Insinna, chi salva una vita salva il mondo intero.
Stai con Totti o con Spalletti? Stai con Alfano o con la Cirinnà?
Sono due delle domande che in questi giorni trovano spazio nel dibattito
pubblico, dalle trasmissioni Tv alle chiacchiere da Bar. Temi importanti (a
proposito, io sto con Spalletti, e delle Unioni Civili ne parleremo nei
prossimi giorni), ma vorrei sottolineare su queste pagine il gesto e le parole
dell’attore Flavio Insinna rispetto al tema dei Migranti.
Insinna è noto al grande pubblico come il Capitano Anceschi
nella Serie Tv Don Matteo o forse in quanto conduttore di Affari Tuoi, meglio conosciuto
come il gioco dei Pacchi su Rai Uno. Un volto noto della Tv nonché attore di
teatro, persona che ben sa fare il suo mestiere e che riscuote normalmente
apprezzamento per le sue performance artistiche.
Recentemente Insinna ha partecipato alla trasmissione Ballarò
ed ha raccontato ai telespettatori la sua scelta di donare una barca a Medici
Senza Frontiere per il salvataggio dei migranti in mare (qui trovate parte della sua intervista a Ballarò). Motivando il suo
gesto, ha usato alcune parole che faccio mie e che ben si sposano con la
filosofia portata avanti da questo Blog.
Insinna ha affermato che, di fronte all’ennesimo naufragio,
alla ennesima notizia del Tg che parla di bambini morti in mare, va bene ed è
sacrosanta l’indignazione, ma non si può far finta di nulla. Mi permetto di
allargare il suo pensiero (la tv spesso obbliga per esigenze di tempo a “semplificare”
le argomentazioni). Insinna ci dice che non possiamo guardare e pensare nel
frattempo, ma io cosa posso fare? È un problema dei Governi, ci pensassero le
Istituzioni, se ne occupasse l’Europa. Nel mio piccolo anche io posso fare
qualcosa. Se grazie alla mia barca posso salvare la vita di un bambino, ne sarò
felice. Poi, certo, spetta alle istituzioni cercare di trovare soluzioni
permanenti, ma nel frattempo devo dare il mio contributo.
Seconda frase da sottolineare: i muri vanno abbattuti fuori e
dentro di noi. In sostanza, dice l’attore, abbiamo lottato una vita per
abbattere il Muro di Berlino, ed oggi costruiamo società chiuse. I muri si
costruiscono per non affrontare i problemi, chi invece ha coraggio i muri li
butta giu, ha affermato citando Don Gallo. Parole da far leggere ai vari Matteo
Salvini e Company, che vogliono costruire una Nazione impaurita e triste, una
presunta oasi dentro il proprio orticello rassicurante. Condivido in pieno,
alzare le mura è sinonimo di paura, e la storia ci mostra che le società più
dinamiche sono quelle senza mura, valga per tutti l’esempio degli Stati Uniti,
paese nato dalle immigrazioni.
Vi chiedo di seguire il mio ragionamento. Provate ad
immaginare se nelle nostre città ognuno si comportasse come Flavio Insinna. Se
nel piccolo delle nostre azioni quotidiane sentissimo di poter fare una visita
alla vicina di 90 anni che passa le giornate da sola, di portare una coperta al
barbone che vive sulla panchina al parco comunale, di donare un sorriso a chi
vive un periodo difficile, di fare una donazione a quella Onlus che segue i
ragazzi disabili.
Poi certo, una barca non risolve il problema, il Comune
dovrebbe avere un Piano per l’Emergenza Freddo, le guerre non dipendono da noi,
le Istituzioni hanno il dovere di cercare delle soluzioni. Ma il mondo può
cambiare, in meglio, anche grazie al piccolo impegno di ciascuno di noi.
In chiusura. Qualcuno ha accusato Insinna di volersi fare
pubblicità gratuita. Premesso che non credo ne abbia bisogno, mi sento di dire
due cose. Credo nel valore del buon esempio, specialmente in questi tempi
carichi di cattive notizie ben venga una bella storia di solidarietà, magari
spinge altri ad imitarlo. Senza nulla togliere ai pacchi, son felice che la Tv
non serva solo come passatempo ma possa svolgere un ruolo educativo, ben venga
se in milioni di case oltre ai goal di Totti e Dybala arrivino idee, esempi,
buone notizie.
Ho lasciato volutamente per ultimo questo punto. Come sapete
sono volontario, da anni, con la Comunità di Sant’Egidio. Flavio Insinna è
spesso presente al Pranzo di Natale con i Poveri a Santa Maria in Trastevere,
se non sbaglio quest’anno era anche presente al Pranzo con i Carcerati a Regina
Coeli. Non lo conosco di persona ma l’ho visto servire ai tavoli, scambiare due
battute, portare allegria a chi si trova a vivere un momento difficile. Non l’ho
visto, come fanno magari alcuni Vip da altre parti, mettersi alla luce delle
telecamere per far vedere quanto è buono e quanto è bravo. Viene come un volontario,
uno fra tanti che vuole fare qualcosa di utile per il prossimo.
Caro Flavio, anche grazie a te il Mondo diventerà più bello.
Mario Scelzo
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