Mozambico: ottobre mese di pace e democrazia
La Buona Notizia di oggi prende spunto da due date importanti
per la Storia e per il futuro del Mozambico, lo splendido paese dell’Africa
Australe di cui oggi voglio parlarvi. Le date sono il 4 ed il 15 Ottobre.
Il 4 Ottobre 1992, festa di San Francesco d’Assisi, vengono
firmati a Roma (grazie alla mediazione della Comunità di Sant’Egidio e del
Governo Italiano) gli Accordi Generali di Pace tra la Frelimo (Governo) e la
Renamo (opposizione), che hanno messo fine a 17 anni di feroce Guerra Civile.
Vi parlerò di un paese naturalisticamente splendido, dalle
foreste di Gorongosa a spiagge incantevoli come Tofo o Pemba, dal Lago Niassa
al Parco Kruger, e di un paese abitato da un popolo mite e pacifico, che fa
sentire a casa il visitatore. Un popolo che in pochi anni è passato dalla cultura
tribale al colonialismo al socialismo reale ed agli eccessi del liberismo
estremo, ma che non ha mai spesso di sperare un futuro migliore.
Il 15 Ottobre del 2014 si svolgeranno invece le quinte
elezioni politiche generali della Storia del Paese, che vedranno contrapporsi
sempre Frelimo Renamo ed il terzo incomodo MDM (Movimento Democratico di
Mozambico). Già queste due date ci mostrano che il Mozambico ha attraversato 22
anni di Storia in Pace, e questo ha garantito al paese una crescita costante ed
un inizio di sviluppo economico. Ovviamente non sono mancati momenti di
tensione, ed il paese resta tuttora uno dei più poveri del mondo, ma è
certamente una nazione che guarda al futuro con speranza. Vorrei provare a
condividere con voi le ragioni di questa speranza.
Di fatto il Mozambico è sempre stato governato dal Frelimo
(Frente Liberacao Mocambico), i suoi leader hanno portato all’indipendenza dal
Portogallo nel 1975 e guidato il paese durante la guerra civile. Va fatta una
considerazione: già la presenza coloniale portoghese non aveva lasciato grandi
strutture, in più i 17 anni di guerra civile avevano portato il paese allo
stremo anche a causa di alcune scelte scellerate della Frelimo, che sotto la
guida di Samora Machel prende il peggio delle politiche marxiste e cerca di
imporre, in un paese mite ed agricolo, strane idee di Comunitarismo
Agricolo. Alla morte nel 1986 di Machel (in
un misterioso incidente aereo ancora oggi non chiarito, con accuse al Sudafrica
o agli oppositori interni di partito) il potere passa in mano a Joaquin
Chissano, leader pragmatico che, specialmente dopo la vittoria alle prime
libere elezioni del 1994, di fatto abbandona le politiche marxiste e pian piano
avvicina il Mozambico all’orbita Occidentale, accettando cospicui finanziamenti
del Fondo Monetario Internazionale.
Negli ultimi 20 anni mediamente il Pil del Mozambico è
cresciuto dell’8% l’anno, con punte del 10. Per fare un paragone pensiamo che
in Italia da anni aspettiamo una crescita di 0.5 e faremmo carte false in
questo momento (in cui siamo in recessione) per avere una crescita del Pil al 2%.
La pace e la notevole stabilità del paese, specie se
paragonata ad altri paesi africani, e le politiche ultraliberiste, hanno avuto
il merito di portare nel paese capitali stranieri. Se da un lato gli
investimenti esteri hanno portato soldi e lavoro, va anche sottolineato che
tendenzialmente i profitti generati in Mozambico portano frutti all’estero. Ho
in mente il caso della Mozal, una enorme industria per la fabbricazione
dell’alluminio, a due passi dalla Capitale Maputo, che appartiene per il 97% a
capitali esteri privati e per il 3% al Governo Mozambicano.
In ogni caso, e parlo per esperienza diretta (ho visitato con
frequenza il paese dal 2002 al 2009), in pochi anni sono migliorate le strade,
sono nate numerose università, la Capitale Maputo ha sviluppato un centro
moderno e del tutto attrezzato secondo gli standard occidentali, sono nate le prime strutture turistiche ed
indubbiamente chi visitava il paese facilmente notava un senso di riscatto, di
crescita, di progresso.
Tornando alla politica, non sono mancate le tensioni, ma ad
esempio oggi alcune grandi città del Mozambico sono governate dalla
Opposizione, ed alle prossime elezioni i contendenti saranno tre leader di tre
differenti partiti. Insomma, con tutte le sue difficoltà, il paese ha delle
istituzioni democratiche che garantiscono stabilità.
Specialmente in quest’ultimo anno c’è stato un periodo di
tensione e di scontri a volte anche sanguinosi tra simpatizzanti della Frelimo
e della Renamo, ma per fortuna nello scorso mese di settembre, anche grazie ad
una nuova mediazione di Sant’Egidio coadiuvata dal Governo Italiano, è tornata
la calma.
Ad esempio, e vi garantisco che in Africa non è affatto
scontato, sia Chissano che il suo successore Guebuza hanno governato per due
mandati e poi lasciato la carica come previsto dalla Costituzione, mentre in
altri paesi molti leader hanno preso il potere ed in seguito cambiato la
Costituzione per garantirsi altri anni al potere.
In conclusione, il Mozambico è da 22 anni un modello per
l’Africa, un paese stabile, in crescita, che guarda con fiducia al proprio
futuro.
Mario Scelzo
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