La Cena Sospesa. Per un Expo Solidale.
Il caldo attanaglia tutta la penisola, la questione greca è
tutt’altro che risolta, enormi tensioni sulle politiche migratorie cumulate
negli scontri a Roma ed a Treviso. La Roma tratta Dzeko (si, l’ho scritto anche
una settimana fa), il Governo litiga con l’Opposizione, la Minoranza Pd è in
fermento. C’è spazio per le buone notizie? Chi scrive pensa di sì, anzi proprio in questi tempi difficili e spesso tristi abbiamo un maggiore bisogno di conoscere storie positive.
Oggi vorrei parlarvi della Cena Sospesa, una bella iniziativa
nata a Milano grazie ad una collaborazione tra l’Expo, la Diocesi di Milano, la
Caritas Ambrosiana ed una trentina di ristoranti della Capitale Economica del
Paese. In sintesi, chi si reca a cena in uno di questi 30 ristoranti, nel
pagare il conto può lasciare una offerta che diviene un buono pasto per pagare
una cena a chi non se la può permettere.
« Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di
pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno
per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al resto del
mondo... »
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(Luciano De Crescenzo, Il caffè
sospeso)
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Come sapranno i miei lettori, la tradizione del caffè sospeso
nasce a Napoli, si tratta in sostanza di pagare un caffè in più, lasciandone
uno in sospeso, in modo che un potenziale cliente che si trovi in situazione di
necessità, ne possa usufruirne. Si tratta di una solidarietà concreta, ma
silenziosa, umile, dove un benefattore offre un bene ad uno sconosciuto, senza
ricevere nulla in cambio. Potremmo dire in qualche modo che la tradizione del
caffè sospeso riprende gli insegnamenti evangelici, il Vangelo di Matteo al Capitolo 6 così
afferma:
1Guardatevi
dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro
ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei
cieli. 2Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la
tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per
essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro
ricompensa. 3Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la
tua sinistra ciò che fa la tua destra, 4perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre
tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
In questo caso, il Nord prende le buone tradizioni del Sud, le trasporta
in epoca moderna e le trasforma in una buona cena.
Da volontario ho esperienza nel settore, vi posso garantire
che in Italia ci sono mille problemi (il principale direi è l'emergenza abitativa) ma nessuno muore di fame, ci sono tante
mense, distribuzioni, una rete di solidarietà di parrocchie ed associazioni.
Ovviamente però una cena in un ristorante è qualcosa di totalmente diverso da
un panino mangiato in piedi sotto un cavalcavia.
Expo2015 ci ricorda che il cibo non serve solo come
nutrimento, ma c’è una componente estetica, amicale, conviviale. Il pasto deve
essere un momento salutare e sereno, uno spazio di incontro e di integrazione.
Nella mia esperienza in 20 anni di Volontariato con la
Comunità di Sant’Egidio, posso affermare che i momenti in cui si cementificano
maggiormente rapporti di amicizia e solidarietà sono proprio quelli legati alla
tavola. Condividere il pasto con un anziano solo ed abbandonato va al di là del
nutrimento, è un momento di festa e di amicizia, lo stesso discorso si può fare
per Il Pranzo di Natale con i Poveri, per le vacanze con i bambini ed i
disabili.
Per questo mi rallegro per l’iniziativa milanese, mi auguro
che possa continuare anche dopo l’Expo, suggerisco che si potrebbero associare
dei momenti di incontro per fare in modo che il beneficiario non ceni da solo
ma in compagnia. Vi è più gioia nel dare che nel ricevere, la Cena Sospesa rende
felice chi la dona e chi la riceve in dono.
Mario Scelzo
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