I CRISTIANI NEL MONDO, QUANTI SONO ED IN QUANTE CONFESSIONI SI DIVIDONO (ASSISI 17/01/2017)
“L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione” è il
tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che si svolgerà dal
18 al 25 gennaio. Il tema si ispira a un passo della seconda Lettera di San
paolo ai Corinzi (cfr. 2 Corinzi 5, 14-20).
La data tradizionale
per la celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani,
nell’emisfero Nord, va dal 18 al 25 gennaio, data proposta nel 1908 da padre
Paul Wattson, perché compresa tra la festa della cattedra di san Pietro e
quella della conversione di san Paolo, apostolo delle genti.
Ma di cosa parliamo quando dibattiamo di Unità dei Cristiani?
Soprattutto, quante e quali sono le
diverse confessioni cristiane? Quanti sono i fedeli delle principali
confessioni? Scismi, diatribe, le mille giravolte della Storia –specie in
terre tormentate come il Medio Oriente- hanno creato un campo talmente vasto
che sono certo che anche il più esperto in materia rischia di perdere qualche
colpo. Proviamo a mettere ordine.
Secondo le statistiche del Cesnur, Attualmente il cristianesimo è la religione più diffusa
al mondo, con circa 2,5 miliardi di fedeli, davanti all'islam, che conta
1,5 miliardi di fedeli, e all'induismo, che ne conta 900 milioni. All’interno del variegato e complesso mondo
cristiano, abbiamo poi 1 miliardo di cattolici, 500 milioni di protestanti, 470
milioni di evangelici pentecostali, 240 milioni di ortodossi e 275 milioni di
altri fedeli.
Una primissima
divisione la possiamo operare tra confessione Cattolica, confessione Ortodossa
e confessione Protestante. Se rispetto alla confessione
Cattolica il discorso è abbastanza semplice, si tratta di quella che fa capo al Vaticano ed alla figura del Papa, diventa più
difficile addentrarsi nel vasto mondo del Protestantesimo e della Ortodossia.
Partiamo dal mondo
protestante, quello che nasce e si sviluppa in seguito alla Riforma di Martin
Lutero di cui quest’anno si celebra il 500 anniversario. La prima grande difficoltà di
orientamento deriva dal fatto che la Chiesa Luterana non ha una vera e propria
gerarchia riconosciuta, non esiste in sostanza un “Vaticano Protestante”. Possiamo però dividere il mondo Protestante
in tre grandi sottoaree: il mondo Anglicano, quello Luterano, le Chiese
NeoPentecostali.
La Comunione anglicana
–nata nel 1534 a
causa dello Scisma da Roma ad opera del Re d’Inghilterra Enrico VIII- è
l'insieme delle chiese che hanno una struttura, organizzazione e pratica
derivata dall'anglicanesimo e sono in comunione fra loro. Fra queste la più
importante storicamente e per numero di fedeli è la Chiesa d'Inghilterra, si
calcola che nel complesso la Comunione Anglicana conti 80 Milioni di fedeli
(prevalentemente diffusi in Gran Bretagna e nei paesi anglosassoni), che si
riconoscono nella autorità
dell’Arcivescovo di Canterbury.
La confessione
Luterana, ampiamente maggioritaria in Germania e nei paesi scandinavi, ma molto
diffusa anche nel mondo anglosassone, si stima conti 500 milioni di fedeli. Ci sono poi i quasi 500 milioni di
evangelici pentecostali, gruppi di derivazione protestante ma dai “contorni”
non del tutto chiari. Diventa veramente
difficile orientarsi, specialmente nei paesi del Terzo Mondo, tra le mille
denominazioni delle chiese NeoPentecostali, le quali spesso si avvalgono di
“metodologie” di ricerca dei fedeli non sempre condivisibili.
“Assemblea di Dio”, “Vera Chiesa di Gesù”, si calcola ad
esempio che in Brasile le chiese pentecostali siano passate negli ultimi 50
anni da un milione a 25 milioni di fedeli, fenomeni simili si incontrano in
Africa, nelle Filippine, in tanti paesi dove arretra il cattolicesimo a
vantaggio di chiese/sette dalla dubbia collocazione teologica, e che spesso,
forti di ingenti mezzi economici, speculano sulla credibilità popolare. Molte
di queste realtà posseggono canali televisivi e continuamente trasmettono
presunti miracoli operati dai fedeli delle loro Chiese. Difficile
generalizzare, si tratta indubbiamente di realtà dinamiche, vitali, ma che allo
stesso tempo non spiccano per chiarezza del messaggio evangelico e spesso sono
caratterizzate da situazioni controverse o ambigue.
C’è poi il vastissimo
campo della Ortodossia e delle Chiese Orientali. Parlando di Chiese Orientali,
ci addentriamo con rispetto nelle delle terre di origine del cristianesimo e
nei luoghi delle prime testimonianze degli Apostoli.
Operiamo una prima
distinzione tra Chiese Ortodosse e Chiese Orientali. Le Chiese Ortodosse, come
vedremo di fatto divise poi in realtà nazionali, seguono appunto lo scisma del
1054 e non riconoscono l’autorità di Roma, mentre il mondo delle Chiese di Rito Orientale, pur
distinto per disciplina sacramentale e canonica da Roma, ne riconosce
l’autorità. Chiesa
uniate è la denominazione comunemente usata per indicare le Chiese dell'Oriente
europeo che tra il XV ed il XVI secolo sono tornate in comunione con la Chiesa
cattolica.
Parliamo di 23 chiese
sui iuris in comunione con la Chiesa di Roma, divise in 5 grandi riti:
Alessandrino (chiesa copta ed etiope), Antiocheo (chiesa maronita e siriana), Armeno (chiesa armena), Caldeo
(chiesa caldea), e di ben 14 chiese
facenti capo al rito bizantino, come ad esempio la chiesa greco-cattolica
ucraina o la chiesa greco cattolica albanese. Il Vaticano ha “creato”, di fatto dopo Il Concilio
Vaticano II, appositamente per queste confessioni la Congregazione delle chiese
orientali. Essendo realtà enormemente frammentate, e “vittime” della storia, è
facile pensare che non siamo di fronte a grandi numeri di fedeli, ciò nulla
toglie all’enorme valore simbolico e di
testimonianza di una presenza cristiana in terre prevalentemente musulmane. Si
pensi ad esempio alla Chiesa siriana, ai Caldei presenti in Iraq, ai cristiani
che resistono nelle terre dell’Isis. Guerre ed emigrazione, nonché un clima da
minoranza oppressa, stanno sempre più impoverendo la presenza cristiana in
Medio Oriente, viviamo quindi il paradosso della presenza cristiana che rischia
di sparire dai suoi luoghi di origine. Più volte Papa Francesco ha invitato
l’intera Comunità Cattolica sia a pregare per i fratelli d’Oriente, sia ad
operare concretamente per alleviare le loro sofferenze.
C’è poi il grande mondo
della Ortodossia, che ricordiamo complessivamente riunisce circa 250 milioni di
fedeli. Anche qui possiamo distinguere tra Chiese Autocefale (ovvero
amministrativamente indipendenti) ed autonome (dipendenti da un patriarcato, ma
distinte). Generalmente, per motivi storici, la Chiesa
Ortodossa si è associata ad una Nazione, abbiamo quindi ad esempio la Chiesa
Ortodossa Serba, Rumena e così a seguire. Due
sono però i grandi poli simbolici della Ortodossia: se a livello numerico,
indubbiamente la presenza più rilevante è quella del Patriarcato di Mosca, dal
punto di vista formale il Patriarcato storicamente più importante è quello di
Costantinopoli. Il Patriarca di Costantinopoli è il primo in onore tra i
vescovi ortodossi (primus inter pares), ha il compito di presiedere ogni
concilio di vescovi e ha le funzioni di principale portavoce della comunione
ortodossa. Non ha giurisdizione sopra gli altri patriarchi e le chiese
autocefale della comunità ortodossa orientale.
L’attuale Patriarca di Costantinopoli è Bartolomeo, che
ricorderanno i miei lettori essere stato presente lo scorso settembre ad Assisi
insieme a Papa Francesco durante l’Incontro interreligioso di Preghiera “Sete
di Pace”. Uno dei “nodi attuali” della Ortodossia è che al valore simbolico del
Patriarcato di Costantinopoli non corrisponde, in epoca moderna, un “peso
reale”. I 7 milioni di fedeli al
Patriarca di Costantinopoli risultano essere in netta minoranza rispetto agli
80 milioni di fedeli al Patriarcato di Mosca. Anche la Chiesa Ortodossa,
essendo presente in molti paesi “di frontiera”, paga un alto prezzo di
“resistenza” .Si pensi solamente a titolo di esempio ai Vescovi Mar Gregorius e
Paul Yazigi (Vescovo di Aleppo della Chiesa Siro-Ortodossa il primo, Vescovo di
Antiochia della Chiesa Greco Ortodossa il secondo), rapiti lo scorso 22 Aprile
2013 in Siria e dei quali da oltre tre anni non si ha nessuna notizia.
Come abbiamo visto, il Cristianesimo nel suo insieme si
presenta come una realtà variegata e complessa, radicata come realtà
maggioritaria in molti paesi prevalentemente europei, ma allo stesso tempo
presente con tutte le difficoltà del caso come realtà di minoranza in situazioni
complesse, si pensi ad esempio all’Iraq ed alla Siria. Nell’attuale scenario
mondiale, l’Unità tra i Cristiani risulta essere sempre più una necessità
impellente, anche di protezione verso i tanti, troppi Cristiani che soffrono
nel mondo.
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