
calcio della periferia romana o milanese, qualche talento maghrebino o
argentino per risollevare le nostre sorti.
Mario Scelzo.
Commenti
Posta un commento