La Bellezza Salverà il Mondo.

Bombe, attentati, tensioni sul fronte migratorio, casi di estrema violenza nella cronaca nera. Un quadro triste e cupo ci appare quotidianamente se guardiamo un Tg o sfogliamo le pagine dei giornali, eppure anche in questo scenario è possibile scorgere alcuni segnali di umanità, dei piccoli gesti che ci aiutano a sperare in un futuro migliore.

Arte e Bellezza sono gli elementi che legano le storie (molte le trovate sui principali mezzi di informazione) che mi appresto a condividere con voi, direi che la bellezza di queste storie ci rallegra e ci rincuora come un arcobaleno dopo la tempesta.



Iniziamo dal dramma dei Migranti, in particolare soffermandoci su quanto sta accadendo ad Idomeni. Attualmente, alla frontiera tra Grecia e Macedonia, vivono in condizioni disumane più di 16.000 persone, aspettando la riapertura delle frontiere per continuare il loro viaggio verso i paesi del Nord Europa. Vite sospese in attesa delle decisioni prese (o non prese) a Bruxelles dai Paesi Europei. Solo che mentre si convoca l’ennesimo vertice e l’Unione Europa perde tempo in sterili discussioni, la vita continua. Tutti avrete visto le immagini del piccolo Bayane, il neonato figlio di una coppia di siriani scappati dalla guerra, che fa il bagno in mezzo al fango con l’acqua di una bottiglietta di plastica. Se da un lato questa immagine interroga l’intera opinione pubblica europea, che non può rimanere indifferente di fronte a tanta sofferenza (per fortuna, non tutti sono rimasti indifferenti, vi abbiamo raccontato su queste pagine l’iniziativa dei corridoi umanitari), dall’altro lato i gemiti del piccolo Bayane ci mostrano la forza prorompente della Vita, più forte di ogni limite, barriera, disagio, i suoi gemiti sono un segnale di speranza e di volontà di credere nel futuro, nonostante tutto.

Sempre ad Idomeni, l’artista cinese Ai Weiwei ha portato in dono un Pianoforte. Mi direte, cosa se ne fa gente disperata di un pianoforte? Non era meglio portare vestiti o generi alimentari? Forse, ma il gesto dell’artista cinese ha un grandissimo valore. Non solo porta bellezza ed un minimo di spensieratezza in un contesto drammatico, ma ricorda ad ognuno di noi che i migranti sono persone, con una storia, un volto, una dignità. A suonare il pianoforte c’era rifugiata siriana, Nour Al Khizam, ascoltandola suonare possiamo immaginare la sua vita a Damasco prima della Guerra, tra concerti, serate allegre, cene tra amici. 



Direi che soffermarci su questo aspetto ci aiuta a comprendere le motivazioni di chi scappa da una guerra: gente normale, che faceva una vita come la nostra, con attività e speranze, sogni e preoccupazioni, che si trova improvvisamente catapultata nell’inferno dei bombardamenti. Nour scappa dalla guerra, segue l’istinto di sopravvivenza, ma si mette in cammino anche perché vuole tornare a suonare il pianoforte e sogna per i suoi figli una vita normale, serena, tra scuola giochi e gite domenicali, potremmo dire che Nour ha i sogni di tutte le mamme del mondo, veder crescere in salute e serenità i propri figli.  Sono convinto che se i leader mondiali pensassero ai migranti non come numeri ma come persone si troverebbero rapidamente soluzioni migliori per il futuro di tanti.

Spostiamoci in Italia, esattamente a Milano. Repubblica ha raccontato la storia di Walter, “il clochard che leggeva i romanzi di Camilleri”. Walter, ex barista ora disoccupato, vive da 3 anni dormendo nel suo sacco a pelo in un portico nei pressi del Duomo, ha la passione per la lettura e spesso riceve in dono dalle persone del quartiere dei romanzi, che ama leggere. Camilleri ha saputo della sua passione per le indagini di Montalbano ed ha provveduto a far recapitare al clochard la serie completa dei suoi romanzi. «Mi hanno raccontato – racconta il Creatore di Montalbano - di una foto che mostra un clochard che legge un mio romanzo. Spesso mi chiedono a cosa serve la letteratura. Ecco questo è un bellissimo esempio. Serve, almeno per un momento, a far dimenticare il mondo che sta attorno, e a trasportarti in un’altra dimensione ».



Come sapranno i miei lettori affezionati, il Martedì Sera sono con i miei amici della Comunità di Sant’Egidio a portare la cena ai barboni alla Stazione Tiburtina, se volete approfondire ve ne ho parlato su queste pagine. Panini, coperte, bibite, per riscaldare specie in inverno il freddo della strada. Ma, senza nulla togliere all’importanza di nutrire il corpo, posso testimoniare che quello che davvero riscalda il cuore dei nostri amici è il calore della amicizia. In tanti ci aspettano per il panino ma principalmente per scambiare due parole tra amici, per passare una serata in un clima sereno e piacevole.

L’amicizia fa sì che “il barbone” anonimo diventi Walter, Antonio, Michele, Ioan, Adrian, persone che hanno bisogno di un panino ma anche di cultura, lavoro, ascolto, dignità. Non stupiamoci allora del fatto che Walter, e chissà quanti altri “clochard”, possano sognare, riflettere, evadere dalle preoccupazioni immergendosi nella lettura delle peripezie di Mimì o di Catarella, possano appassionarsi ai casi polizieschi di Montalbano o alle prelibatezze culinarie di Adelina. 


La Bellezza salverà il Mondo.

Mario Scelzo

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