Verso lo Ius Soli in Italia
Daje Alejandro…passa sto pallone…daje che te faccio er
cucchiaio! See Oleg ma ‘ndo vai, provace e too paro come farebbe Buffon. Ma che
state a di? –afferma Mohammed - Ma l’avete visto er tiro de Felipe? Altro che
er Cappettano. Ancora co’ Totti? Mo c’avemo Salah…
Questa potrebbe essere una normale conversazione tra tre
ragazzini che giocano a pallone. Solo che i tre ragazzini di cui parliamo oggi
hanno la pelle nera oppure hanno origini sudamericane. Sono figli della badante
moldava, del fruttivendolo egiziano, del commerciante indiano. Sono le
cosiddette seconde generazioni, figli di cittadini stranieri ormai pienamente
integrati nel nostro paese, parte del nostro tessuto economico e produttivo.
Alejandro ascolta nelle cuffiette la musica di Tiziano Ferro,
ma per fare colpo su Tatiana, la bella della classe, ultimamente finge una
passione per gli One Direction. Oleg, Alejandro e Mohammed sono nati in Italia da genitori
presenti da anni nel nostro paese, parlano i nostri dialetti, ascoltano musica
italiana, vivono nello stesso humus culturale dei loro coetanei, ma non sono
cittadini italiani. Non parliamo di pochi casi isolati, secondo le ultime
statistiche parliamo di un numero oscillante tra i 900.000 ed il milione di
bambini. Ognuno di noi ha presente situazioni del genere, il figlio dei vicini,
il compagno di banco di nostro figlio, l’amico del cuore di nostro nipote.
Bambini che vivono e crescono in Italia, ma nei fatti Cittadini di Serie B.
Da anni numerose associazioni chiedono l’introduzione nel
sistema legislativo italiano dello Ius Soli, cioè il diritto di cittadinanza
legato alla presenza prolungata sul territorio di uno Stato. Oggi in Italia
vige lo Ius Sanguinis, cioè si diventa cittadini italiani secondo i legami di
sangue. Abbiamo cittadini italiani nati e cresciuti in Argentina, senza aver
mai messo piede in Italia, solo perché figli di italiani.
La Buona Notizia di oggi è che, dopo anni di dibattito (il
primo disegno di legge in materia risale al 2004), esiste un testo approvato
dalla Commissione Affari Costituzionali. Dopo un lungo lavoro di tessitura tra
le proposte del Pd e gli emendamenti di Scelta Civica e del Nuovo Centrodestra,
si è arrivati ad un Accordo, a detta di alcuni al ribasso, che comunque prevede
un notevole passo avanti verso la Cittadinanza dei minori stranieri nati in
Italia.
Nello specifico, Con gli emendamenti viene inserito il
cosiddetto "ius soli temperato" e modificate le regole per lo Ius
culturae, con l'obbligo di frequenza di un ciclo scolastico di 5 anni per i
minori. "Tutti - spiega la relatrice Marilena Fabbri (Pd) - ci
riconosciamo nel principio dell'introduzione dello Ius soli temperato e dello
Ius culture, che è un passo avanti importante, poi la discussione è nel merito
dei requisiti richiesti". Nella nuova formulazione lo Ius soli riguarderà
i bambini nati in Italia con almeno un genitore in possesso di permesso di
soggiorno europeo di lunga durata. Per quanto riguarda lo Ius culturae,
riguarderà i minori arrivati in Italia prima dei 12 anni che dovranno seguire
un ciclo scolastico di almeno 5 anni (nel caso in cui riguardi la scuola
primaria, il ciclo dovrà essere completato con successo). Sul nuovo testo si è
astenuto il Movimento 5 stelle mentre hanno votato contro Lega Nord e Forza
Italia. Se non ci saranno intoppi, il disegno di legge potrebbe essere
approvato dalla Camera nel mese di Ottobre per poi passare al Senato.
Due considerazioni. La prima è che si rafforza il ruolo della
Scuola, chiamata sempre più ad essere non solo un luogo di apprendimento di
alcune nozioni, ma anche di formazione dell’animo e dello spirito del bambino.
L’Istituzione Scuola è chiamata a compiere uno sforzo ulteriore di
integrazione, sarebbe doverosa da parte del Governo una attenzione maggiore sia
nella tutela degli istituti scolastici, spesso fatiscenti, sia nella formazione
del personale, chiamato ad una competenza plurale e non solo didattica.
La Seconda considerazione è che se lo Ius Soli vedrà la luce,
grande merito andrà dato ai “Pionieri”, a chi da anni combatte spesso in
minoranza per questa battaglia di civiltà. Va sottolineato il grande lavoro culturale
fatto dai singoli cittadini, da alcuni parlamentari e dalle associazioni per
creare un clima propenso alla approvazione dello Ius Soli. Cito per tutti due
esempi; La Rete delle Seconde Generazioni, una organizzazione che appunto mette
in Rete le esperienze e le difficoltà dei figli degli immigrati, ed il lavoro,
durante il Governo Monti, del Ministro per l’Integrazione e la Cooperazione
Andrea Riccardi. Un Governo Tecnico di Coalizione non era il terreno migliore
dove portare avanti una proposta di legge così complessa, ma Riccardi ha avuto
l’indubbio merito di tenere vivo il dibattito, di dare visibilità ad una così
valida proposta, di aver cambiato il linguaggio nei confronti dei migranti. A
lui va il nostro ringraziamento.
Speriamo in tempi brevi su queste pagine di potervi parlare
della approvazione del Disegno di Legge sullo Ius Soli, prima alla Camera poi
al Senato.
Mario Scelzo
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