Oggi l'AIDS non fà più paura
Pochi giorni fa ho rivisto su La7 il film Philadelphia, un
gran bel film ambientato nel 1993 negli States che racconta le vicende di un
giovane e brillante avvocato (Tom Hanks), licenziato dai suoi datori di lavoro
in quanto affetto dal Virus dell’Hiv.
Se non lo avete già visto ve lo consiglio, è un gran bel
film, ben girato e con attori sopra la media, ed ha avuto il merito di parlare
di Aids in tempi in cui quasi solo nominarlo era tabù. Visto oggi, il film ha
anche il merito di mostrarci lo spirito di quell’epoca. Potrei riassumere che,
nel 1993 nei prosperi e liberali Stati Uniti, la persona affetta dal Virus Hiv
era uno scarto della società, viveva una doppia condanna, sia medica (non
esistevano ancora cure adeguate), sia sociale, in quanto l’opinione pubblica
riteneva il malato “colpevole” di essersela cercata in quanto omosessuale e
promiscuo.
Insomma nel 1993 una persona affetta dal Virus Hiv sapeva di
essere destinata ad una morte rapida, e sapeva di essere visto con sospetto e/o
paura in quanto persona giudicata moralmente indegna e potenzialmente
pericolosa. Ricordo (sono del 1980) che effettivamente quand’ero bambino c’era
molta paura nell’opinione pubblica, non erano ben chiare le cause del contagio,
le leggende narravano che il virus poteva essere trasmesso per via aerea, con
un semplice abbraccio o condividendo gli stessi spazi.
In 20 anni la realtà, ed è questa la buona notizia, è
radicalmente cambiata. Prima di tutto, circa dal 1996, esiste la cosiddetta
Terapia Antiretrovirale, una combinazione di tre farmaci che, pur non
garantendo una guarigione dal Virus, ne riesce comunque a depotenziare l’effetto.
I progressi della Ricerca Medica, ad oggi, garantiscono molti anni di vita in
condizioni tutto sommato più che dignitose a chi è affetto dal Virus,
specialmente se questo viene diagnosticato rapidamente.
Oltre ai progressi scientifici, direi che una volta tanto c’è
stato un progresso culturale. Educazione sanitaria, educazione culturale,
esistenza di protocolli medici ma soprattutto di una coscienza sociale, fanno
si che oggi siano chiare le cause di trasmissione. Si sono sfatate alcune
leggende, per cui oggi è chiaro che l’Aids NON si trasmette con un abbraccio,
bevendo nello stesso bicchiere, utilizzando lo stesso rasoio, le stesse
lenzuola etc…. Si è anche sfatato lo stigma negativo di una sorta di punizione
divina per gli omosessuali.
Potremmo dire che, specialmente in un Paese Sviluppato, oggi
con il Virus dell’Hiv è possibile convivere, quasi come fosse un Diabete o
un’altra patologia, certamente fastidiosa, ma che allo stesso tempo si può
tenere sotto controllo.
Bene, direte voi. Forse sarà vero per i Paesi Occidentali, ma
l’Aids ha un impatto terrificante in Africa. Vero. Ma anche qui, le cose per
fortuna stanno cambiando. A mio parere personale (e qui parlo un minimo per
esperienza vissuta), il Virus dell’Aids ha ritardato la crescita economica di
un Continente che è comunque destinato ad emergere, e sono personalmente
convinto che, se andranno avanti i progressi nella cura e prevenzione del
Virus, tra qualche anno oltre a parlare delle Tigri Asiatiche, l’attenzione
anche del Mondo Economico si sposterà verso il Ghana, la Nigeria, il Mozambico,
l’Angola … ed in parte quello che dico si sta già realizzando, se è vero, come
indicano numerose fonti, che dei 20 paesi con la maggiore crescita del Pil, 10
si trovano in Africa ( mentre noi in Italia faremmo carte false per la crescita
di mezzo punto di Pil, paesi come il Mozambico e la Nigeria crescono a botte di
8/9% l’anno, mi riprometto di riparlarne su queste pagine).
Torniamo a noi, anche in Africa la realtà sta cambiando, in
meglio, per vari motivi che proverò a sintetizzare. Programmi pionieri ed innovativi allo stesso
tempo come il Programma Dream della Comunità di Sant’Egidio hanno mostrato che
curare l’Aids in Africa è possibile, una pioggia di fondi provenienti dal Global Fund, da
singole fondazioni come la Bill Clinton Foundation e la Bill and Melissa Gates
Foundation, una presa di coscienza da parte dei Governi Africani, che per anni
hanno negato o nascosto il problema e che oggi invece lo affrontano con
decisione ( mi permetto di sottolineare il ruolo fondamentale che ha avuto un
leader come Mandela, il quale mentre altri leader sudafricani negavano
l’esistenza del dramma Aids, parlò pubblicamente della morte del figlio proprio
a causa di questo Virus, dando così impulso ad una presa di coscienza del
problema).
Qualche dato. Secondo
gli ultimi rilevamenti, sono in calo i malati di Aids nell’ultimo decennio: dal
2001 al 2012, il numero di persone che hanno contratto l’Hiv e’ sceso di un
terzo del totale, dimezzandosi anche nel caso dei bambini. Anche le morti per
Aids, dopo il massimo di 2,3 milioni toccato qualche anno fa, precisamente nel
2005, sono scese a 1,6 milioni l’anno scorso, dunque di 700mila unità. I dati sono
stati pubblicati dall Programma delle Nazioni Unite per l’Hiv e l’Aids
(Unaids), secondo il quale il mondo si sta avvicinando al ‘Millennium
Development Goal’ che prevede di fermare l’epidemia di Aids entro il 2015. Gli
autori del report segnalano che il calo di decessi e di nuove infezioni e’
dovuto al miglioramento dell’accesso ai farmaci. Senza trattamento, le persone
con virus Hiv possono sviluppare l’Aids, una malattia che rende mortali le piu’
banali infezioni. E’ tra i bambini che i progressi sono piu’ evidenti: se nel
2001 sono state registrate quasi mezzo milione di nuove infezioni, nel 2012
sono state poco piu’ di 250.000. In totale le nuove infezioni del 2012 sono 2,3
milioni.
Nel 2012 quasi 10 milioni di persone nei Paesi a medio e basso reddito come il
Sudafrica, l’Uganda e l’India, hanno avuto accesso alla terapia antivirale
grazie all’abbassamento dei prezzi e alla maggiore disponibilita’ del farmaco.
In conclusione, guardando Philadelphia sappiamo che Tom
Hanks è destinato a non farcela, e sentiamo sulla sua pelle lo stigma di
pregiudizi e paure. Oggi possiamo guardare al Virus dell’Hiv con meno paura,
soprattutto può vivere una vita più serena chi è affetto dal Virus, e possiamo
sperare in una riduzione e perché no, eliminazione del Virus.
Mario Scelzo.
Ps. Per chi mi segue su Twitter, nella mia foto Profilo ho
in braccio un bambino. La Foto è stata fatta a Balaka, Malawi, in uno dei
Centri Dream della Comunità di Sant’Egidio, e quel bambino grazie al Programma
Dream è nato libero dal Virus Hiv pur essendo figlio di una persona affetta dal
Virus. Medicine, educazione sanitaria, attenzione nei primi mesi di vita,
alcune precauzioni come evitare l’allattamento al seno, stanno facendo nascere
una generazione libera dal Virus dell’Hiv.
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