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I primi 100 giorni del Governo Meloni.

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Pochi giorni fa il Governo Meloni ha tagliato il traguardo dei 100 giorni, un tempo ovviamente ancora limitato per poter dare un giudizio complessivo, allo stesso tempo uno spazio temporale non troppo ristretto per poterne valutare i primi passi, le scelte di indirizzo, la “postura” e la collocazione sullo scenario internazionale.  Mi permetto di dare il mio modesto giudizio all’operato della Premier e della compagine di Governo. Non mi piace giocare a carte coperte, io questo Governo non l’ho votato, ciononostante vorrei provare ad essere più analitico possibile nel giudizio. Propongo prima una sintesi, poi spiegherò nel dettaglio.   Voto alla Meloni: 6, ma non sta facendo “la Meloni”. Voto al Governo: 5   Troppe gaffe ed approssimazione Voto alla coalizione: 4    Vicenda Donzelli è gravissima Voto alla comunicazione: 2   Iniziamo. Sono sincero, mi aspettavo di peggio dalla Meloni, anche se….già in campagna elettorale, quando già la vittoria era chiara, si intravedeva

Breznev e il Manciola (Quarta puntata)

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Per arrivare da Reggio Calabria a Joppolo, nel 1942, occorrevano 4 ore di viaggio in corriera. L’ospedale più vicino (oltretutto accompagnato da una pessima fama) si trovava a “sole” due ore di distanza, a Vibo Valentia. E’ proprio a Joppolo, comune di poco più di mille abitanti che si affaccia sul Mar Tirreno, che nasce Aurora, la protagonista di questo capitolo, la cui vita successivamente si incontrerà con quella di Tomassino. Un borgo di pescatori, molti contadini a lavorare nelle terre circostanti, tanta povertà e molta “reverenza” verso quelle tre o quattro famiglie che a Joppolo fanno il bello ed il cattivo tempo. La famiglia di Aurora nel 1948 decide di intraprendere il viaggio di tanti, quello che dalla Calabria li porta a stabilirsi nella Capitale. Aurora cresce nella Roma del primissimo dopoguerra, in una famiglia umile ma tutto sommato benestante per i canoni dell’epoca, un nucleo che mantiene solidi legami con la terra di origine. Ogni estate, dopo un viaggio di oltre 10

Breznev e il Manciola (Terza puntata)

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Lunedì 4 ottobre 1957, un giorno come tanti, un giorno speciale per Tomassino che, appena 17enne, viene assunto dall’ENAOLI con la qualifica di impiegato amministrativo. Sede di lavoro in Piazza Sempione a Roma, zona Montesacro.  La mattina ed il primo pomeriggio in ufficio, poi, sempre in compagnia del Manciola, tappa fissa in sezione. Il Manciola, 10 anni più grande e di conseguenza più esperto delle cose della vita, si prende cura di Tomassino come un padre, quel padre appunto che Tomassino ha perso nell’esplosione di una miniera in Belgio. La famiglia del Manciola, originaria delle Marche, ha comprato vari terreni nelle campagne circostanti e sta faticosamente provando a farne terreni coltivabili. Non una famiglia benestante, ma insomma una situazione leggermente migliore di quella di Tomassino, che spesso trova ospitalità ed il calore di una famiglia in casa del suo caro amico. La sezione. Un quadro di Lenin alla parete, una enorme cartina geografica con nomi di terre a Tomassin

Breznev e il Manciola (seconda puntata)

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Enaoli. Una sigla per molti sconosciuta, un acronimo molto importante per la crescita di Tomassino, il protagonista della nostra storia. L’Ente di assistenza orfani lavoratori italiani ( ENAOLI ) viene istituito con decreto legge del 23 marzo 1948, n. 327 con lo scopo di provvedere al mantenimento ed alla educazione morale, civile e professionale degli orfani dei lavoratori italiani. L’Enaoli è di fatto una creazione di Amintore Fanfani, nel 1948 Ministro del Lavoro e negli anni a seguire più volte Presidente del Consiglio. Fanfani è stato uno dei maggiori esponenti della Democrazia Cristiana, il partito che ha sostanzialmente guidato l’Italia dal dopoguerra ai primi anni 90. T omassino dicevamo, fieramente comunista, viene “tirato su” dai democristiani. Due partiti, due ideologie, due mondi contrapposti, due realtà che si sono aspramente combattute, eppure hanno entrambe contribuito alla crescita dell’Italia. Tomassino, terzo di quattro figli, arriva a Tor Lupara nel 1952, insieme a

Breznev e il Manciola (Prima puntata)

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A mon petit Tommaso, s lyubov'yu, (con affetto) Olga Bella di una bellezza sfolgorante, Olga, che in una foto sbiadita dal passare del tempo vediamo in tutto il suo splendore abbracciare a Tommaso, il protagonista del nostro racconto, nel mezzo della Piazza Rossa a Mosca. Lei alta e bionda, slanciata, fisico da modella, lui, statura media, fisico nella norma ma non certamente da divo di Hollywood, infreddolito ma sorridente imbacuccato nel suo cappotto. Una data scritta a penna, 14 maggio 1972. Questo l’incipit della nostra storia, che da Castelli, borgo abruzzese rinomato per le ceramiche, ci porta fino a Mosca passando per il Belgio, per Praga, per Tor Lupara. Una storia vera o solo il frutto della mia fantasia? Lascio il beneficio del dubbio ai miei lettori, mi limito a dire che la narrazione è fedele al contesto storico, quello dell’Italia del dopoguerra prima e del ’68 poi. Tor Lupara (frazione di Mentana all’epoca del racconto, di Fonte Nuova a partire dal 2001), dava

"Le elezioni si vincono al centro", una Fake News da sfatare.

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“Le elezioni si vincono al centro”. “Bisogna conquistare il voto dei moderati”. Da quando seguo la politica, diciamo da un 25 anni, il che grossomodo coincide con l’avvento della Seconda Repubblica, sento insistentemente ripetere questa frase nei talk-show, oppure posso leggere articolate riflessioni sui principali quotidiani che ci spiegano la necessità di “conquistare” i voti dei moderati, fondamentali per la vittoria elettorale. Vorrei provare, dati alla mano, a smentire questo luogo comune che da anni a mio parere “inquina” il dibattito politico. Partiamo dalle ultime elezioni . A leggere gli editoriali dei giornaloni, non si poteva vivere senza Draghi. A sentire Confindustria, Draghi era la salvezza del paese. Su tutti i canali Tv fior fior di opinionisti a ricordarci che per vincere era necessario porsi in continuità con la famosa “Agenda Draghi”. Possiamo dire che a sostenere tale agenda, seppure in forme diverse, ci hanno pensato Azione ed il Partito Democratico. Azione ha ot

A spasso nel Reatino

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SI RINGRAZIA OFFICINAVISIVA PER LE FOTO “Sulla strada del tartufo e della campagna”. Domenica scorsa sono stato uno dei trenta partecipanti di questa bella iniziativa organizzata dalla Camera di Commercio di Rieti-Viterbo, che ha visto giornalisti, blogger e appassionati di trekking ad attraversare aree naturalistiche dai panorami suggestivi, in un itinerario di 7 km. che ha collegato i due borghi di Belmonte e Rocca Sinibalda incrociando anche una parte del Cammino di San Benedetto. Vorrei darne un breve resoconto, sottolineando gli aspetti positivi ma anche alcune criticità, per i lettori di queste pagine. Appuntamento alle 9.45 a Belmonte in Sabina, parto da Roma con due amici, percorriamo la Salaria, e per noi “cittadini” abituati allo smog ed al panorama dei palazzi, lo sguardo inizia piacevolmente a perdersi nelle vallate e nel verde del reatino. Arriviamo, e come ogni gita che si rispetti, cerchiamo un bar, sia per un caffè sia insomma prima di metterci in marcia meglio andare a