La chiusura degli OPG

ITALIA: Dopo tre slittamenti in due anni oggi arriva la definitiva chiusura degli OPG (ospedali psichiatrici giudiziari). L’ex presidente Napolitano li definì, nel 2011, “estremo orrore, inconcepibile in qualsiasi paese appena civile.” Questa, di per se, è una buona notizia.

Ma in questi giorni moti sono preoccupati della sorte dei circa 700 pazienti (forse qualcuno in più) tutt’ora ricoverati nelle 6 strutture ancora attive (Castiglione delle Stiviere a Mantova, Montelupo Fiorentino a Firenze, Reggio Emilia, Napoli, Aversa a Caserta e Barcellona Pozzo di Gotto a Messina). Una parte degli attuali detenuti, quelli considerati a bassa pericolosità, saranno rilasciati ed affidati alle strutture sanitarie locali. La grande maggioranza invece sarà trasferita in strutture dove verrà garantita l’assistenza sanitaria ma senza le sbarre e la polizia penitenziaria presente nelle vecchie strutture (anche se nelle nuove strutture saranno presenti sistemi anti evasione): i Rems (Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza).

Le preoccupazioni sono di varia natura. Sicuramente i Rems sono pensati come luoghi più umani e adatti ad accogliere i pazienti, ma oltra alle strutture c’è bisogno di piani di inclusione e progetti legati ai singoli malati. Diversa è la critica fatta da magistrati, come ricorda Paolo Russo sulla Stampa di oggi, che racconta: “Strutture al massimo da 20 letti, dotate di sistemi anti-evasione. Ma a causa di una norma contenuta nella legge, scrive all’Associazione nazionale magistrati, il giudice del Tribunale di Roma, Paola Di Nicola, «siamo tenuti a revocare le misure di sicurezza per internati pericolosi che abbiano superato il limite massimo della pena edittale». Quella che avrebbero dovuto scontare in carcere se fossero stati in grado di intendere e di volere.” E da psicologi, continua Russo: “A confermare l’allarme è anche la Società italiana psichiatria, la Sip, che pure si è battuta contro gli «ergastoli bianchi» e per la chiusura degli «Opg-lager». 
«E’ un pasticcio», ammette il segretario nazionale, Enrico Zanalda, che ci tiene a respingere la formula di «pericolosità sociale». «Ma è chiaro che serve una modifica del codice penale che, in caso di vizio totale o parziale di mente, consenta di detenere e curare in case circondariali le persone più gravi». «L’ipotesi che, quantomeno in un numero limitato di casi, la pericolosità sociale in senso psichiatrico sia legata alle peculiari caratteristiche psicopatologiche non pare essere stata vagliata», rimarcano anche Stefano Ferracuti e Gabriele Mandarelli, rispettivamente psicologo e psichiatra dell’Università la Sapienza di Roma”

Naturalmente non tutto è nero, ad oggi 10 regioni, Valle d'Aosta, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e Sardegna, oltre alla Provincia Autonoma di Bolzano, hanno già individuato strutture idonee per accogliere chi era rinchiuso negli OGP.

Gavino Pala

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