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Verso lo Ius Soli in Italia

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Daje Alejandro…passa sto pallone…daje che te faccio er cucchiaio! See Oleg ma ‘ndo vai, provace e too paro come farebbe Buffon. Ma che state a di? –afferma Mohammed - Ma l’avete visto er tiro de Felipe? Altro che er Cappettano. Ancora co’ Totti? Mo c’avemo Salah… Questa potrebbe essere una normale conversazione tra tre ragazzini che giocano a pallone. Solo che i tre ragazzini di cui parliamo oggi hanno la pelle nera oppure hanno origini sudamericane. Sono figli della badante moldava, del fruttivendolo egiziano, del commerciante indiano. Sono le cosiddette seconde generazioni, figli di cittadini stranieri ormai pienamente integrati nel nostro paese, parte del nostro tessuto economico e produttivo. Alejandro ascolta nelle cuffiette la musica di Tiziano Ferro, ma per fare colpo su Tatiana, la bella della classe, ultimamente finge una passione per gli One Direction. Oleg, Alejandro e  Mohammed sono nati in Italia da genitori presenti da anni nel nostro paese, parlano i nostri

Da Budapest a Fortapasc

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Tutti in questi giorni abbiamo visto le bruttissime immagini della polizia ungherese che caricava con una violenza inutile ed eccessiva dei poveri migranti inermi. In tanti ci siamo scagliati contro le dichiarazioni razziste ed inappropriate del Premier Ungherese Orban, capofila dei paesi dell’Europa dell’Est che alzano muri verso i profughi. Mentre la Germania ha aperto le porte e cambiato mentalità, l’Ungheria di Orban, in maniera sia teorica che concreta, ha alzato un muro di recinzione. Inutile dilungarsi, la questione è conosciuta, è in atto una discussione epocale tra una Europa che vuole accogliere ed una che alza barriere di protezione. Va detto che Orban non è un dittatore, un esaltato, ma un leader indubbiamente controverso che  ha vinto regolari elezioni e che ha dalla sua parte gran parte della opinione pubblica del suo paese. La Cattolica Ungheria vede con paura una ipotetica invasione islamica, ed anche parte della Chiesa Cattolica si è di fatto schierata con Orban

Albania, Un Paese che Rinasce e che guarda all'Europa.

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Credo che moltissimi italiani, specie quelli non più giovanissimi, se pensano all’Albania hanno in testa questa foto della Nave Vlora carica di migranti e le immagini degli sbarchi avvenuti a Bari e dintorni nel 1991. A cavallo degli anni 80 e 90, l’Albania si libera da una durissima dittatura comunista ed allo stesso tempo vive una gravissima crisi economica. Gli anni 90 portano la liberazione dalla dittatura, ma, mi scuserete per la sintesi brutale, nel paese continua a regnare il caos, tra tensioni politiche, crisi economiche (il Cosidetto collasso delle Piramidi), tentativi di Colpo di Stato, e l’instabilità causata dalla Guerra nel vicino Kosovo. Sono stato in Albania la scorsa settimana, per partecipare all’incontro "Peace Is Possible"  promosso dalla Comunità di Sant’Egidio (di cui vi parlerò nei prossimi giorni), ed ho visto un Paese che rinasce. Volevo provare a raccontarvi alcune impressioni, quasi tutte positive, di questi miei giorni nel Paese delle A

L'Europa della Solidarietà

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Siamo di fronte ad un fenomeno epocale. Migliaia di Migranti, Rifugiati, chiamateli come volete, io preferisco dire migliaia di persone in fuga da guerre e carestie. Abbiamo tutti davanti agli occhi le immagini provenienti da Budapest, dalle stazioni ferroviarie assaltate, non possiamo non aver visto la foto del piccolo Aylan morto su una spiaggia della Turchia. Volevo sottolineare solamente un dato. Mentre l’Unione Europea, con tempi pachidermici, inizia a prendere coscienza del dramma enorme che le passa accanto, mentre i Governi discutono e si contrappongono le Colombe come Angela Merkel ed i falchi come il Presidente Ungherese Orban, la gente, o almeno una larga parte della popolazione, reagisce e si schiera affianco dei migranti. Nonostante la predicazione dell’odio di Salvini e dei suoi sodali europei, dalla Le Pen in Francia a Farage in Gran Bretagna, da Alba Dorata ad altri movimenti estremisti, nonostante una certa stampa che getta benzina sul fuoco della paura,

Sierra Leone, Germania, Albania.

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L’Estate sta finendo, e un anno se ne va... cantavano i Righeira. Torna Settembre, e torna il quotidiano tragico bollettino di morti in mare, omicidi, tensioni sociali, l’opinione pubblica è distratta dai goal di Dzeko e dalle solite polemiche tra maggioranza ed opposizione, e così via. Eppure, se oltrepassiamo la barriera della confusione quotidiana, scorgiamo alcune buone notizie che ci aiutano a guardare al futuro con speranza. Oggi parleremo di Ebola, Immigrazione e di Albania. Lo scorso 25 Agosto è stato dimesso dall’Ospedale l’ultimo paziente della Sierra Leone affetto dal Virus Ebola  e l’OMS ha iniziato il conto alla rovescia per dichiarare ufficialmente terminata l’epidemia nel paese. Aldilà dei dati che potete reperire in Rete, quella che sembrava una Epidemia feroce ed incurabile e che stava mettendo in pericolo gran parte del Continente Nero nonché lo sviluppato Occidente, oggi appare come un ricordo del passato. C’è ancora qualche caso isolato in Guinea Conakr

Gianni Morandi. Social e Poesia.

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Uno su Mille ce la fa, cantava Gianni Morandi, ed a lui è dedicato l’articolo odierno. Uno su Mille riesce ad essere sui social media, una presenza allegra, simpatica, cordiale, un modello di umanità e di ironia. In sintesi, Morandi piace a chi scrive perchè vive la vita come una festa, uno spazio per l'incontro col prossimo, perchè in una epoca spesso triste ed in un ambiente solitario come quello dei Social è capace di trasmettere garbo, allegria e tenerezza. Lo prendo ad esempio come un modello positivo, una persona capace di trasmettere umanità e poesia in un ambiente, quello dei social, che spesso invece si distingue per risse verbali, conflitti, tensioni, acidità, insulti gratuiti. Tanta gente, forse sola e intristita dalla vita, riversa in rete odio e ferocia, specialmente nei confronti di chi è diverso. E’ a mio parere davvero triste, ed un pessimo esempio, quando siano leader politici a portare in rete argomentazioni offensive, razziste, sessiste. Non faccio

La Cena Sospesa. Per un Expo Solidale.

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Il caldo attanaglia tutta la penisola, la questione greca è tutt’altro che risolta, enormi tensioni sulle politiche migratorie cumulate negli scontri a Roma ed a Treviso. La Roma tratta Dzeko (si, l’ho scritto anche una settimana fa), il Governo litiga con l’Opposizione, la Minoranza Pd è in fermento. C’è spazio per le buone notizie? Chi scrive pensa di sì, anzi proprio in questi tempi difficili e spesso tristi abbiamo un maggiore bisogno di conoscere storie positive. Oggi vorrei parlarvi della  Cena Sospesa , una bella iniziativa nata a Milano grazie ad una collaborazione tra l’Expo, la Diocesi di Milano, la Caritas Ambrosiana ed una trentina di ristoranti della Capitale Economica del Paese. In sintesi, chi si reca a cena in uno di questi 30 ristoranti, nel pagare il conto può lasciare una offerta che diviene un buono pasto per pagare una cena a chi non se la può permettere. « Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, qu