Lesbo e Von der Leyen, quale futuro per l'Europa?
Ursula von der Leyen nel suo discorso di oggi al Parlamento
Europeo ha evocato la figura di Simone Veil, presidente dell’Aula di Strasburgo
dal 1979 al 1982. “Esattamente 40 anni fa
– ha detto la von der Leyen – la
prima presidente donna” viene eletta e presenta la sua visione di un’Europa più
giusta”.
La Presidente designata della Commissione Ue ha poi toccato
il tema dei migranti: "In mare c'è
l'obbligo di salvare le vite. L'Unione europea deve e può difendere questi
valori". Dobbiamo salvare le
vite ma non è sufficiente - ha aggiunto
- dobbiamo lottare contro i trafficanti di esseri umani, assicurare le nostre
frontiere esterne e tutelare il diritto asilo tramite corridoi umanitari".
Von der Leyen ha ribadito che è necessaria una revisione del regolamento di
Dublino.
Ascolto queste parole a pochi giorni della mia partenza per
Lesbo, isola Greca situata di fronte alle coste della Turchia, dove di trova il
campo profughi di Moria, attualmente il più grande campo di tutta l’Unione
Europea. Il totale della popolazione residente a Moria (molti nel campo
ufficiale ma altri in un vicino e satellite campo informale) è paria 4752, di
cui 82% di nazionalità afghana,3,5% congolesi, 2,5%siriani, e 12% iracheni. Per
più della metà sitratta di famiglie (58%). La percentuale deiminori è
elevatissima (37%).
Con altri amici e volontari della Comunità di Sant’Egidio
proveremo, nei limiti delle nostre possibilità, a rendere meno dure le condizioni di vita dei
profughi (tra i quali moltissimi bambini) di fatto condannati ad una permanenza
forzata e prolungata sull’isola. Per quanto possibile, allo stesso tempo, parto
col desiderio di osservare e documentare quanto accade “ai confini
dell’Europa”. Parto con l’idea di raccogliere, per poi farle emergere, tante
storie non di “migranti” ma di persone, donne ed uomini che hanno deciso di
lasciare la propria terra di origine per raggiungere l’Europa. Cosa li spinge a
partire? Cosa sognano? Quali i loro desideri ed ambizioni? Mi piacerebbe anche
raccontare le storie di chi ha deciso di non voltarsi dall’altra parte e lavora
sull’isola per portare sostegno alle persone in difficoltà, vorrei dare voce
all’Europa non dei muri ma della accoglienza.
Secondo alcuni report della Commissione europea ci sono gravi
ritardi da parte dei greci nell’esaminare le domande: chi arriva oggi a Lesbo
non farà l’intervista (ovvero la domanda per la richiesta dello status di
rifugiato) fino al 2020-2021.
Quale è la situazione oggi a Lesbo? Questo il quadro
riportatoci da alcuni amici che hanno visitato Lesbo nell’ultimo periodo: “Le tende sulla collina dell’accampamento
informale sono numerose e fitte, sparse nella boscaglia. Sono ordinate e pulite
all’interno, sebbene costruite con materiali di fortuna. Si sta più larghi rispetto
ai campi ufficiali e non si è oppressi da recinzioni con filo spinato. Il
terreno è pulito e privo di rifiuti. Ci sono dei bagni e dei lavelli all’aperto
in comune, perfino un forno per il pane e delle altalene costruiti con tubi di
acciaio e copertoni. Ci siamo fermati con un gruppo di diciottenni che vivono
insieme all’interno di una tenda …
alcuni di loro parlano un buon inglese e lo studiano da autodidatti.
Anche qui la gran parte proviene dalla minoranza Hazara dell’Afghanistan…”.
Non ho molto da aggiungere, se non una riflessione finale. E’
questa l’Europa che hanno sognato i padri fondatori come De Gasperi e Robert
Schuman? Abbiamo messo da parte due guerre mondiali per ritornare alle
detenzioni dietro il filo spinato? Libertè, Egalitè, Fraternitè, sono parole
ancora facenti parte del vocabolario della Unione Europea oppure esistono solo
i vincoli di bilancio e le manovre correttive?
Mi auguro che la nuova Commissione Europea guidata dalla Von
der Leyen possa rimettere al centro delle politiche comunitarie gli ideali che
hanno fatto grande il nostro continente e che questo possa portare anche ad un
rinnovato slancio umanitario a tutela dei migranti, uomini e donne come noi che
si mettono in viaggio in cerca di un futuro migliore.
Mario Scelzo
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