Ponte Mammolo, Solidarietà in Rete
Oggi vi parleremo del contagio della solidarietà,
sottolineando in particolare quanto a volte un semplice tweet oppure un rapido
appello in rete possa essere capace di suscitare una rete di solidarietà
concreta e contagiosa, ma andiamo con ordine.
Roma si prepara, dal Prossimo Dicembre, ad accogliere i
numerosi pellegrini che arriveranno in Città per partecipare al Giubileo della
Misericordia indetto da Papa Francesco. Si inizia a parlare di decoro, miglioramento
dei trasporti, piani di accoglienza straordinari, ma di fatto uno dei primi
atti concreti compiuti dalla Giunta Marino per il “decoro”, è stato lo sgombero di oltre 200 rifugiati o italiani senza fissa dimora che da tempo vivevano, in
condizioni certo non ottimali ma tutto sommato dignitose, nel cosiddetto
Borghetto della Pace di Ponte Mammolo.
Parliamo, per capirci, dell’insediamento visitato a sorpresa da Papa Francesco nel corso di una sua visita ad una Parrocchia della Periferia
Romana. Parliamo appunto di un luogo
certo non paradisiaco, ma di una realtà tutto sommato stabile e dignitosa,
integrata nel quartiere, con una presenza attiva del volontariato, dalla Comunità di Sant'Egidio, Prime Italia, le Parrocchie della zona, solo per
citarne alcune. Bene, lo scorso lunedì mattina, senza preavviso e con una
cattiveria inaudita, le ruspe mandate dal Comune si sono presentate al
Borghetto e lo hanno letteralmente raso al suolo, ed in sostanza più di 200
persone si sono ritrovate senza casa.
Non è questo il luogo per polemizzare col Comune di Roma,
anche se sottolineo che moltissime associazioni hanno espresso enormi
perplessità sulle modalità dello sgombero. Vogliamo invece sottolineare il
contagio positivo della solidarietà che può svilupparsi a partire dalla rete.
Personalmente passo molto tempo su Twitter, lo considero un
ottimo strumento di condivisione ed anche, da blogger e persona mediamente
informata, un mezzo per comprendere gli umori reali del paese, per essere al
passo coi tempi e per capire l’aria che tira, dalla politica alla società,
dalla Chiesa allo Sport. Bene, l’altro giorno mi imbatto in un tweet di Luca D’Inzeo
(su Twitter il Dottor Watson) che mi incuriosisce, si parla di portare tende
e/o generi di prima necessità per soccorrere gli sgomberati di Ponte Mammolo,
molti dei quali ora dormono per strada (concedetemi la freddura, dormire in
baracca non è decoroso, ma per il Comune di Roma dormire all’aperto in un
parcheggio si….).
Passo avanti, pensando che Luca D’Inzeo sia una persona di
buona volontà, ma in fondo è un benefattore isolato,,,,poi mi accorgo che ha
continuato a twittare, e molta gente ha risposto al suo appello,,,,di fatto,
insieme ad altri, cito per tutti Franca_Dema della Associazione Prime Italia,
si è messo in piedi, in poco tempo, un bombardamento positivo di tweet per
sostenere in maniera rapida gli sfollati di Ponte Mammolo.
E’ molto interessante notare che la solidarietà non è rimasta
“chiusa” dietro la tastiera del Pc, ma ha mobilitato un sostegno concreto ed
efficace, dalla Comunità Eritrea che ha cucinato lo Zhigini per gli sgomberati,
alle donazioni di tanti singoli cittadini, al gesto di Decathlon, catena di
abbigliamento sportivo, che sarà per pubblicità, sarà per opportunismo, sarà
per quello che vi pare, in risposta ad un tweet del Dottor Watson, ha donato 4
Tende da 10 posti agli sfollati.
Ovviamente sono delle soluzioni tampone, ovviamente ci
auguriamo che nessuno possa dormire in tenda e tutti possano avere un tetto, ma
allo stesso tempo ci piace sottolineare (ed è in fondo il motivo per cui è nato
questo blog) la buona volontà, la bontà d’animo ed il coraggio di tante
persone, o associazioni, che non restano indifferenti di fronte al male ed ai
problemi concreti, e che riescono a creare una rete di solidarietà concreta ed
efficace.
Una riflessione conclusiva: l’assenza delle Istituzioni non è
un motivo valido per girare la testa dall’altra parte, e questa catena di
solidarietà a Ponte Mammolo è un esempio di come non cadere nel vittimismo e
nella rassegnazione; Allo stesso tempo però ci stupisce in negativo che il
Dottor Watson riesca ad arrivare dove non arrivano il Comune di Roma, la
Provincia, il Governo. Insomma, possibile che un paese che si definisce civile
come l’Italia, un paese membro del G7 e nonostante la crisi una delle potenze
economiche mondiali non riesca a trovare una casa per 200 sfollati? Possibile
che il Dottor Watson rimedia da solo 4 tende, pannolini, pasti caldi ed il Comune
non ci riesce?
Mario Scelzo
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