Friday Good News (2)
Torna l’ormai consueto appuntamento con le Friday Good News,
una selezione delle Buone Notizie della settimana. Le polemiche sul Referendum,
il dramma siriano, ma anche il clamore mediatico sul nulla del Grande Fratello
Vip, tante notizie alcune rilevanti altre meno che rischiano di “soffocare” le
Buone Notizie, che ci sono e meritano una giusta visibilità, questo è quello
che cerchiamo di realizzare ogni Venerdì attraverso questa rubrica.
In sintesi,
questa settimana parleremo:
- · della fame nel mondo finalmente in calo.
- · del Campus per i Migranti che inizia le sue attività in questi giorni a Genova presso l’ex Ospedale San Raffaele.
- · della nomina cardinalizia di Don Ernest Simoni Troshani, prete sopravvissuto alle torture del regime albanese.
Andiamo con ordine, iniziamo parlando della fame nel mondo.
Nei giorni scorsi sono stati pubblicati dal Cesvi i dati relativi al “Rapporto
Indice Globale della Fame 2016”. I dati sono complessi e di non facile lettura,
ma in sostanza ci dicono che da inizio millennio ad oggi l’indice della fame è
calato del 29%. Potranno sembrare dati “freddi”, dei semplici numeri, ma ci
dicono che in tutto il mondo diminuiscono costantemente le persone al di sotto
della soglia di malnutrizione (1.800 calorie al giorno), soprattutto il calo è
costante e distribuito su tutto il territorio mondiale.
Ora, per chi scrive è
comunque uno scandalo che ci sia anche un solo bambino costretto a patire i
morsi della fame mentre in Occidente il cibo in eccesso si butta ed uno dei
problemi principali è quello di non ingrassare (in uno degli ultimi articoli ho
parlato di "Film di Peso", rassegna cinematografica per prevenire l’obesità.. ),
allo stesso tempo ci rallegriamo che anni di campagne, lotte, programmi mondiali,
seppur lentamente iniziano a funzionare ed a portare benefici concreti alle
popolazioni del Terzo Mondo. Probabilmente non riusciremo a debellare la
malnutrizione entro il 2030 (questo era l’ambizioso obiettivo delle Nazioni
Unite), ma siamo sulla buona strada e questa in fondo è una Buona Notizia.
La seconda Buona Notizia la troviamo sulle pagine di Repubblica a firma di Erica Manna, la quale ci racconta della nascita di una
sorta di “Campus dei Migranti” presso l’ex Ospedale San Raffaele di Genova-Coronata.
Ricordiamo che Genova e la Liguria sono in qualche modo diventate negli ultimi
anni una sorta di “frontiera”, specie per tanti migranti che, in transito verso la
Francia, cercano di oltrepassare la frontiera di Ventimiglia. Proprio nei
giorni scorsi una povera ragazza eritrea in fuga dalla guerra è stata investita
da un Tir nei pressi del confine. In una terra di frontiera c’è chi
respinge e chi si inventa forme innovative di accoglienza.
Grazie alla tenacia di
Don Giacomo Martino, direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes, ed attraverso
la collaborazione con altre realtà ecclesiali tra cui la Comunità di Sant’Egidio,
è nato un vero e proprio “Campus” alla americana, una struttura capace di
offrire differenti corsi di studio per tutta la settimana, in grado di
accogliere nelle aule 240 studenti. In sostanza si decide di affrontare il “problema”
dei migranti non attraverso l’ottica della improvvisazione e del mero
assistenzialismo, ma si sceglie di investire in formazione e cultura, creando
un modello di accoglienza sostenibile.
Auguriamo al Campus (che ha mille altri progetti in cantiere)
buon lavoro e, chissà, potrebbe essere in futuro una tappa per un reportage da
parte del nostro Blog.
In chiusura, vorrei sottolineare la recente nomina
cardinalizia dell’albanese Don Ernest Simoni Troshani (qui un suo profilo tracciato dal vaticanista della Stampa Andrea Tornielli). Cosa ha di particolare questa nomina, oltretutto puramente
simbolica in quanto diverrà un Cardinale non elettore avendo superato gli 80
anni?
Qualcuno ricorderà un abbraccio commosso tra Don Ernest e Papa Francesco nel corso della sua storica visita in Albania. Oggi Don Ernest è l'unico sacerdote vivente testimone delle persecuzioni nell'Albania comunista ed atea.
Per chi non conoscesse la sua storia, l'88 enne Don Simoni è uno dei tanti sacerdoti che ha vissuto e resistito sotto la dittatura albanese. A partire dal 1967 Enver Hoxha aveva introdotto nella Costituzione l’Ateismo di Stato, proibendo e sanzionando ogni forma di pratica religiosa. Don Simoni venne incarcerato nel 1963 e fino al 1990 è stato sottoposto sia ai lavori forzati (come ad esempio le pulizie delle fogne di Scutari) sia ad indicibili torture fisiche e morali, non per questo aveva rinunciato ad annunciare il Vangelo ed a celebrare messa con mezzi di fortuna.
Per chi non conoscesse la sua storia, l'88 enne Don Simoni è uno dei tanti sacerdoti che ha vissuto e resistito sotto la dittatura albanese. A partire dal 1967 Enver Hoxha aveva introdotto nella Costituzione l’Ateismo di Stato, proibendo e sanzionando ogni forma di pratica religiosa. Don Simoni venne incarcerato nel 1963 e fino al 1990 è stato sottoposto sia ai lavori forzati (come ad esempio le pulizie delle fogne di Scutari) sia ad indicibili torture fisiche e morali, non per questo aveva rinunciato ad annunciare il Vangelo ed a celebrare messa con mezzi di fortuna.
Durante il periodo di
prigionia, "ho celebrato la messa in latino a memoria, così come ho confessato e
distribuito la comunione di nascosto»", racconta Don Ernest, ed in qualche modo con la nomina cardinalizia Papa Francesco ha voluto premiarlo ma soprattutto portare a testimonianza la sua fede incrollabile. Questa nomina è un vero schiaffo morale verso una Chiesa spesso chiusa nelle sacrestie e lontana dalle ferite di chi soffre; La testimonianza di Don Ernest ci ricorda per l'ennesima volta l'idea che il Papa ha della Chiesa, "un ospedale da campo dopo una battaglia, capace di curare le ferite e di riscaldare il cuore della gente".
Mario Scelzo
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