La Marina Militare Italiana
Enorme impatto mediatico ha avuto il ritorno in Italia del
Marò Salvatore Girone, il quale potrà aspettare in Italia l’esito dell’arbitrato
internazionale in merito alla controversa vicenda che lo vede indagato. Pur
rallegrandomi per il suo rientro, sinceramente poco condivido i toni
apocalittici di certa stampa e di certa politica che parla dei due Marò come se
fossero degli eroi nazionali.
Ripeto, mi auguro abbiano un equo processo con la
possibilità di vedere riconosciute le proprie ragioni, a nessuno auguro di
trovarsi coinvolto in una situazione diplomatica così complessa ed intricata,
ma ritengo altre siano le persone da indicare come eroi. I miei eroi sono i
membri della Marina Militare Italiana che ogni giorno salvano le vite dei
migranti nel Mediterraneo.
Quando si parla di un fenomeno complesso come quello della
immigrazione nessuno può pretendere di avere una risposta definitiva o “esatta”.
Entrano in ballo tematiche complesse, intrecci geopolitici internazionali,
drammi, guerre, egoismi nazionali. Personalmente sono convinto che, attraverso politiche
adeguate, una robusta cooperazione internazionale e progetti innovativi come ad
esempio i Corridoi Umanitari (ne abbiamo parlato su queste pagine, raccontando
sia la nascita del progetto sia degli esempi pratici di accoglienza) sarebbe
possibile garantire accoglienza e sostegno a chi scappa da guerre e carestie,
ma comprendo che nella pubblica opinione ci sia un ampio dibattito sulle
problematiche connesse al fenomeno migratorio. Provo molta rabbia nel vedere i
viaggi della speranza e le morti in mare quando esisterebbero soluzioni sicure,
mi auguro le istituzioni europee si decidano ad estendere il progetto dei
Corridoi Umanitari.
Vorrei però mettere un punto fermo: si può discutere prima e
dopo gli sbarchi, non durante. E’ legittimo discutere di quote piani e
strategie, ma i valori fondanti dell’Europa (dall’Umanesimo all’Illuminismo
passando per le radici cristiane) ci impongono di salvare chi rischia la vita
in mare.
Se esistono e vanno rispettate le Leggi degli Stati, esiste
la cosiddetta “Legge del Mare”, quella che ogni giorno rispettano marinai
(civili e non), pescatori, operatori portuali. In mezzo al mare siamo tutti
membri dello stesso popolo, in qualche modo il mare “annulla” lo status sociale
che ci portiamo dietro ogni giorno. Son convinto che la legge del mare sia
vissuta dai pescatori non come un obbligo, ma come una sorta di imperativo
morale: l’acqua ci rende fratelli, non è possibile negare il soccorso a chi sta
annegando davanti ai nostri occhi.
Se pensate che sia giusto cannoneggiare le barche dei
migranti, se ritenete che dobbiamo “blindare” le nostre frontiere marine, vi
consiglio di smettere di leggere questo articolo ma sinceramente non capisco
come poi riusciate la notte a prender sonno.
Fatta questa lunga premessa, vorrei su queste pagine elogiare
il lavoro prodigioso della Marina Militare Italiana, che da alcuni anni è
attiva con impegno e dedizione nel salvataggio dei migranti. In tanti abbiamo
visto nei giorni scorsi le immagini dei nostri marinai italiani mentre si prodigavano
nel tentativo (in gran parte riuscito) di soccorrere una barca con centinaia di
migranti. Ogni migrante ha un volto ed una storia, come quella della piccola
Favour, la bambina di 9 mesi che nel drammatico naufragio dei giorni scorsi ha
perso entrambi i genitori. Favour potrebbe essere nostra figlia, nostra nipote,
e come i nostri figli ha diritto ad un futuro.
In seguito al terribile naufragio del 3 Ottobre 2013 che ha
causato la morte di almeno 366 persone a poche miglia dalle coste di Lampedusa,
il Governo Letta mise in campo la missione di salvataggio “Mare Nostrum”. Secondo
alcune stime, Mare Nostrum ha salvato la vita o comunque garantito un aiuto in
caso di necessità a circa 140.000 migranti. Ritengo Mare Nostrum sia stata una
pagina gloriosa della nostra Storia Nazionale, credo di non essere il solo ad
avere questo pensiero.
In seguito a divergenze politiche, sia interne che
riguardanti il rapporto con gli altri paesi europei, Mare Nostrum è stato
sostituito dalla Operazione Triton, di fatto una iniziativa europea ma a guida
italiana. Ci sono alcune differenze tra Mare Nostrum e Triton, ma di fatto è
come se negli ultimi anni la Marina Italiana avesse assunto come suo “carisma”
quello del salvataggio dei migranti.
'Ho visto molti bambini, accuditi dal nostro personale,
disegnare nel ponte garage -racconta l'ammiraglio Vianello- e mi porto dentro
tante storie''. Una su tutte resta impressa nel profondo, perché è la cifra di
tutta una notte di lavoro per strappare uomini e donne dalla morte: ''Mi
rimarrà impresso il recupero di un barcone di eritrei che abbiamo rimorchiato
nel bacino di nave San Giorgio. Quando sono entrati, hanno cominciato ad
applaudire tutti. Era il loro 'grazie' per chi aveva sfidato tutto per salvarli
dalla morte negli abissi''.
Tante storie si potrebbero raccontare. Da contribuente vorrei
dire che sono felice che parte tasse che pago sia destinato ad attività di
salvataggio in mare. Da cittadino vorrei solo dire grazie agli uomini della
Marina, ai nostri eroi che ogni giorno salvando delle vite salvano il mondo
intero.
Mario Scelzo
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