La Villetta della Misericordia

Per fortuna a Roma c’è Papa Francesco ed esiste la rete associativa del volontariato. Dal Centro Baobab alla Villetta della Misericordia di cui vi parlerò in questo articolo, tante sono le “toppe” che il volontariato mette ad una rete assistenziale comunale che definire debole è riduttivo.

I miei lettori sono certamente a conoscenza delle difficoltà che sta vivendo, da anni, la Capitale; qui vorrei solo sottolineare che nell’ultimo periodo, tra le inchieste di Mafia Capitale ed una nuova amministrazione che ancora stenta ad organizzarsi (e sono generoso…) la situazione dell’accoglienza verso i senza fissa dimora è addirittura peggiorata, sempre meno sono i posti letto garantiti dal Comune, ma per fortuna…ci pensano Papa Francesco  e la rete del volontariato.



Nessuno di noi è contento di recarsi al Pronto Soccorso, se lo facciamo tendenzialmente è per una visita non certo di piacere, e dentro di noi speriamo di lasciare prima possibile tale struttura. C’è invece chi, purtroppo, vede nel Pronto Soccorso un luogo di riparo, ovviamente scomodo e temporaneo, dal freddo della notte, specie in inverno. In fondo un Pronto Soccorso è aperto tutta la notte, ha sicuramente un bagno, una sala d’aspetto con delle sedie. Chi, come chi scrive, ha una certa conoscenza del mondo dei senza fissa dimora sa che molti barboni trovano ripari di fortuna in queste strutture.

Proprio a partire da questa realtà nasce la Villetta della Misericordia, una struttura aperta all’interno del campus di Roma dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che l’ha promossa e realizzata assieme alla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, all’Istituto Giuseppe Toniolo e alla Comunità di Sant’Egidio. La Villetta potremmo dire ha la “benedizione” di Papa Francesco, che ha mandato il suo “braccio di misericordia”, Padre Konrad Krajewski, a presenziare alla inaugurazione avvenuta lo scorso 16 Giugno.

In sostanza, il Gemelli ci ha messo il terreno, la villetta, i lavori necessari ad adeguarla ad una attività di accoglienza ed ogni giorno garantisce cena e colazione agli ospiti, mentre la Comunità di Sant’Egidio ci mette i volontari ma soprattutto la sua conoscenza nel campo ed una presenza non solo “lavorativa” ma amichevole, lo spiegherò meglio nella prosecuzione dell’articolo.
Una Villetta, con giardino, in grado di ospitare 20 persone, in comode camere da massimo 6 posti con bagno interno, ed una gestione che garantisce agli ospiti la cena, la permanenza notturna e la colazione. Per ulteriori dettagli vi rimando all'articolo del collega e amico Francesco Gnagni.

Io, da volontario della Comunità di Sant’Egidio che partecipa alla accoglienza degli ospiti, volevo raccontarvi come funziona una giornata presso la Villetta della Misericordia. Ci sono stato pochi giorni fa, in una di quelle sere di settembre che ancora ricordano l’estate, e la prima notazione che faccio è che si tratta veramente di un bel posto, immerso nel verde ed in una zona abbastanza tranquilla (per chi conosce Roma, è dentro al Policlinico Gemelli ma non nella zona caotica dell’Ospedale ma in quella più tranquilla del Collegio Universitario).



Gli ospiti, che poi sono – nomi di fantasia – Manuel, Eleonora, Rodrigo, Carmela, cioè persone che i volontari di Sant’Egidio conoscono da tempo, possono entrare in casa a partire dalle 19.30, poco dopo arriva la cena – gli stessi pasti forniti ai degenti del Gemelli - ed in una ampia sala comune si cena insieme, guardando la televisione e/o scambiando due chiacchiere, come in una qualsiasi famiglia o convivenza. Ad esempio l’altra sera si discuteva guardando il gioco dei pacchi, tra chi voleva prendere i 30.000 euro offerti dal dottore e chi invece voleva rischiare e puntare ai 75mila. Dopo cena, chi vuole va in camera, altri fumano una sigaretta, qualcuno si siede in giardino e “spinto” dal clima di amicizia, ti racconta pezzi della sua vita, tra fughe dal regime comunista albanese, questioni familiari irrisolte, sogni e speranze per il futuro. Alle ore 22.30 si spengono le luci, la mattina (entro le 8) viene servita la colazione ed inizia un nuovo giorno.

Torniamo a parlare di futuro; pur avendo la Villetta tutti i requisiti per una permanenza lunga, il lavoro dei volontari di Sant’Egidio è finalizzato a…. mandarli via! Mi spiego, per ogni ospite si cerca di ricostruire un tessuto sociale ed economico finalizzato all’abbandonare la vita di strada. Un letto comodo ed un pasto caldo aiutano a rasserenarsi, ed a provare quantomeno a progettare un futuro. Vi ho raccontato in un precedente articolo un esempio positivo, la storia di 4 persone che da senza fissa dimora oggi convivono insieme e col loro lavoro si pagano l’affitto, dopo essersi “riconciliati” con la vita. Ma intanto, le porte della Villetta della Misericordia sono aperte a chi ne ha bisogno.


Mario Scelzo

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