Giovanni Paolo Secondo, Il Papa

Premessa, queste mie parole nascono come un post di Facebook, le ho scritte di getto senza dare troppo peso alla sintassi, leggetele per quello che sono. 







Vi risparmio il mio commento storico/teologico sulla figura di Giovanni Paolo II, giornali e tv sono pieni di commenti di persone più autorevoli di me.
Volevo solo ricordare Il Papa con gli occhi di un bambino.

Ho scritto "Il Papa" perchè, per chi come me è nato del 1980 o comunque in quegli anni, Karol Wojtyla non è stato uno dei numerosi Pontefici di Santa Romana Chiesa, ma l'unico Papa, almeno fino al 2005. Sono nato con lui, cresciuto con lui, mi sono battezzato e laureato durante il pontificato di Giovanni Paolo II. Ho visto, anche se del primo ho ricordi vaghi, Pertini, poi Cossiga, Ciampi, Napolitano, al governo si sono avvicendati Andreotti, Dini, Maccanico, Berlusconi e Prodi, Amato e D'Alema, ma il Papa era il sempre lui, questo signore, prima atletico poi col passare degli anni meno, vestito di bianco.

Ora, la mia vita da bambino si è intrecciata in qualche modo con quella di San Giovanni Paolo II. Sono nato a Salerno nel 1980, nel 1984 ci siamo trasferiti a Roma per seguire il lavoro di mio padre, all'Avvenire, ed a partire dal 1985 se non sbaglio, come vice direttore dell'Osservatore Romano.
Oltre ai ricordi di un giornale come si faceva una volta, con le rotative in ferro battuto, ho auvto la fortuna, il privilegio (anche se da bambino non me ne rendevo conto) di seguire il Papa in tante sue attività.
Ho avuto la fortuna di ammirare le stanze affrescate da Raffaello Sanzio, di visitare i Giardini Vaticani, di vedere "lo Stato Pontificio" dall'interno, guardando il tutto con gli occhi innocenti di un bambino.
Mio padre, per lavoro, quasi sempre la domenica seguiva Giovanni Paolo II nelle sue visite alle parrocchie romane. Io ricordo questo uomo buono, simpatico, indubbiamente carismatico, che si illuminava quando vedeva i bambini. Ricordo tante sue carezze, ricordo anche di "essere diventato grande" quando mi dissero, vai e saluta il Papa, mentre di solito era lui ad abbracciare noi bambini.

Altro ricordo, mio padre per molti anni ha preso parte ai viaggi del Papa, specie quelli nei paesi del Terzo Mondo. Ricordo, da bambino, l'attesa del suo ritorno e dei regali che portava a casa, e ricordo bene che quando sentivo l'elicottero sopra casa nostra, ecco era il segnale che papà stava tornando. Mi è rimasto impresso, non so come mai, un canguro di peluche che mio padre riportò da un viaggio in Australia.
La foto che vedete è scattata a Castel Gandolfo, luogo che Wojtyla amava tanto (e che ad esempio Papa Francesco non sembra particolarmente apprezzare), ed ho il vago ricordo di una lotteria benefica tra i dipendenti delle tenute pontificie, col questo signore vestito di bianco a fare da banditore, tra scherzi e schiamazzi dei bambini. La memoria è sfumata, ma lo ricordo felice, sereno, contento di quel momento di semplicità e tranquillità, durante il quale, lo capisco meglio oggi, non era il Capo di Stato ma Karol Wojtyla, un uomo che amava gli spazi aperti, la montagna e la natura.

Visto che siamo nel momento amarcord, ricordo anche tante estati passate da mio padre al Gemelli, è lo stesso Giovanni Paolo II ad aver parlato del Gemelli come terza sede (dopo San Pietro e Castel Gandolfo) del Vaticano. Poi purtroppo il Gemelli è stato presente in famiglia spesso e volentieri in famiglia in quegli anni, ma questo è un altro discorso.

Crescendo, la mia vita si è intrecciata con quella della Comunità di Sant'Egidio, molto cara a Karol Woyjtyla, quindi i miei "incontri" con Giovanni Paolo sono continuati, anche se in forme diverse, senza carezze ed abbracci ma sentendo forte la sua presenza nella mia vita. Tra i tanti ricordi, come non pensare alla veglia a Tor Vergata per il Giubileo del 2000?

Mi trovavo in Mozambico al momento della sua morte, ricordo l'emozione di tanti mozambicani, alcuni presenti allo stadio de Machava-Maputo, durante la visita papale nel paese nel 1988, col paese nel pieno della guerra civile. Ricordo anche che, tornato a casa dopo un volo intercontinentale, beh, uno in quel momento si vuole fare una doccia e riposare, ma avevo la casa piena di parenti venuti da Salerno per pregare sulla sua tomba.

Sempre con la Comunità di Sant'Egidio, in tempi più recenti ho visitato la sua Cracovia, la città di cui per tanti anni è stato Vescovo, in anni, come sappiamo, non proprio facili per la Chiesa Cattolica. Dalla piazza del mercato di Cracovia, ne ha fatta di strada quel Vescovo....

Spero di averne dato un piacevole ricordo.

Commenti

  1. Bravo. Effettivamente i tuoi ricordi rendono bene l'umanità che lo ha contraddistinto.

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