Basilicata, Terra dell'Accoglienza
“Non abbiamo spazio neppure per un immigrato”. “Non siamo
razzisti ma prima gli italiani”. “Aiutiamoli a casa loro”. “Noi vorremmo
aiutarli ma lo Stato non riesce a pensare agli italiani”… quante volte abbiamo
sentito frasi del genere pronunciate da importanti esponenti delle Istituzioni?
Il più delle volte, a lamentarsi e ad “alzare la voce” sono i
Presidenti delle Regioni oppure i Sindaci delle grandi Città che si trovano a
dover affrontare una tematica obiettivamente complessa come quella migratoria. “Li
accogliessero a Bruxelles”, è il sentire comune di tanti amministratori locali
che in soldoni dicono: “L’Unione Europea decide ma poi l’accoglienza con tutto
ciò che questo comporta ce la gestiamo noi”.
Ovviamente c’è modo e modo di porre il “problema” di milioni
di persone che fuggono da guerre e carestie; chi scrive inorridisce di fronte
alle provocazioni di Salvini e Company (bombardare i barconi), mentre ritiene
più comprensibile il voler affrontare seriamente un fenomeno epocale come
quello attuale attraverso una collaborazione ed un coordinamento con l’Europa.
Eppure c’è una Regione Italiana che, in totale
controtendenza, ha scelto di investire sulla Accoglienza. Parliamo della
Basilicata che, notizia rilanciata nei giorni scorsi, ha ufficialmente chiesto
al Governo di accogliere il doppio dei migranti previsti dalla divisione
nazionale per quote.
Queste le parole di Marcello Pittella, Presidente della
Regione Basilicata: “Nel 2015 ho manifestato personalmente la volontà del
governo regionale di andare anche oltre la quota di riparto nazionale dei
flussi migratori, offrendo di accogliere fino a 2000 migranti. Questo perché la
giunta regionale che ho l’onore di presiedere considera l’accoglienza
un’opportunità che, se ben strutturata, può essere un’occasione di sviluppo per
il territorio. Soprattutto per le aree interne”.
Secondo molti indicatori economici, la Basilicata resta una
delle aree più arretrate del nostro paese, eppure nella regione oltre 44mila
migranti hanno un lavoro (molti nel settore agricolo) e la popolazione
straniera rappresenta il 13% della forza lavoro regionale. Nello specifico,
sono funzionanti centri di accoglienza in 40 dei 131 comuni della Lucania.
Probabilmente la Giunta Regionale Lucana avrà tratto
ispirazione dal "Modello Riace", il paese della Calabria letteralmente rinato
grazie all’apporto di immigrati regolari e di rifugiati. Ricorderete che il
Sindaco di Riace, Mimmo Lucano, è stato nei mesi scorsi inserito dalla rivista
americana “Fortune” nella lista dei 50 uomini politici più influenti del mondo.
E’ una realtà abbastanza diffusa nel Meridione quella di
paesi che lentamente ma inesorabilmente si spopolano, perdendo popolazione e
con essa il tessuto economico/sociale. Piazze vuote, desolate, senza bambini,
coi giovani che si spostano nelle grandi città, paesi dove a nessuno verrebbe
in mente di investire. Inserire i migranti in questi paesi “fantasma” ha una
doppia utilità: accogliere chi ne ha bisogno, ripopolare e far ripartire l’economia
del territorio. Questo in sintesi estrema è quanto accaduto a Riace, questa l’idea
che ispira le politiche della Regione Basilicata. Aggiungiamo che mediamente la
“popolazione migrante” è giovane, mentre i sempre meno residenti nei paesini
isolati della Basilicata e della Calabria sono perlopiù anziani, questo “mix”
contribuisce anche a mantenere un corretto equilibrio demografico.
Il “Modello Basilicata” funziona ed attrae. E’ recente la
notizia che il magnate egiziano Sawiris (uno degli uomini più ricchi d’Egitto,
imprenditore molto stimato a capo tra l’altro della Wind, e qualche tifoso
della Roma lo ricorderà in passato interessato all’acquisto della società
calcistica) stia seriamente pensando di investire nella regione coniugando
Lavoro ed Integrazione.
Sawiris non è un benefattore, ma potremmo definirlo un “imprenditore
illuminato”, alla Olivetti per capirci, una persona che ha a cuore il proprio
profitto ma anche la sorte di milioni di rifugiati, e cerca di fare quanto a
lui possibile per aiutarli.
“L’obiettivo è creare posti di lavoro per i migranti e per
gli italiani, perché solo se crei occupazione per tutti eviti le guerre tra
poveri. La condizione, a cui tengo molto, è che, collaborando con la sicurezza,
sia escluso chi ha ideologie radicali”, queste alcune delle parole di Sawiris,
che, sottolineo, in Egitto è noto per il suo pragmatismo, le sue parole
potrebbero quindi presto diventare realtà e quindi lavoro, ricerca, sviluppo.
L’accoglienza è una ricchezza ed una risorsa.
Mario Scelzo
Commenti
Posta un commento