La Villetta della Misericordia, il contagio (positivo) della solidarietà


Lascia o raddoppia? Chiedeva ai concorrenti Mike Buongiorno durante lo svolgimento del suo storico programma televisivo a quiz. Raddoppiamo!, hanno risposto ad una sola voce i volontari della Villetta della Misericordia, moltiplicando in questi giorni di emergenza il loro sforzo per essere vicini a chi vive per strada.





Prima di parlarvi nel dettaglio della Villetta, una considerazione generale. Come è noto, siamo tutti invitati dal Governo a rimanere nelle nostre abitazioni, siamo autorizzati ad uscire solo per fare la spesa, andare al lavoro e per le necessità urgenti. Misure drastiche ma necessarie, che stanno iniziando a dare i primi frutti, anche se è ancora troppo presto per cantare vittoria, su questo non mi dilungo, siamo bombardati di notizie relative allo sviluppo del virus.

Il problema è che in Italia ci sono almeno 50mila persone che una casa non ce l’hanno, parliamo delle persone “senza fissa dimora”. Come potete ben capire, se già in generale la loro condizione di vita non è delle più facili, in questi giorni tali persone sono doppiamente esposte al rischio, essendo costrette a passare di fatto tutta la giornata per strada. I più “fortunati” tra di loro, quelli che trovano momentaneo rifugio presso strutture comunali o nelle strutture gestite dalle organizzazioni di volontariato, il più delle volte risiedono in strutture adibite ad una permanenza temporanea: la maggior parte di esse aprono verso le 19 e chiudono la mattina alle ore 8, garantendo agli ospiti la cena, un letto per dormire e la colazione.






Insomma, anche chi un rifugio ce l’ha (e vi posso garantire, da volontario che opera nel settore, che i posti sono davvero pochi rispetto alle necessità), si trova costretto a passare almeno 12 ore per strada. Aggiungo, per completare il quadro, che la chiusura di molti negozi ed attività ha fatto venire meno quella “rete informale di bontà” sulla quale si appoggiano molti dei senza fissa dimora. Il fornaio che ti regala la pizza, l’alimentari che in chiusura di giornata lascia da parte qualcosa, il ristoratore che in via informale lascia un piatto di pasta pronto, l’infermiere che magari offre un caffè all’amico bisognoso… c’è una rete sotterranea di bene, spesso nascosta, in questi giorni “sospesa” a causa delle restrizioni imposte da questo perfido virus.

Veniamo ora alla Villetta della Misericordia, che già in tempi “normali” appare come un miracolo dell’amore e della condivisione. In questa struttura, messa a disposizione dall’Università Cattolica del Sacro Cuore presso il Policlinico Gemelli di Roma, sono ospitati, grazie al lavoro dei volontari della Comunità di Sant’Egidio, circa 20 persone senza fissa dimora, in quello che tecnicamente si configura come un “Centro di Accoglienza notturno con cena e prima colazione”.





Io la Villetta la frequento dalla sua apertura avvenuta nel 2016 ed i “senza fissa dimora” sono (nomi di fantasia) Claudio, Pavel, Ioan, Pamela, Kamal, Irina, persone in carne ed ossa, con una storia ed un percorso di vita, che nella Villetta hanno trovato una scialuppa di salvataggio in una fase difficile della loro vita, e nei volontari che si alternano hanno trovato persone amiche, dei sostegni a partire dai quali ricostruire le proprie vite. Sono già molte le persone che hanno lasciato la Villetta ed hanno ricominciato un percorso di vita, hanno ripreso a lavorare, si sono trovati una sistemazione autonoma. Per far capire lo “spirito” della Villetta, sono già due anni che a Luglio viene organizzata una bella vacanza per gli ospiti della struttura, dei senza fissa dimora che lasciano la propria dimora per rilassarsi tra le colline della Ciociaria e tornare a casa più tranquilli e sereni.





Bene, in questi giorni, la Villetta invece di aprire alle ore 19 apre le porte alle 17, ed invece di mandare via gli ospiti alle 8 di mattina, ha allungato l’orario fino alle 9, 9.30, in questo modo riducendo al minimo le ore di permanenza fuori casa. La Villetta è anche dotata di un bel giardino, questo consente agli ospiti un minimo di relax all'aria aperta senza lasciare la struttura, e come se non bastasse da qualche mese una parte del giardino è adibita all'orto, curato dagli stessi ospiti. Alcuni volontari poi si sono attrezzati per portare ai loro amici dei panini e delle bibite, buoni per il pranzo o per il giorno successivo.

Il virus è contagioso, ma la Misericordia lo è ancora di più, e lo sarà per sempre.

Mario Scelzo


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