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ZANARDI, OVVERO COME VINCERE LE SFIDE QUOTIDIANE.

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Il 15 Settembre del 2001 la vita di Alex Zanardi, pilota di Formula 1 prima e delle categorie Cart poi, ha uno sfortunatissimo incontro col destino. Nel circuito tedesco del Lausitzring, a pochi giri dalla fine, la vettura di Zanardi va in testacoda ed il pilota viene colpito da una delle altre automobili in gara; Seguiranno coma, lentissimo recupero ospedaliero, 15 operazioni, amputazione degli arti inferiori. Il 5 Settembre del 2012 la stessa persona vince la medaglia d’oro alle Paraolimpiadi di Londra nella disciplina dell’Handbike ( una sorta di ciclismo per disabili). Nel frattempo, dal 2001 ai nostri giorni, Zanardi ha ripreso a gareggiare nei Cart, continua a gareggiare e spesso vincere nell’Hanbike, ha intrapreso una brillante carriera di conduttore televisivo, è volto e testimonial di numerose iniziative benefiche etc….. Sintetizzando, quello che nel 2001 era, secondo la logica corrente del mondo, uno scarto, un peso, un “costo” per il sistema sanitario, oggi è una pers

Michele Ferrero, il volto umano del Capitalismo.

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Come sapete, questo Blog parla di Buone Notizie, e basterebbe l’invenzione della Nutella per fare di Michele Ferrero, scomparso in questi giorni, un membro ad honorem del nostro Sito. Oggi parliamo di lui su queste pagine perché ci sembra di cogliere nella storia della sua vita tratti di un Capitalismo Sociale, dal volto umano, che associano la sua storia professionale a quella di altri illustri imprenditori “anomali e visionari” come ad esempio Adriano Olivetti. Andiamo con ordine. Sia Ferrero che Olivetti sono stati due imprenditori di successo, capaci di portare due aziende a gestione familiare ai vertici del Capitalismo Italiano, ma sono riusciti a coniugare il loro successo personale con una attenzione costante alla qualità della vita dei loro dipendenti, potremmo dire che hanno portato avanti una alleanza tra lavoratori ed azienda. Grazie ad amici comuni, ho avuto accesso alla testimonianza diretta di una pensionata Ferrero, una donna che ha passato più di 30 anni in

I Corpi Civili di Pace. Una piacevole novità.

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  Grazie all'emendamento alla legge di stabilità (n. 147/2013, art. 1 comma 253)“ per il triennio 2014-16, suddivisi equamente per ciascun anno, vengono stanziati 9 milioni di euro per «l’istituzione di un contingente di corpi civili di pace , destinati alla formazione e alla sperimentazione della presenza di 500 giovani volontari da impegnare in azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto o nelle aree di emergenza ambientale».   Per la prima volta in Italia, su iniziativa dell’onorevole di Sel Giulio Marcon, lo Stato riconosce e sostiene la creazione dei “Corpi Civili di Pace”; il suo emendamento (chiedeva 60 milioni in tre anni), dopo un’iniziale bocciatura in Commissione Bilancio, è stato ridotto nell’importo ma fatto proprio dal Governo. Spiega Marcon: « Corpi Civili di Pace, si tratta del nome dato a diverse esperienze che favoriscono la costruzione della pace, come il monitoraggio elettorale, la vicinanza a leader di minora

Via Modesta Valenti, Memoria e Solidarietà.

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Via Modesta Valenti Via Veneto, Via del Babbuino, Via dei Fori Imperiali, Via Condotti, sono solo alcune delle strade che fanno di Roma una città unica al mondo; Oggi vorrei però parlarvi di una via meno conosciuta ma probabilmente più importanti, una via che è per tante persone un approdo sicuro, una casa, un luogo di protezione. Parliamo di Via Modesta Valenti, una strada “virtuale”, creata nel 2002 dal Comune di Roma su iniziativa della Comunità di Sant’Egidio, per dare un indirizzo a chi è senza dimora. Vorrei prima parlarvi del valore simbolico e pratico di un indirizzo virtuale, in seguito vorrei condividere con voi la storia di Modesta, e il grande lavoro di solidarietà ed umanizzazione della città che prende spunto da tale memoria. Cosa se ne fa un barbone della residenza se in fondo il suo reale domicilio resta la strada? Vi invito a ragionare con me. Avere una residenza aiuta ad avere una identità ed una collocazione. Di fatto senza la residenza non è possibile a

Passi Avanti Contro il Virus Ebola.

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In questi giorni l’opinione pubblica e l’attenzione dei Media è quasi totalmente presa dalle vicende legate al terrorismo, dal solito caos politico in Italia, le polemiche sulla liberazione delle due volontarie italiane, il rigore per la Roma etc… Distratti da notizie più o meno importanti, forse non ci stiamo accorgendo che, ed uso molta prudenza nel dirlo, il contagio del Virus Ebola è in forte calo. Numerose Fonti  come questo articolo del Corriere della Sera, oppure la testimonianza su Facebook di Gino Strada che in parte vi riporto:  ( «Forse ci siamo. Forse si riesce a sconfiggere questa epidemia. Il numero di nuovi casi sta diminuendo rapidamente ogni giorno, speriamo non si verifichino nuove impennate. Forse tra poco potremo dire che l’epidemia di Ebola è finita in Sierra Leone. Ma che fatica! E quanti miracoli ci sono voluti.) convergono nel dire la stessa cosa: il numero delle nuove infezioni è in calo, la curva dei contagiati inizia a scendere ed il clima

Abitare solidale

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In questi giorni è tornato nelle cronache dei giornali il tema dell’emergenza abitativa. Nel decreto Mille Proroghe, apparso nella Gazzetta Ufficiale lo scorso 31 dicembre, ci si aspettava il blocco, l’ennesimo, dello sfratto per gli inquilini che non sono in grado di pagare il canone di locazione. Il rischio, concreto, è di vedere migliaia di famiglie in strada. Il primo atto del neo assessore del Comune di Roma, Francesca Danesi, è stato quello di scrivere una lettera al Governo, insieme ai suoi colleghi di Milano e Napoli,  per rimediare all’assenza del blocco degli sfratti. Sempre più spesso vediamo forme di cohousing dove si cerca di abbattere costi e provare a formare piccole comunità di vicini che possano condividere spazzi e tempo. Tra le tante iniziative vorrei però raccontarne una in particolare dove al cohousing tradizionale viene affiancata la solidarietà, trasformando quella che si può definire un disaggio sociale in opportunità. Abitare Solid

Charlie Hebdo, semi di speranza europea.

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Non vorrei che leggeste questo articolo come una provocazione, non è la mia intenzione, ma vorrei provare a far emergere alcune Buone Notizie generate dalla feroce violenza scatenatasi in questi giorni a Parigi. Fermo restando la condanna di un atto così inumano, e data per scontata la solidarietà a tutte le vittime ed al popolo francese, vorrei proporvi tre riflessioni che personalmente vedo come un segnale di speranza in questo momento buio. 1.  Gli attentati sono stati realizzati da musulmani seguaci del Corano. Vero ed innegabile. E’ anche innegabile che musulmani figurano tra le vittime (penso al poliziotto Ahmed, intervenuto coraggiosamente sul luogo della sparatoria, ucciso a sangue freddo dai fratelli Kouachi) e tra gli “eroi”, come il giovane Lassana Bathily , originario del Mali, che ha nascosto 6 clienti del supermarket Koscher nella cella frigorifera salvando loro la vita. Ahmed e Lassana ci mostrano con evidenza che generalizzare è sbagliato, e che non poss