Da Budapest a Fortapasc

Tutti in questi giorni abbiamo visto le bruttissime immagini della polizia ungherese che caricava con una violenza inutile ed eccessiva dei poveri migranti inermi. In tanti ci siamo scagliati contro le dichiarazioni razziste ed inappropriate del Premier Ungherese Orban, capofila dei paesi dell’Europa dell’Est che alzano muri verso i profughi.

Mentre la Germania ha aperto le porte e cambiato mentalità, l’Ungheria di Orban, in maniera sia teorica che concreta, ha alzato un muro di recinzione. Inutile dilungarsi, la questione è conosciuta, è in atto una discussione epocale tra una Europa che vuole accogliere ed una che alza barriere di protezione.
Va detto che Orban non è un dittatore, un esaltato, ma un leader indubbiamente controverso che  ha vinto regolari elezioni e che ha dalla sua parte gran parte della opinione pubblica del suo paese. La Cattolica Ungheria vede con paura una ipotetica invasione islamica, ed anche parte della Chiesa Cattolica si è di fatto schierata con Orban, sconfessando il chiarissimo invito di Papa Francesco all’accoglienza dei migranti.

Eppure, c’è chi, anche in Ungheria, si ribella a questo clima di caccia alle streghe e con coraggio e determinazione si spende per l’accoglienza e la solidarietà. Come sapete, l’obiettivo di questo Blog è di diffondere le tante Buone Notizie nascoste nel caos mediatico quotidiano, ed oggi siamo contenti di diffondere l’iniziativa della Comunità di Sant’Egidio di Budapest, che ha aperto la propria sede rendendola una casa ospitale per 30 migranti.





Come possiamo vedere in questa foto, seppure in spazi limitati, i giovani di Budapest cercano di garantire una accoglienza decorosa ed una ospitalità calorosa alle persone in transito. La tavola apparecchiata, i sacchi a pelo, un ambiente pulito, piccoli gesti di solidarietà concreta.
Contemporaneamente, un gruppo di giovani volontari si reca ogni settimana nella stazione ferroviaria di Nyugati, a Budapest, luogo di transito per molti profughi.
Non mi dilungo, ed allo stesso tempo segnalo che altre realtà ecclesiali come il Movimento dei Focolari si stanno adoperando nella accoglienza. Ci tengo però a sottolineare un fatto, per me rilevante. Se ogni gesto di solidarietà ha un valore, quello dei giovani ungheresi vale doppio.

Ognuno di noi sa quanto sia difficile schierarsi e prendere posizione contro al conformismo. In un paese dove l’inaccoglienza e la paura del diverso sono l’aria che si respira ogni giorno, è davvero lodevole schierarsi “contro”, non aver paura delle proprie idee e dei propri valori.

Potremmo dire che il gesto dei giovani ungheresi equivale a chi lotta contro il conformismo terreno fertile delle Mafie. Oggi si ricordano i 30 anni dall’assassinio, firmato dalla Camorra, di Giancarlo Siani, giovane giornalista del Mattino di Napoli ucciso perché le sue indagini contro i clan davano fastidio. Siani ed i giovani ungheresi non hanno avuto paura di schierarsi contro il conformismo, il clima di rassegnazione, l’idea del chi me lo fa fare, l’idea che il mondo va male e non si possa fare niente per cambiarlo. Ricordare Siani, e rendere lode ai giovani di Budapest, ci aiuta a credere che è possibile costruire un mondo migliore.





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