Calenda non avrai il mio voto

Vivo a Roma, sono un elettore di centrosinistra, ho in tasca una tessera del Pd (non rinnovata) del 2018, voto da circa 22 anni e nel corso di questi anni sono passato da Vendola a Renzi, da Sel a Veltroni, insomma mi ritengo un elettore di area ma non sono “organico” a questo o quel partito. Si votasse domani per le elezioni politiche voterei il Partito Democratico, in ogni caso il mio orizzonte di riferimento va da Fratoianni come vertice di sinistra a Renzi come vertice di destra. Diciamo che la mia area di riferimento è il buon vecchio Ulivo di Romano Prodi, un campo largo capace di aggregare le migliori e diverse espressioni del centrosinistra.



Non ho mai apprezzato né il linguaggio né le scelte politiche compiute dal Movimento 5 Stelle in questi anni, ma, sintetizzando il mio pensiero, sostengo questo Governo come “male minore” rispetto alla destra sovranista. Dovesse mai esserci in Italia un Governo Salvini, prenderei in seria considerazione l’idea di emigrare, la propaganda fasciosovranista è all’opposto del mio stile di vita.

 Come dicevo vivo a Roma e, senza girarci attorno, considero fallimentare l’esperienza di Virginia Raggi al Campidoglio. Marra, Romeo, Lanzalone, nomi voluti da Virgy che coi concetti di onestà trasparenza hanno poco a che spartire, ma soprattutto una città sporca, coi mezzi di trasporto che non funzionano, le buche a farla da padrone, l’assenza di servizi sociali etc… non mi dilungo, chiunque passi per Roma si accorge delle pessime condizioni in cui versa la Capitale.

Se avete avuto la pazienza di leggere questa introduzione, penserete voi, dovrei essere felice per la candidatura di Carlo Calenda a Sindaco di Roma. Al contrario, pur reputando l’ex ministro un candidato valido, ho molti dubbi riguardo alla sua “autocandidatura”, non tanto per la persona che tutto sommato ritengo valida, ma per le modalità della sua discesa in campo che mi lasciano alquanto perplesso.



 "Ho deciso. Mi candiderò a sindaco di Roma", ci ha fatto, sapere facendosi intervistare da Fazio (prima modalità discutibile), l’ex ministro del Governo Renzi. "Penso che chi ha la possibilità di riportare Roma tra le grandi capitali europee abbia il dovere di farlo. Sarà una grande avventura". Il figlio della regista Cristina Comencini ha poi successivamente affermato: “Per ora a Roma sono candidato io di Azione, se vado col centrosinistra lo deve decidere il centrosinistra. Se ci fosse stato un candidato solido questo problema non si sarebbe posto, penso che sarebbe più facile per il Pd appoggiare uno dei loro, ma uno dei loro non c'è”. Rispetto allo strumento delle Primarie (lo ricordiamo, previste da statuto del Partito Democratico) così si è espresso il parlamentare europeo: “Alle ultime primarie per Roma hanno votato in 40.000. Se le primarie si fanno con numeri bassi diventano solo uno scontro tra truppe cammellate. Ne discuterò con loro, per carità, ma è un discorso un po' privo di senso”. Dimenticavo, Calenda è fuoriuscito dal Pd, posizione legittima ci mancherebbe, proprio in contrasto con la scelta dei vertici del Nazareno di far partire l’esperienza di governo col Movimento 5 Stelle.

Insomma, Calenda ci dice, io mi candido ma:

-         Non voglio le primarie

-         Il Pd non ha candidati

-         Sono fuori dal Pd ma chiedo i voti del Pd

 

Che dire, anche io gradirei di andare a cena con Belen Rodriguez, ma forse quantomeno dovrei prima appurarmi che lei sia d’accordo e che lo sia anche il suo attuale compagno o marito, che scusatemi se non sono informato ed ora non ricordo essere attualmente Stefano De Martino o il pilota di MotoGp Iannone.

Vorrei ricordare (ma Calenda lo sa benissimo) che a Roma ci sono già 7 candidati alle primarie di coalizione del centrosinistra. C’è Monica Cirinnà, più volte parlamentare del Partito Democratico e prima firmataria della legge sulle Unioni Civili, è sceso in campo Paolo Ciani, consigliere della Regione Lazio e leader di DeMos (Democrazia Solidale), partito che si sta pian piano radicando sul territorio nazionale, c’è Tobia Zevi, ci sono due attuali presidenti di municipio come Giovanni Caudo (ex assessore all’urbanistica nella Giunta Marino) ed Amedeo Ciaccheri, volto emergente della sinistra romana.



Insomma, dire, il Pd non ha candidati non solo è falso (la Cirinnà è esponente direi anche di peso del Partito Democratico) ma è anche offensivo verso chi, da mesi, con modalità diverse, si sta preparando alla tornata elettorale. Va detto che l’atteggiamento sprezzante di Calenda ben si accoppia con quello di certi giornali, tipo Repubblica, che hanno parlato dei 7 nani delle primarie. Repubblica, sì, quella in passato di Scalfari, oggi giornale della famiglia Agnelli, e la differenza si vede eccome.

Per quanto mi riguarda, Calenda avrà il mio voto solo se ci sarà il passaggio per le primarie. Essendo il personaggio valido ma presuntuoso e spocchioso (doti che ha in comune col suo attuale alleato Matteo Renzi) io non mi sento di escludere che, non sentendosi accolto al meglio, deciderà di ritirare la propria candidatura.

Personalmente, lo voterò con convinzione solo se dovesse partecipare (ed ovviamente vincere, cosa tutta da dimostrare) alle primarie di coalizione.Se poi dovesse decidere di correre da solo, mi riservo di decidere all’ultimo momento, visto che sicuramente non ho intenzione di dare il mio voto né alla Raggi né al candidato del centrodestra.

 Mario Scelzo

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