Chi cancella una svastica salva il mondo intero
Molti giornali hanno dato risalto al nobile gesto del
Partigiano Enrico Angelini che armato di vernice ha cancellato una svastica sul
muro della Cascina Rodicosa, nei pressi di Foligno, luogo testimone di scontri
durante la guerra.
Può sembrare un piccolo gesto, o ancor peggio la
testardaggine di un vecchio di 90 anni legato ai ricordi della sua giovinezza;
In un mondo preoccupato dalla avanzata dell’Isis, dalla crisi economica, lo
Spread, il Jobs Act, l’immigrazione, in fondo la vicenda del vecchio partigiano
può apparirci come un qualcosa di insignificante.
A mio parere è invece un atto eroico e coraggioso, un esempio
per tanti, ed una buona notizia da condividere, vorrei su queste pagine provare a spiegarne il valore, ragionando su due
concetti, l’esempio e la memoria.
Partiamo dal valore dell’esempio. Viviamo in una Società in
cui siamo tutti bravissimi, dai Mass Media alla gente comune, dai politici agli
imprenditori, nel lamentarci delle cose che non vanno, e siamo ancor più bravi
con frasi roboanti, del tipo “la classe politica dovrebbe”, “la colpa è dei
giovani”, “il Sindaco dovrebbe occuparsene” etc….
Direi siamo Campioni nella
cultura del lamento, che però rischia di divenire una cultura del “se le cose
vanno male non è colpa mia”. Non voglio con questo dire che sia sbagliato
denunciare scandali o malfunzionamenti, ma vedo forte il rischio di una Società
che non funziona, ma mai per colpa nostra, anzi, nella confusione quotidiana,
ognuno si autoassolve e tende a dire, beh se il politico ruba perché non devo
farlo io? Se l’imprenditore evade perché non posso farlo anche io? Perché devo
educare alla onestà i miei figli se vediamo che fanno strada i disonesti?
Potrei continuare, ma qui entra in gioco Enrico Angelini ed
il suo secchiello di vernice: vede una svastica, pensa sia un qualcosa di
sbagliato, esce di casa, si organizza, invece di scrivere ad un giornale per
lamentarsi dei giovani, si adopera personalmente per restituire dignità alla
Cascina Rodicosa.
Sintetizzo: guarda che qualcosa non va, e invece di
lamentarsi si mette al lavoro; Adopera l’energia che avrebbe speso per sparlare
al bar dei giovani che non hanno rispetto etc….delle mezze stagioni….del
governo ladro…. e la utilizza per dare l’esempio. Ora chiudete gli occhi ed
immaginate se ogni persona che nel mondo si lamenta, provasse davvero a
rimboccarsi le maniche per migliorare il mondo.
Il Partigiano Angelini ha la forza dell’esempio ma anche
della coerenza; da giovane ha lottato contro gli invasori, da vecchio lotta
contro l’ignoranza e la mancanza di memoria storica. Azzardo l’ipotesi che
anche Papa Francesco risulta credibile perché coerente, visto che la mattina
parla di una Chiesa che deve aprirsi alle periferie, ed il pomeriggio le visita
personalmente, portando il calore della sua presenza.
Parliamo della memoria. Il Film Schindler’s List ha reso
famosa la frase “Chi salva una vita salva il mondo intero”, versetto del Talmud
ebraico, che in sostanza con questa frase vuole affermare il valore
incalcolabile di ogni vita umana e l’opera meritoria di chi si adopera per
salvarne anche una sola. Mi sento di allargare la frase del Talmud e di
trasformarla in “Chi cancella una svastica salva il mondo intero”.
E’ lo stesso partigiano a spiegare con le sue parole il
valore della memoria:
“Vorrei
sperare che ad oltraggiare questo luogo sia stato qualche giovane esaltato che
magari ignora la nostra storia, e che faccia in tempo a
ravvedersi.” “Chiunque sia stato – ha aggiunto Angelini – ha tentato di
cancellare la storia recente della nostra città; io, invece, ho voluto
semplicemente cancellare un’offesa insensata, per riaffermare il valore della
memoria storica, nella speranza che la targa commemorativa sia presto
ricollocata al suo posto.”
E’ fondamentale, specie ora che gli anni passano, ricordare e
far conoscere alle giovani generazioni le atrocità commesse dal Nazifascimo
prima e durante la guerra, tanti ragazzi sanno poco o nulla del dramma dell’Olocausto,
dei forni crematori, delle leggi razziali. Creare e mantenere una memoria
condivisa è proprio ciò che permette il non ripetersi di tali aberrazioni. Ben
vengano quindi le scolaresche ad Auschwitz, le testimonianze dirette degli
ormai pochi testimoni diretti dell’epoca, la raccolta delle loro testimonianze
in libri ed in rete.
Coloro che non hanno memoria del passato sono condannati a
ripeterlo, affermava il filosofo spagnolo George Santayana, e gesti nobili come
quelli di Enrico Angelini ci aiutano sia ad avere memoria sia ad impegnarci per
costruire un mondo migliore.
Mario
Scelzo.
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