A Salerno, la Luce dei Corridoi Umanitari
Da qualche anno Salerno
è conosciuta in tutta Italia per le Luci d’Artista, manifestazione che inizia a
Novembre e prosegue per tutto il periodo delle feste natalizie durante il quale
le strade della città vengono costellate da cascate di colori, installazioni luminose,
globi illuminati e creature di fantasia che spuntano tra i vicoli del Centro
Storico. Migliaia di turisti arrivano a Salerno, da ogni angolo del Belpaese,
per passeggiare tra la Zucca di Cenerentola nella Villa Comunale, per ammirare
i pinguini adagiati sul lungomare e guardare il Castello Arechi che dall’alto
sembra voler proteggere la Città.
Fra tante luci, dallo
scorso mese di Dicembre brilla a Salerno la Stella della Accoglienza, in
particolare quella offerta da Salerno ad un nucleo di 7 profughi siriani
arrivati in Italia grazie ai Corridoi Umanitari.
Nei giorni scorsi, in
visita ai parenti nella mia città natale, mettendo assieme la mia appartenenza
a Sant’Egidio con le radici salernitane, ho approfittato per vedere da vicino
come procede l’integrazione “sul territorio”, visitando presso la loro nuova
abitazione il nucleo di siriani arrivato in Città.
Come è arrivata a
Salerno la famiglia siriana? In estrema sintesi, ricordo ai miei lettori che i
Corridoi Umanitari sono un “passaggio sicuro per l’Europa”, in sostanza la
concessione da parte del Governo Italiano di un visto per motivi umanitari,
questo consente ai profughi di arrivare comodamente in Italia per via aerea
evitando i pericolosissimi viaggi della speranza nel Mar Mediterraneo. Ma dopo
l’Accoglienza, è necessaria l’Integrazione, e le associazioni coinvolte nella
iniziativa (Comunità di Sant’Egidio/Chiesa Valdese/Associazione Papa Giovanni
XXIII) hanno pensato a tutto: le oltre 500 persone ad oggi arrivate in Italia
sono state affidate a strutture, realtà e parrocchie in tutta Italia, che poi
si preoccupano di garantire quella che potremmo chiamare l’Integrazione/Gestione
quotidiana.
Nello specifico, i soggetti
che sostengono il progetto a Salerno sono l’Associazione Eugenio Rossetto Onlus
– Cava De’ Tirreni (SA); l’Associazione
Pietre Vive – Cava De’ Tirreni (SA); l’Associazione Rete Radié Resch – Gruppo
di Salerno e l’Ufficio Migrantes – Arcidiocesi Salerno Campagna Acerno, con la
Provincia Salernitana-Lucana della Immacolata Concezione dei Frati Minori, che
ha messo a disposizione una parte del Convento di San Lorenzo di via de Renzi,
a Salerno.
Salendo dallo splendido
Lungomare verso la parte alta della Città dove si trova il Convento, ho quindi
incontrato Antonio Bonifacio di Migrantes che mi ha introdotto nella nuova casa della famiglia siriana.
Una brevissima
notazione “sentimentale” che mi consentiranno i miei lettori. La zona dove si
trova il Convento è strettamente legata alla mia infanzia, ho anche abitato non
lontano da San Lorenzo, molti miei parenti vivono nelle vicinanze, e vicino al
Convento si trova l’ex orfanotrofio di Montevergine, del quale mio Nonno – di cui
porto il nome – era responsabile amministrativo. Fatemi solo sottolineare che
mio Nonno era un “Contabile della Misericordia”: quando c’era un ammanco di
cassa, quando le suore non avevano i soldi per dare da mangiare agli orfanelli,
mio nonno “integrava” il bilancio con le sue risorse personali.
Ho passato questi
giorni a Salerno in compagnia dei miei nipoti, i quali come tutti i bambini si
divertivano e giocavano coi doni ricevuti in questi giorni da Babbo Natale.
Cosa c’entra? C’entra perché entrando dentro al Convento, ho finalmente
incontrato la famiglia siriana, e la prima cosa che colpiva era vedere i
bambini (5, di differenti età) giocare come tutti i “piccoli” del mondo. La
guerra, le sofferenze, tutto sembrava in quel momento essere – per fortuna – un
ricordo “cancellato” dalle loro menti, mentre erano presi dai loro giochi tra
fratelli.
Abbiamo chiacchierato,
su Salerno e sugli scenari in Siria (il capofamiglia, musulmano, mi ha
raccontato che cristiani e musulmani convivevano pacificamente in Siria prima
della guerra), poi Antonio ed un amico traduttore mi hanno aiutato a
comprendere le fasi della “nuova vita” alla quale si affaccia il nucleo
familiare: i bimbi più piccoli sono stati iscritti alla scuola dell’infanzia, i
genitori stanno studiando la lingua, i volontari si alternano per far conoscere
loro la città, i negozi, le usanze, per provare a far sentire “a casa” i nuovi
arrivati. Tra una chiacchiera e l’altra, ci viene offerto dalla mamma un buon
caffè, alla salernitana, segnale che l’integrazione, almeno ai fornelli, inizia
a dare frutti concreti!
Ovviamente è troppo
presto per poter tracciare un bilancio, la famiglia necessita di tempo per “comprendere”
la nuova realtà, i bambini hanno bisogno di tempo per fare amicizia coi nuovi
compagni……ma la strada è avviata, l’integrazione è partita ed esiste una forte
rete di volontari pronta a far fronte alle loro necessità.
Dal Convento di San
Lorenzo si gode uno splendido panorama su Salerno. Si vedono anche benissimo i lavori del Crescent, l’edificio
a forma di Mezzaluna che l’ex Sindaco De Luca ha “scelto” come simbolo della
Salerno del futuro. Come saprete, la Mezzaluna è anche uno dei simboli della
Cultura Islamica, chissà, magari la sagoma del Crescent aiuterà la famiglia
siriana a sentire meno la nostalgia di casa.
A chi scrive, piacerebbe che il Crescent simboleggiasse un Abbraccio di Pace e Protezione, ed anche la volontà della Città di Salerno di accogliere chi, come i nostri amici siriani, è stato costretto a lasciare la propria terra a causa della guerra. Salerno diviene quindi un porto accogliente dove tanti possono trovare riparo.
Mario Scelzo
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