La Chiesa risponde agli abusi sui minori


Chiesa e Pedofilia, due parole che solo a vederle scritte nella stessa frase ci viene da rabbrividire, per quanto dovrebbero essere distanti. Il libro che mi appresto a recensire – LA CHIESA RISPONDE AGLI ABUSI SUI MINORI, di Gavino Pala, producer televisivo presso Tv2000, ed edito dalla San Paolo, ha il grande merito di raccontare, senza fare sconti ma senza indugiare in eccessivi sensazionalismi, sia la storia di un così triste fenomeno sia il lavoro fatto, specialmente negli ultimi anni, dalle gerarchie ecclesiastiche per contrastarlo.

Interventi, provvedimenti ed indirizzi per contrastare un grave fenomeno di devianza, così leggiamo sulla copertina del libro, ed infatti l’autore ci guida nella lettura e nella comprensione dei numerosi documenti prodotti dalla Chiesa Cattolica grossomodo negli ultimi 20 anni, ovvero da quando il fenomeno degli abusi è esploso nell’opinione pubblica.





Indubbiamente, non si tratta di un tema leggero, non è un libro che vi consiglio di leggere sotto l’ombrellone, ciononostante il libro si lascia leggere agevolmente, in quanto l’autore ha sapientemente miscelato la sua analisi dei testi con quella dei casi più famosi e controversi, si pensi ad esempio all’indagine condotta dal 2001 dai giornalisti del Boston Globe e resa ancor più famosa da “Il caso Spotlight”, pellicola premiata come miglior film e miglior sceneggiatura originale ai premi Oscar del 2016. Gli abusi sui minori, purtroppo, non sono iniziati nel 2001, ma l’indagine del Boston Globe ha diciamo il merito di aver acceso i riflettori su una tematica troppo spesso nascosta e coperta dal segreto.

Se questo libro fosse un romanzo, Giovanni Paolo II, Benedetto XIV e Papa Francesco ne sarebbero i tre protagonisti, in quanto l’autore ripercorre il loro operato (e quello dei loro principali collaboratori) sul tema in questione.

Vi confesso che anche io che scrivo sono in imbarazzo nel parlare di un Santo, un uomo che ho ammirato ed amato, Giovanni Paolo II, colui che ha sconfitto il comunismo e che ha cambiato il corso della storia, un operatore di pace, un uomo del dialogo, che però (è opinione non solo mia ma di molti importanti storici della Chiesa) sembrerebbe aver sottovalutato l’esistenza del problema degli abusi sui minori da parte dei sacerdoti. L’autore del libro è però davvero bravo a raccontarci il contesto storico-ecclesiale dell’epoca, che meglio ci spiega alcune decisioni prese da Giovanni Paolo II. Prima di tutto, sotto il comunismo, quando il partito voleva mettere in difficoltà un sacerdote, si spargeva in giro la voce di abusi commessi dallo stesso. 

Insomma, il Cardinale di Cracovia Karol Wojtyla cresce ed opera in un contesto difficile, tra spie, delatori e false testimonianze, e questo ci aiuta a comprendere una sua naturale diffidenza verso accuse così gravi ed infamanti. E’ anche “storia acclarata” il fatto che Wojtyla, impegnato nelle grandi sfide (la lotta al comunismo ma anche il combattere gli eccessi del capitalismo, il pacifismo solo per citarne alcune), delegasse molto del suo lavoro ai suoi più stretti collaboratori, i quali magari per “salvaguardare l’onore della Chiesa”, hanno coperto e/o insabbiato accuse molto gravi, spostando i responsabili da una diocesi all’altra.

Una delle vicende più controverse del pontificato di Wojtyla è la gestione del caso Marcial, fondatore dei Legionari di Cristo, indubbiamente personalità molto ben inserita in Vaticano ma sulla quale pendono accuse gravissime. Come ha gestito la questione Giovanni Paolo II? Beh… non vi dico troppo sennò non leggete il libro!
In ogni caso, ai (tanti) che criticano le decisioni di Wojtyla in materia, va ricordato che nell’aprile 2001 il Papa promulgò il Sacramentorum Sanctitatis Tutela, sostanzialmente il primo atto formale per la creazione di una sorta di struttura di indagine e prevenzione gestita dalla Congregazione della Dottrina della Fede.

E’ fuori discussione però che quando il Prefetto della Dottrina della Fede, Joseph Ratzinger, diventa Papa Benedetto XIV, avviene un enorme salto di qualità nel contrasto alla questione degli abusi. L’attuale Papa Emerito, durante gli 8 anni del suo pontificato, si muove seguendo due binari: da un lato la scelta, ripetuta in moltissime occasioni, di incontrare le vittime degli abusi durante i suoi viaggi apostolici, dall’altro la promulgazione di documenti e la creazione di una struttura adeguata per contrastare questa orribile piaga. Convegni, documenti delle singole conferenze episcopali, incontri, è un pontificato ricco di novità e di segnali che vanno nella direzione della tolleranza zero e della prevenzione di ogni abuso.

Non mi dilungo molto su Papa Francesco, il quale a grandi linee opera sul tema in continuità col suo predecessore, incentivando il lavoro delle singole conferenze episcopali per contrastare questa piaga. Bergoglio però è anche molto attento agli strumenti “a tutela” dell’accusato. Mi spiego, se è indubbio che di abusi ce ne sono stati, è anche vero che negli ultimi anni sono spuntate alcune false accuse, sia per motivi “politici” (mettere in cattiva luce il vescovo di turno), sia per speculare sulle cause miliardarie di risarcimento. Bergoglio pone spesso l’attenzione sul fatto che non basta una voce, magari messa in giro ad arte, per rovinare di fatto la vita alla persona accusata.

Concludo con una questione “filosofica”, che vi invito ad approfondire leggendo il libro di Gavino Pala. Se per Ratzinger le cause degli abusi vanno cercate nel “declino morale” e dal relativismo provocato dal ’68 (in realtà il discorso del Papa Emerito è molto più articolato), per Bergoglio gli abusi sui minori sono il frutto di un eccessivo clericalismo, a suo dire la principale “colpa” del clero attuale. Entrambi comunque concordano su una rinnovata attenzione da parte dei formatori, ed entrambi hanno operato per garantire una maggiore formazione spirituale ed umana all’interno dei seminari.

Mario Scelzo

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